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I flop della Roma anni ’90 fanno sempre emozionare

13 Ottobre 2021

Ivan TOMIC

Caso studiato nelle migliori università del mondo: il centrocampista serbo Tomic arriva alla Roma nel 1998 dopo cinque stagioni promettenti al Partizan Belgrado; viene impiegato col contagocce per due annate, quindi girato in prestito al Deportivo Alaves e infine impiegato nuovamente come scalda-panchine dalla Lupa. Totalizza appena quindici gare di campionato in giallorosso. In quattro anni. Si dice che rispetto al balcanico sia stato sul terreno di gioco più spesso il magazziniere di Trigoria.

Dmitrij ALENICHEV

Se uno che ha vinto la Champions League segnando in finale, ha totalizzato cinquantacinque gettoni nella Nazionale russa e può vantare un palmarès di tutto rispetto, figura in questa lista può far storcere il naso a molti. Eppure siamo sicuri che i romanisti sanno perché è stato un acquisto assurdo: nella memoria pochissime azioni degne di questo discreto trequartista, tanti passaggi a vuoto in un anno e mezzo con bassi a piene mani e alti distribuiti con parsimonia. Il sodalizio con Zeman prima e Capello poi non ha funzionato, altrove è stato decisivo.

Gustavo Javier BARTELT

Stessa finestra di mercato, stessa voglia di stupire i tifosi e gli esperti con un nome esotico, nuovo e mai sondato prima. Invece la sorpresa si è rivelata una meteora più unica che rara, l’archetipo di acquisto sbagliato. Bartelt, preso per tredici miliardi di lire, era una seconda punta veloce, matura, tecnica, troppo innamorata della palla e poco efficace. Alla Roma hanno preferito dimenticarlo in fretta: 15 incontri di serie A in poco meno di quattro annate, nessuna marcatura; l’unica rete messa a referto in Coppa Italia contro il Chievo, che allora militava in serie B. Il paragone con Caniggia si ferma alla capigliatura e alla nazionalità. Gustavo, 13 miliardi per un gol.

Alessandro FRAU

Da Porto Torres con furore. Tredici squadre, quasi tutte tra interregionale e professionismo, a cui si aggiunge senza senso la Roma. Al termine della stagione 1997-98 la compagine della sua città arriva quattordicesima in C2, ma lui colpisce gli osservatori capitolini e fa un triplo salto, fino a giocare sette partite in serie A. Dalla Sardegna all’Olimpico per qualche mese è stato l’attaccante di scorta al servizio di Totti & co.