Privacy Policy Chi sono i terzini destri più forti degli ultimi 30 anni?

Chi sono i terzini destri più forti degli ultimi 30 anni?

22 Ottobre 2021

C’è chi crede in un presente frenetico e in continua evoluzione e chi invece scava in un passato glorioso alla ricerca di memorie incredibili. Mentalità guerriera e sguardo fisso sull’avversario. Gladiatori sul rettangolo e uomini semplici fuori. Pettinature sobrie e nessun eccentrico tatuaggio. Avete capito bene. Nessun marchio o segno particolare stampato sulla propria pelle, se non quello dei tacchetti o qualsivoglia ferita derivata da quelle incancellabili battaglie sul campo.

Il concetto di marcatura, inizialmente concepito come rigorosamente a uomo, sviluppa la loro astuzia facendone emergere tutti i “trucchetti” del mestiere. Per chi ancora non lo avesse capito, stiamo parlando di un ruolo che fa parlare di sé per determinazione, personalità e uno spiccato senso di aggressività: difensori si nasce, non si diventa.

A proposito di difensori, oggi è il compleanno di Michel Salgado, uno dei terzini destri più forti di sempre. Così, a noi, ci è salita una curiosità irrefrenabile e siamo andati a scovare i trenta terzini destri più forti di sempre, non più in attività, dagli anni ‘90 in poi.

30. MANUEL PABLO Garcia Diaz

È uno dei simboli per eccellenza del Deportivo La Coruña che riuscì ad offuscare l’egemonia di Real Madrid e Barcellona ai vertici del calcio spagnolo. Nativo di Arucas, nella Gran Canaria, il giovane Manuel Pablo si fa apprezzare tra le formazioni locali: cresce nell’Atletico Las Palmas e s’impone con la più blasonata Union, con cui sfiora la promozione in Liga al termine della stagione 1997-98. Il terzino destro ha soltanto ventidue anni e viene notato dal Depor che sborsa un miliardo di pesetas per vestirlo di biancazzurro insieme al compagno di squadra Turu Flores. Dopo un anno di “ambientamento”, Manuel Pablo diventa il padrone incontrastato della corsia destra, appuntandosi sul petto numerosi trofei: la Liga 1999-00, due Supercoppe spagnole (2000 e 2002), una Copa del Rey nel 2002 e una Coppa Intertoto nel 2007-08. Si ritira nel 2016, a oltre quarant’anni, dopo aver messo insieme quasi quattrocento partite in campionato con la casacca del Deportivo La Coruña.

29. José Marcelo Ferreira ZÉ MARIA

Zé Maria ha iniziato a dribblare ostacoli quarant’anni fa, quando era solo un ragazzino che amava il calcio e sognava di arrivare in Italia. Il Real Madrid lo voleva, ma lui ha preferito la Serie A dicendo “sì” al Parma. Era il 1996 e il brasiliano approdò in una squadra ricca di talenti, crescendo al fianco dei Campioni del Mondo del futuro: Buffon e Cannavaro. Nonostante l’esperienza in gialloblù con Ancelotti alla guida non possa dirsi pienamente soddisfacente, Zé Maria si farà apprezzare qualche anno più tardi, al suo ritorno dalla parentesi carioca con il Palmeiras. È il 2000 quando mette nuovamente piede a Perugia alla corte del presidentissimo Gaucci che lo aveva prelevato già nel 1998 e spedito in patria per ritrovare il feeling con il pallone che sembrava quasi perduto. Il laterale destro si trova Serse Cosmi alla guida e con il tecnico umbro si esalta, integrandosi alla perfezione e dimostrando di essere un giocatore indispensabile per i Grifoni. Le sue ottime prestazioni gli valgono l’interessamento e la chiamata del patron dell’Inter, Massimo Moratti, dove rimane per due stagioni; sotto la guida di Roberto Mancini vince uno Scudetto (nel 2006, assegnato a tavolino ai nerazzurri dopo le vicende di Calciopoli), due Coppe Italia (2005 e 2006) e una Supercoppa italiana.

