Privacy Policy Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego

Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego

30 Ottobre 2022

Se la giuria di France Football avesse potuto premiare anche i calciatori sudamericani, di certo la classifica del Pallone d’Oro 1986 sarebbe stata diversa. Ecco la nostra graduatoria

Come sarebbe andata se non avessero costruito il Muro di Berlino? E se gli americani non fossero andati sulla Luna? E se non si fossero sciolti i Beatles? Con il gioco dei se potremmo interrogarci per una vita intera, senza vederne peraltro la fine. E siccome queste pagine sono nate con il chiaro intento di sollevare l’animo del nostalgico che alberga in ognuno di noi, abbassiamo – e di molto – il tiro, ponendoci un interrogativo che potrebbe quasi sfociare nel retorico. Come sarebbe andata nel 1986 se la redazione di France Football avesse esteso il proprio raggio d’azione anche ai giocatori non europei?

A riguardar la storia del prestigioso premio assegnato dal periodico transalpino al miglior giocatore europeo – fino al 1995, anno in cui fu gratificato George Weah, primo calciatore a testimoniare lo sdoganamento continentale del riconoscimento – s’accappona la pelle all’idea che sacerdoti del pallone come Pelé e Maradona non abbiano potuto fregiarsi dell’aureo trofeo.

Non vogliamo macchiarci di apostasia nei confronti della celebre redazione, è vero, ma vogliamo semplicemente sollazzarci, stilando il nostro personalissimo Pallone d’Oro del 1986 in cui il premio – spesso per mancanza di veri talenti sul suolo del Vecchio Continente – è stato assegnato a un calciatore che non evoca propriamente brividi o imprese storiche. Specie nell’anno in cui vi fu la dimostrazione in mondovisione di com’è possibile vincere un Mondiale praticamente da solo, trascinando una squadra dietro sé stessi. Abbiamo dunque aggiunto e “incastrato” nella graduatoria ufficiale quelli che abbiamo ritenuto i dieci migliori sudamericani all’ordine snocciolato da France Football. Colmando quei vuoti, o raddrizzando la classifica che per protocollo e regolamento aveva escluso molti carioca e troppi argentini.

Eh, Dieguito? Sarebbe stato bello se al suo posto ci fossi stato tu. Se stanno fischiando le orecchie a Igor Belanov, gli chiediamo umilmente scusa. Ma davanti a cotanto D10s, non si può far altro che chinare la testa e applaudire.

30. Abdelkrim Merry KRIMAU (Marocco)

Non solo sudamericani in classifica, ma anche gli eroi di un miracolo sportivo. Menzione d’onore e alla carriera per il calciatore più rappresentativo di quel Marocco che è riuscito nella storica impresa della qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. Inseriamo, dunque, il centravanti del Le Havre: è il più dotato tecnicamente agli ordini del commissario tecnico carioca José Faria. La sua carriera si è svolta interamente in Francia e, oltre ad aver segnato una delle tre reti al Portogallo che danno la qualificazione agli atlantici, detiene il record di reti segnate in una stagione con il Metz (23). Giù il cappello per Krimau.

29. Harald SCHUMACHER (Germania Ovest)

È il primo di quattro portieri in classifica. Harald è il simbolo di una generazione di portieri ed è l’erede di Sepp Maier fra i pali del Mannschaft. Con il Colonia ha appena sfiorato la vittoria in Coppa UEFA, arrivando alla finalissima poi persa contro il Real Madrid, mentre in Germania Ovest viene premiato per la seconda volta come giocatore dell’anno, dopo il 1984. Tra i successi conquistati in nazionale si ricorda l’Europeo del 1980 disputato in Italia, mentre al suo collo pendono due medaglie d’argento mondiali: prima la finale persa a Madrid contro l’Italia, poi quella contro l’Argentina a Città del Messico.

28. Ruud GULLIT (Olanda)

Sta sbocciando un tulipano nero tra i campi olandesi. Ha una potenza e una tecnica che sono fuori dal comune e sono tanti i club che lo stanno adocchiando. Gioca nel PSV Eindhoven che l’ha prelevato nel 1985 dai rivali del Feyenoord e col successo in campionato Ruud è già a quota due campionati vinti. Ed ha soltanto ventiquattro anni. Seppur l’Olanda non ha preso parte al Mondiale messicano, Gullit è uno dei punti di riferimento della nuova generazione Oranje, tanto da vincere per la seconda volta il premio di calciatore olandese dell’anno dopo quello del 1984. È l’alba di una carriera ricca di successi.

27. Jorge Paulo FUTRE (Portogallo)

È l’astro nascente del Portogallo ed è il trascinatore del Porto che si sta affacciando al calcio che conta. Quel che è certo è che è il più talentuoso della sua nazionale e, seppur la sua presenza non consenta ai lusitani di lasciare il segno durante i Mondiali messicani, ormai è chiaro a tutti che la sua carriera sta per prendere il volo. Con i Dragões vince il campionato e si aggiudica il premio di miglior calciatore del Portogallo. Un discreto palmares per un ventenne, no?

26. Luis Miguel FERNANDEZ (Francia)

Il centrocampista spagnolo naturalizzato francese è una delle colonne del centrocampo dei Bleus e del Paris Saint-Germain da tempo, ormai. E saluta il club capitolino nel migliore dei modi: vincendo il campionato. Quando la classifica viene ufficializzata, infatti, Luis è uno dei punti di riferimento del Matra Racing, l’altra espressione del calcio parigino che, però, non avrà la stessa fortuna del PSG. Fernandez è uno degli eroi della nazionale che ha vinto l’Europeo nel 1984, mentre nell’anno successivo ha vinto il titolo di miglior calciatore francese dell’anno.

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