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Chi sono i terzini destri più forti degli ultimi 30 anni?

22 Ottobre 2021

20. Stefan REUTER

Sboccia tra le file del Norimberga e le sue prestazioni costantemente sopra le righe lo portano presto alla corte dei grandi. Approda al Bayern di Monaco conquistando due campionati e una supercoppa di Germania. Arriva in Italia alla Juventus, nella stagione 1991-92, che lo acquista per quattro miliardi e mezzo di lire. La sua avventura con i bianconeri sarà però fallimentare a causa di ripetuti infortuni ed evidenti disaccordi con Trapattoni. Tornò cosi in patria accasandosi al Borussia Dortmund con cui vinse la Champions League 1997 prima di terminare la sua carriera alla soglia dei trentotto anni.

19. JORGINHO de Amorim Campos

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Tanta corsa e spirito combattivo. Pedina importante per la Nazionale Verdeoro, con la quale disputa due edizioni mondiali. La prima è quella del 1990 in Italia, la seconda quella del 1994 negli Stati Uniti. Terzino destro con un’ottima propensione al cross in fase offensiva. A testimonianza di ciò, è proprio lui ad operare il traversone che consentì a Romario di insaccare il definitivo 2-1 contro la Svezia al Rose Bowl di Pasadena. Gioca per il Flamengo, fino a quando le ottime prestazioni lo conducono oltreoceano al Bayer Leverkusen nella stagione 1989-90. La BayArena, sarà casa sua per ben tre stagioni, al termine delle quali passerà al Bayern Monaco, quello delle stelle Mehmet Scholl, Christian Ziege e Lothar Matthäus. Diventa fin da subito una colonna portante della squadra allenata da Ribbeck, ma gli scarsi risultati non portano nuovi stimoli, tant’è che Jorginho decide di prendere la strada del Sud-Est asiatico. Vola in Giappone, al Kashima Antlers, per poi rientrare in patria a trentacinque anni concludendo la carriera tra San Paolo e Fluminense.

18. Massimo ODDO

Il giovane Massimo cresce all’ombra di papà Francesco che di professione fa il calciatore. Mette in mostra le sue doti nel florido vivaio della Renato Curi Angolana di Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, con cui si aggiudica il Campionato Nazionale Allievi. Il Milan si accorge del suo profilo e a diciassette anni lo chiama per rinforzare la formazione Primavera. I Rossoneri lo mandano, dunque, in giro nelle serie minori: accumula esperienza con Prato, Lecco e Monza, finché s’impone tra le fila del Napoli che conquista la promozione in Serie A nel 1999-00. Viene dunque acquistato dal Verona e con Malesani in panchina s’impone nel panorama italiano così tanto che, due anni dopo, è la Lazio a metterlo sotto contratto. Implacabile dal dischetto, Massimo si distingue per l’interpretazione del suo ruolo, riuscendo a conciliare egregiamente la fase difensiva e quella d’attacco, tanto da finire nel novero dei ventitré che Lippi porta con sé al Mondiale del 2006. Il Milan lo acquista nel gennaio del 2007, ma non riesce ad avere assicurato il posto da titolare. Viene infatti mandato in prestito al Bayern Monaco e infine al Lecce, con cui conclude la carriera nel 2012 a trentasei anni.

17. Francisco Javier ARCE

Seppur non si sia mai cimentato con il calcio europeo, sicuramente Chiqui Arce è uno dei terzini destri che hanno maggiormente influenzato la nostra epoca. Dall’altra parte dell’Oceano, infatti, il difensore laterale è uno degli uomini-simbolo dell’Albirroja che vive della gloria mondiale conferita alla Nazionale paraguaiana dalla presenza di José Luis Chilavert. Fa la sua prima apparizione sui campi europei, infatti, proprio in occasione della kermesse iridata che nel 1998 si svolge in Francia, facendosi apprezzare non solo per le proprie qualità atletiche, ma anche per la sua precisione sui calci di punizione che gli conferiscono il ruolo di alter ego del portiere nativo di Luque quando c’è da occuparsi di un tiro franco sul lato opposto a quello ottimale di Chilavert. Disputa con il Paraguay due Mondiali, mentre con le squadre di club si ricorda particolarmente la sua esperienza con il Grêmio (con cui vince un Brasileirão nel 1996) e il Palmeiras.

16. Thomas HELVEG

Photo: Ferraro – Zennaro – ANSA

Dava il meglio quando aveva campo davanti a sé, potendo così sprigionare la potenza della sua progressione per poi pennellare cross millimetrici per gli attaccanti. Bierhoff, nella fattispecie. Pagato otto miliardi e mezzo di lire dall’Udinese nel novembre del 1993, Helveg si guadagnò il rispetto di tutti i compagni e dell’ambiente grazie alla sua generosità e al suo dinamismo. Dopo aver scritto le più belle pagine della storia recente del club friulano, viene acquistato in blocco dal Milan – insieme all’ariete Bierhoff ed al tecnico Zaccheroni – per riportare in cima al campionato italiano un Milan in crisi di risultato da due anni. In rossonero vive un quinquennio di successi: il danese è fra i grandi protagonisti dello Scudetto 1998-99 conquistato dal tecnico di Meldola. Fa registrare trentuno presenze e un gol in Coppa Italia. Nell’ultima annata in rossonero conquisterà anche la Champions League. Con la Danske Dynamite conta oltre cento presenze, disputa i Mondiali del 1998 e si conferma il quarto giocatore danese di sempre per partite disputate con la maglia degli scandinavi.