28. Juliano Haus BELLETTI

Prima di Messi, per i tifosi della squadra Blaugrana il nome di Belletti era l’equivalente di Champions League. È sua la firma che nel 2006 consentì ai catalani di completare la rimonta sull’Arsenal sotto la pioggia dello Stade de France di Saint Denis. Sebbene non abbia mai vestito i panni del titolare inamovibile, l’italo-brasiliano (la sua famiglia ha origini forlivesi) ha recitato cospicue parti da attore protagonista con alcuni dei club più gloriosi d’Europa e del Brasile. Cresciuto nel vivaio del Cruzeiro, Belletti si è fatto apprezzare durante la sua permanenza al San Paolo, dal quale il Villarreal lo ha prelevato nel 2002. Al Madrigal, Juliano è uno dei migliori interpreti nell’avventura che porta il Submarino Amarillo al successo in Coppa Intertoto e alla semifinale di Coppa UEFA. Assicura corsa e copertura e per questo viene messo sotto contratto dal Barcellona di Rijkaard nel 2004. Veste i panni di eroe (neanche tanto) per caso in occasione della finalissima di Champions League nel 2005-06 e due campionati dopo vola al Chelsea con cui vince anche una Premier League.

27. LAUREN Bisan-Etame

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È nato in Camerun, ma Lauren è cresciuto calcisticamente in Spagna. Infatti, veste la maglia biancorossa del Siviglia, città nella quale si è trasferita la sua famiglia anni addietro. Dopo aver messo insieme diverse presenze nella formazione B degli andalusi, il cursore di fascia – che, grazie alla sua duttilità riesce anche a distinguersi sulla corsia opposta – vince i suoi primi trofei con la maglia del Mallorca che nel 1998 si aggiudica la Supercoppa di Spagna. Disputa due ottime stagioni con il club delle Baleari, tanto da convincere l’Arsenal a sborsare ben oltre i sette milioni di sterline per accaparrarselo. Con i Gunners è uno dei principali interpreti del periodo aureo del club londinese, facendo parte della squadra degli Invincibles che domina la Premier League nel 2003-04. Insieme ai successi conquistati con la nazionale camerunense – due Coppe d’Africa nel 2000 e nel 2002 e l’oro olimpico di Atene 2000 – Lauren diventa uno dei beniamini di Highbury. Nel gennaio 2007, dopo sei tornei e mezzo con i londinesi, viene ceduto al Portsmouth. Termina la carriera nel 2010 con il Cordoba.

26. Jocelyn ANGLOMA

Nativo del Guadalupa. Buona prestanza fisica e ottime doti atletiche gli consentono di intraprendere una scalata che lo porterà ai massimi livelli del campionato francese con il Paris Saint Germain e successivamente con l’Olympique Marsiglia, dopo aver militato nell’Amiens e Lille. Al Velodrome vivrà uno dei momenti più belli della sua carriera, alzando davanti ai suoi tifosi – al ritorno dall’Olympiastadion di Monaco di Baviera – la Coppa dei Campioni 1993, conquistata nella finale del 1993 contro il Milan di Capello. Nel 1994 sbarca in Italia e approda a Torino. Alla corte di Nedo Sonetti riesce ad inserirsi perfettamente negli schemi tattici del tecnico piombinese, dimostrando di avere le carte in regola per ben figurare anche nel campionato più bello del mondo. Le ottime prestazioni gli rendono merito e conquista ben presto la convocazione del CT Jacquet per gli Europei inglesi del 1996. I francesi giungeranno ad un passo dalla finale, ma saranno estromessi ai tiri dal dischetto contro la rivelazione Repubblica Ceca di Poborsky e compagni. Dopo una breve esperienza all’Inter di Hodgson, Jocelyn passerà al Valencia, per poi terminare la sua carriera al Mestalla all’età di trentasette anni.

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