Privacy Policy Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego - Pagina 3 di 6

Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego

30 Ottobre 2022

20. Michel PLATINI (Francia)

Le Roi è uno dei più attesi. I duelli domenicali con Maradona sui campi della Serie A appassionano in Italia e oltre i confini. Ora c’è l’opportunità di fronteggiarsi di nuovo dopo il duello iridato a distanza nel 1982. E se la prima volta era stato proprio Michel ad aggiudicarselo, questa volta Platini deve levarsi la corona per porgerla sulla testa di Diego. Ormai, infatti, il francese si avvia verso la fase calante della sua carriera e dopo aver conquistato l’ultimo Scudetto con la Juventus e l’Intercontinentale contro l’Argentinos Juniors, dà l’addio ai Bleus al termine del torneo. Un anno dopo appenderà gli scarpini al chiodo. Dopo tre successi consecutivi, bisogna lasciar lo spazio anche ai nuovi che lo succederanno.

19. Jean-Marie PFAFF (Belgio)

Se Ceulemans guida i compagni di squadra in avanti, quando c’è da difendere la porta il Belgio può fare affidamento su uno dei portieri che definire “estroso e di talento” appare tutto sommato riduttivo. Jean-Marie Pfaff è l’indiscusso numero 1 della nazionale ormai da un decennio e con il Bayern Monaco alza tre Meisterschale uno dopo l’altro. Nel 1987 l’IFFHS gli conferisce il premio di miglior portiere del mondo, a coronamento di una carriera che comunque termina soltanto nel 1990 con i turchi del Trabzonspor.

18. JOSIMAR Higino Pereira (Brasile)

Eccolo il cosiddetto black horse, la sorpresa inattesa del 1986. È il terzino destro del Brasile e del Botafogo che sorprende tutti, anche il suo commissario tecnico Telê Santana che scopre di avere a sua disposizione un ragazzo capace di difendere, attaccare e anche segnare. Infatti, riesce a trovare la via del gol per due volte durante la competizione, colpendo l’Irlanda del Nord e la Polonia e finendo a furor di popolo nel FIFA Best XI al termine del Mondiale. Come molti dei suoi colleghi il suo periodo di grazia dura il tempo di un’estate e ben presto torna nell’anonimato, non prima di aver vinto anche una Copa America nel 1989.

17. Alessandro ALTOBELLI (Italia)

Se Cho-Kwang Rae non avesse mandato il pallone in fondo alla sua porta, Spillo avrebbe segnato tutte le reti realizzate dagli Azzurri nella catastrofica spedizione messicana. È forse l’unico a salvarsi dalle critiche dopo il Mondiale, anche perché sembra vivere una seconda giovinezza, nonostante abbia compiuto trentuno anni. E se con l’Inter non vince trofei né in Italia, né in Europa, riesce comunque a segnare con una tale regolarità da essere uno dei pochi italiani – assieme a Roberto Pruzzo – in grado di mettere in difficoltà i bomber stranieri che furoreggiano in Serie A.

16. SOCRATES Brasileiro Sampaio (Brasile)

Photo: David Cannon – Allsport

Dopo l’esperienza in Italia con la Fiorentina, Socrates torna sul palcoscenico iridato con la ferma convinzione di dimostrare che la sua parentesi viola è stata soltanto un incidente di percorso. E lo fa prendendo per mano con la sua tecnica sopraffina il Brasile che si ferma, però, ai calci di rigore (con giallo) persi contro la Francia. Sarà quella l’ultima, amara apparizione del Dottore con la maglia verdeoro. Non certo il modo che aveva immaginato per dire addio alla Seleção.