Privacy Policy Il Tricolore sventola sempre in Germania: la rosa dell’Under 21 a campione d’Europa 2004 - Pagina 4 di 5

Il Tricolore sventola sempre in Germania: la rosa dell’Under 21 a campione d’Europa 2004

14 Gennaio 2022

13. Andrea BARZAGLI (Chievo Verona)

La certezza. Essenziale. Lo dimostrano i fatti. Minuti giocati 450 su 450. Uno di quei difensori che tutti gli allenatori vorrebbero a propria disposizione. Forte fisicamente, veloce, pulito completo, adattabile a qualsiasi situazione. Centrale, perfettamente impiegabile sia in uno schieramento con la difesa a quattro che a tre elementi. All’occorrenza adattabile anche come terzino destro. Insieme ad Amelia, Zaccardo, Gilardino, De Rossi è uno degli azzurrini che due anni dopo, sempre in Germania, diverrà Campione del Mondo. Dopo le stagioni eccezionali con il Palermo passa al Wolfsburg e vince subito la Bundesliga. A trent’anni la sua avventura tedesca finisce e la sua carriera sembra essere in fase calante. La Juve gli da fiducia, lo acquista per una cifra bassissima e il ragazzo di Fiesole si riscatta diventando un pilastro fondamentale nella conquista dei sedici titoli bianconeri, ripagando la fiducia juventina e riprendendosi cosi la maglia della Nazionale Azzurra che non vedeva da tre anni.

14. Cesare BOVO (Roma)

Doveva essere una riserva. All’origine la coppia dei centrali difensivi era formata da Barzagli e Bonera. Nella partita d’esordio però il capitano viene espulso, e nella seconda lui lo sostituisce egregiamente. Da quel momento non esce più dal campo e diventa un elemento imprescindibile per la truppa di mister Gentile. Non contento in finale a sette minuti dal termine approfitta dell’errore di Milojevic per segnare il gol del momentaneo 2-0 che di fatto spegne sul nascere ogni speranza di rimonta serba. Nato come terzino sinistro si adatta ben presto al ruolo di centrale molto abile nei contrasti dotato di un ottimo tiro dalla distanza che in più di una circostanza gli ha permesso di estrarre dal cilindro qualche pregevole rete su calcio di punizione. Cresce nella Roma, “matura” nel Parma, diventa un fedelissimo del Palermo, e dopo il passaggio al Genoa vive un’altra esperienza importante in maglia granata del Torino.

15. Marco DONADEL (Milan)

De Rossi, Palombo, Brighi, sì ma alla fine il più utilizzato a centrocampo è lui, segno tangibile della fiducia che ripone in lui Claudio Gentile. Titolare in quattro partite su cinque è il quinto giocatore con più minutaggio della spedizione azzurra. Nella finale contro la Serbia serve un delizioso cross per il colpo di testa di De Rossi che apre la strada dell’Italia verso il titolo. Tanti chilometri macinati lungo i campi della Serie A, per un totale di 244 partite nel nostro massimo campionato. Partito dal Milan passato per Lecce, Parma, Sampdoria trova nella Fiorentina il timbro da apporre alla sua carriera. Poco più di sei stagioni in maglia viola, con il primo gol in Serie A, le prime partite europee e l’esperienza in Champions League, con quel Bayern Monaco-Fiorentina e il furto dell’Allianz Arena del 2010 che grida ancora vendetta. Un po’mediano, un po’ regista, chiude la sua carriera nella Major Soccer League, in Canada, tra le fila del Montreal.

16. Alessandro POTENZA (Inter)

Aveva già conquistato un Campionato Europeo, con l’Under 19, in Liechtenstein un anno prima. Titolare fisso nella squadra allenata da Paolo Berrettini con alcuni compagni dal futuro assicurato come Chiellini, Pazzini, Padoin, Lodi, e Aquilani. In Germania è il più giovane della spedizione ma non viene utilizzato neanche per un minuto. Verrà impiegato molto più spesso alla rassegna europea di categoria nel 2006. Esordisce in Serie A con l’Ancona di Nedo Sonetti è l’inizio di lungo giro intorno allo stivale che lo porta da nord a sud, da Parma a Caserta, con in mezzo le tappe più belle del suo percorso, per sua stessa ammissione, come quelle vissute a Firenze e soprattutto Catania. Senza dimenticare le annate oltre i confini italiani, poco più che ventenne nel Maiorca e verso la fine della sua carriera in India, con Blasi e mister Materazzi tra le fila del Chennaiyin.

17. Giandomenico MESTO (Reggina)

Soldato fedele. Dove lo metti sta. Uno dei giocatori più duttili della rosa italiana. Esterno oppure ala, con mansioni difensive o votato per dare una mano ai compagni del reparto offensivo, sulla corsia di destra c’è sempre Giandomenico Mesto. Uomo assist della spedizione azzurra, suggerisce al meglio Gilardino per i gol contro Bielorussia e Portogallo e Sculli contro la Serbia. Duttilità è la prima prerogativa si diceva nel curriculum del calciatore di Monopoli. Ad eccezione del portiere, ha ricoperto praticamente qualsiasi ruolo. Uomo dalle 330 presenze in Serie A è uno degli eroi della Reggina di Mazzarri che ottiene la salvezza nonostante la penalizzazione di undici punti. Genoa è l’altra tappa importante del suo cammino con cui arriva a confrontarsi nelle competizioni europee. Nel Napoli esordisce in Champions League ma la rottura del legamento crociato ne condiziona notevolmente l’utilizzo e la costanza di rendimento.