15 goleade “Made in Zemanlandia”
27 Marzo 2021
Da qualche parte si legge che la rapsodia è un termine greco che indica una composizione musicale libertina: c’è un rhapsoidos, un narratore, che presenta parti di un poema epico in cui convivono un’anima calda e una fredda.
Zdenek Zeman è proprio quel narratore che, con il suo calcio, ha messo in mostra entrambi i volti di questo poema, dove esisteva un’anima calda che inseguiva il gol e lo spettacolo, ed una fredda, tipica degli uomini dell’est. Un’anima bohemièn, come era ovvio: lo si era capito già dagli esordi come allenatore del Licata, in cui vince il campionato di serie C2 dell’85 con dei numeri – 58 gol segnati e 30 subiti – che saranno il filo conduttore della sua carriera e del suo pensiero. Con questi presupposti darà vita ad una nuova filosofia che troverà sbocco in tutti gli anni ’90, quelli del nostro calcio: prima col Foggia dei Miracoli, poi con la Lazio e con la Roma, passando anche per Lecce, facendo innamorare i tifosi dello spettacolo molto più che del risultato. Con Zeman si alternano giornate di puro splendore, totalmente fuori dagli schemi convenzionali del calcio italiano, ad altre di profondo sconforto, perché si segna tanto ma a volte si subisce anche di più: due anime che convivono, appunto, nello stesso poema calcistico.
Perché Zdenek Zeman è essenzialmente un filosofo che, sigaretta dopo sigaretta, ha fatto della sua Bohemian Rhapsody una scuola di pensiero da applicare al gioco più bello del mondo negli anni delle Sette Sorelle, e se non ci emozioniamo ripensando a quelle partite pirotecniche con il boemo in panchina allora, forse, non dovremmo essere amici.
Se invece lo facciamo, allora ripescare quei ricordi ammantati di mito e nostalgia sarà stupendo: per questo abbiamo scelto quindici tra queste sfide ricche di gol, da leggere tutte d’un fiato per riempirci gli occhi di meraviglia e spettacolo.
E dunque, signore e signori, bentornati a Zemanlandia.
9 febbraio 1992, Foggia-Fiorentina 3-3

Basterebbe leggere il tabellino dei marcatori per sentirsi vivi ed emozionarsi. Al vantaggio di Batistuta rispondono, già nella prima frazione, Rambaudi, Baiano e Shalimov: il primo la mette dopo un assist da sinistra, il secondo si infila al centro della retroguardia saltando Mareggini e appoggiando in rete mentre il russo scarica un bolide da fuori area. Sono quindici minuti in cui la Fiorentina non sa bene cosa si stia abbattendo su di lei, ma quando la Viola torna in campo prova subito a rimettere le cose a posto: dopo appena sette minuti, il solito Bati mette giù di petto un assist dalla trequarti e scarica un destro sul primo palo che batte Mancini. Il Foggia si vede annullare il gol del possibile 4-2 messo a segno da Signori, con Zeman che al termine del match non nasconde l’amarezza, prima di subire il pareggio definitivo ancora da Batistuta.
12 aprile 1992, Atalanta-Foggia 4-4

Ciò che accade all’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo è una sorta di manifesto di Zemanlandia: dopo il vantaggio atalantino causato da un autogol di Consagra, arriva il pareggio di Baiano. Nel secondo tempo la squadra pugliese dilaga: un altro autogol, stavolta di Minaudo, e le successive reti di Shalimov (ancora da fuori) e Rambaudi portano il punteggio sul 4-1. La partita sembra chiusa, poi Petrescu si fa espellere lasciando il Foggia in dieci uomini e l’oscillazione del pendolo della gara cambia completamente: Cornacchia, difensore con la “d” maiuscola, si reinventa attaccante e segna un’incredibile tripletta in meno di quindici minuti, finisce 4-4.
24 maggio 1992, Foggia-Milan 2-8

Per l’ultima giornata del campionato 1991-92, il Foggia riceve il Milan campione d’Italia allo Zaccheria: la squadra di Capello arriva nel Tacco d’Italia da imbattuta, con in rosa giocatori del calibro di Gullit, Maldini e il Cigno di Utrecht, Van Basten. Dopo il vantaggio milanista, i soliti Signori e Baiano rimontano la corazzata meneghina, evidenziando soprattutto nell’occasione del pareggio quelle triangolazioni veloci che tanto hanno contraddistinto il calcio zemaniano in Puglia. Nella ripresa il Foggia va in vacanza anzitempo e subisce sette gol, sancendo un nuovo record per il campionato: segnano Gullit, due volte Van Basten e due volte Simone e infine Fuser, con in mezzo l’autogol di Matrecano.
6 giugno 1993, Fiorentina-Foggia 6-2

Più che lo spettacolo tipicamente zemaniano, ciò che rimane di questa partita è la retrocessione dei Viola nonostante il punteggio tennistico e nonostante il sale buttato sugli spalti dai tifosi più superstiziosi. Ciccio Baiano veste la maglia della Fiorentina e segna una doppietta, così come Batistuta: a dieci minuti dal termine il punteggio è sul 6-0, poi Di Biagio e Petrescu accorceranno le distanze.
15 gennaio 1995, Lazio-Foggia 7-1

Il passato di Zeman torna a fargli visita all’Olimpico e la sua squadra risponde con una goleada, iniziata e terminata nel secondo tempo: il Foggia resta in dieci già nella prima frazione, poi c’è spazio per la tripletta di Boksic e la doppietta dell’ex Signori, inframezzate dai gol di Casiraghi e Fuser. In questa Lazio c’è anche un giovane difensore in rampa di lancio: ha i capelli ancora corti e il numero 13 sulle spalle. Si chiama Alessandro Nesta e se ne sentirà parlare parecchio.

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