15 giocatori lanciati e consacrati da Zemanlandia
19 Marzo 2021
Marco DI VAIO

La prestigiosa carriera di Marco Di Vaio comincia nella primavera della Lazio. Zeman ne intuisce sin da subito le doti, e consegna al giovanissimo attaccante romano i galloni di vice-Casiraghi nel campionato 1994-95. Di Vaio mostra subito il suo proverbiale senso del gol, siglando quattro reti (tre in Serie A) nelle sue tredici apparizioni stagionali in biancoceleste, prima di dare il via alla sua carriera che l’ha visto conquistare titoli di capocannoniere, sino alla maglia della Nazionale.
Igor KOLYVANOV

Esterno moscovita, arrivato dalla Dinamo Mosca si affaccia al grande calcio nel Foggia dei Miracoli. Nella prima stagione non vive momenti felici, complice qualche infortunio di troppo, trovando però cinque reti in tutte le competizioni. Nella seconda e la terza stagione la definitiva consacrazione con ben dodici reti, undici in Serie A. La sua duttilità d’impiego su tutto il fronte d’attacco gli assicura una stabile permanenza nella massima serie italiana, vestendo per cinque stagioni anche la casacca rossoblù del Bologna, dopo altrettante stagioni al Pino Zaccheria.
Roberto RAMBAUDI

Dopo tanta gavetta tra Serie C1 e C2, Rambaudi riceve la chiamata del Foggia in Serie B. Roberto piazza le sue tende sulla fascia destra del Pino Zaccheria e Zeman lo esalta come ala, facendone un fulcro del suo gioco. L’anno della storica promozione in A dei Satanelli Rambaudi mette in mostra tutto il suo repertorio, fatto di corsa, tecnica e velocità: realizza ben quindici reti in trentasette presenze, non deludendo neanche in occasione del suo esordio in massima serie, durante la quale trova la via del gol in nove occasioni. Le strade dell’attaccante e tecnico si separano nell’estate del 1992, per poi ritrovarsi nel 1994 alla Lazio. Con le Aquile le presenze sono molte, ma i gol sono solo nove in tre stagioni sotto la guida del boemo. Rambo, infatti, ha dovuto cambiare il suo modo di interpretare il ruolo, per assicurarsi la titolarità con la maglia biancoceleste dopo un biennio non indimenticabile all’Atalanta. Segna di meno, è vero, tuttavia, grazie a questa sua nuova interpretazione del ruolo, trova la maglia della Nazionale in diverse occasioni.
Salvatore SCHILLACI

Totò, palermitano di nascita, divenne per tutti gli anni ’80 il simbolo della Messina calcistica. Punta rapida e opportunista, vide la sua vita cambiare quando Zeman sedette sulla panchina dei giallorossi. In riva allo Stretto, il boemo trascorse soltanto una stagione, ma tanto bastò per far vivere a Schillaci la sua miglior stagione in carriera: ventitré gol. Tutti legati alle nuove idee ed interpretazioni tattiche del tecnico ceco: insegnamenti che gli furono utili per esaltare le sue caratteristiche di uomo d’area di rigore. Era il torneo 1988-89 ed al termine di quel campionato fu addirittura la Juventus a bussare alla porta dei peloritani. È lì che si è spalancato dinanzi agli occhi di Totò il portone delle Notti Magiche, di cui Schillaci divenne l’inaspettato e magnificato eroe.
Giuseppe SIGNORI

Dopo numerose stagioni di assestamento e di evoluzioni tattiche, Beppe Gol fiorisce a Foggia sotto la guida di Zeman. Il ragazzo di Leffe si presenta al boemo nel ruolo di ala sinistra. Al boemo occorre poco tempo per accorgersi come quella non sia la posizione migliore per esaltare le caratteristiche di Beppe e, dopo avergli affidato compiti più consoni alle sue inclinazioni ed averne avvicinato il raggio all’area di rigore, Zdenek cambia la vita di Signori. In Puglia si scatena ed è uno spettacolo per quantità di gol e qualità delle giocate. Sono ben trentotto le occasioni in cui Giuseppe mette il suo nome nel tabellino dei marcatori durante le tre stagioni trascorse al Pino Zaccheria ed in occasione del ritorno in Serie A, il Foggia termina il torneo al nono posto finale, conquistandosi tutte le attenzioni degli addetti ai lavori italiani ed europei. Le ottime prove fornite in rossonero lo portano a Roma, sponda Lazio, dove la sua carriera esplode definitivamente. Nell’estate del 1994 ritrova ancora Zeman ed i destini s’intrecciano ancora positivamente. Si ricostituisce – seppur in parte – un frammento di Zemanlandia e la Lazio termina i due campionati successivi al secondo e terzo posto, durante i quali Signori si erge sempre a protagonista, fino ad ottenere nel 1996 il suo terzo titolo di capocannoniere in Serie A.
Daniele Riefolo

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