La cavalcata del Genoa nella Coppa UEFA 1991-92
17 Marzo 2021
19 settembre 1991. Stadio Carlos Tartiere di Oviedo. In quello che è comunemente noto come il capoluogo delle Asturie, nella parte nord-occidentale della Spagna, sta per avere inizio una delle più belle e romantiche storie del calcio degli anni Novanta. Nel primo turno della Coppa UEFA, infatti, si affrontano due esordienti nella manifestazione continentale: i padroni di casa ed il Genoa, guidato in panchina dal Mago della Bovisa, al secolo Osvaldo Bagnoli. Quest’ultimo, tecnico capace di portare ad uno storico scudetto l’Hellas Verona a metà della decade precedente, ha guidato i rossoblù ad una storica qualificazione in Europa nella stagione precedente, quando all’ultima giornata è la Juventus a cadere a Marassi sotto i colpi di Branco e Skuhravy, che valgono uno splendido quanto inaspettato quarto posto. Un’impresa che forse passa sottotraccia, per ovvie ragioni di rivalità cittadina: lo scudetto, infatti, finisce sul petto dell’altra Genova, quella blucerchiata.

Ma torniamo alla sfida di Oviedo. L’arbitraggio dello svedese Fredriksson lascia più di qualche perplessità e gli spagnoli (che in attacco hanno il rumeno Lacatus, in gol ad Italia ’90 e poi visto in maglia Fiorentina) passano con un gol sul finire della prima frazione di Bango, che vince un rimpallo su azione da corner e fredda Braglia, con un preciso diagonale. Al “Ferraris”, dunque, bisogna vincere con due gol di scarto e le cose sembrano mettersi piuttosto bene, grazie alla complementarietà dei due attaccanti: a metà del primo tempo, infatti, Aguilera ispira Skuhravy e il gigante cecoslovacco fulmina Viti con la specialità della casa, il colpo di testa. Strada spianata? Neanche per idea: la difesa ligure va in bambola e Carlos impatta. C’è tutta la ripresa per andare a caccia dell’impresa, ma il gol della speranza sembra non arrivare mai: lo segna con un missile da fuori area Caricola, uno che di solito i gol li prova ad evitare, pochi minuti dopo l’ingresso in campo di uno dei tanti protagonisti che ci guarda da lassù, il povero Andrea Fortunato. Per centrare il pass per i sedicesimi serve un altro gol: benedetta la Zona Cesarini e il fiuto del gol del solito Skurhavy, che si inerpica su cross dalla destra di Ruotolo e lascia di stucco Viti.

Nel secondo turno l’urna pesca una squadra rumena, la Dinamo Bucarest, ma le difficoltà della tornata precedente sono solo un lontano ricordo. A Marassi, con il Genoa in maglia bianca, è Pato Aguilera a prendersi la scena, firmando il primo ed il terzo gol di una serata in discesa, nel mezzo il destro di un mancino doc come Claudio Branco, che sarà protagonista anche qualche riga più sotto, a lasciare qualche speranza agli ospiti una sfortunata autorete di capitan Signorini, che proprio ad un passo dal 90’ vale il definitivo 3-1. Ma allo Stadionul Dinamo, casa della formazione finanziata dal Ministero degli Interni, si capisce che non c’è partita: il 6 novembre è un’altra autorete, stavolta di Matei, a vanificare già in principio i sogni di rimonta dell’undici di Halagian, che ha nel portiere Stelea e in Munteanu i giocatori più rappresentativi, nella ripresa lo 0-2 lo firma il solito Aguilera, prima di un rilassamento generale che porta i padroni di casa a pareggiare, senza però mai mettere in bilico il discorso qualificazione.

Si torna nuovamente a Bucarest anche il 27 novembre, ma stavolta la cornice è quella del Ghecea, casa della Steaua. Sulla panchina dei padroni di casa siede Jenei, in attacco il folletto Dumitrescu, che ispirato da Hagi farà piangere un’Argentina orfana di Maradona ai mondiali americani di qualche anno dopo. Tra i pali esordisce Gianluca Berti, in difesa Signorini viene rilevato da Collovati, uno che nel 1982 aveva sollevato al cielo proprio la Coppa del Mondo, e che non lesina tutta la propria esperienza in supporto ai compagni: il gol partita lo segna il solito Skuhravy, mentre davanti al pubblico amico la decide nuovamente Aguilera, che firma l’1-0 al quarto d’ora della ripresa. La saggezza di Bagnoli, in anni in cui il calcio all’italiana si vede insidiato dai discepoli di Arrigo Sacchi, si vede dai dettagli: nel return-match, giusto per non rischiare, mette dentro a due minuti dalla fine il difensore Corrado al posto dell’attaccante uruguaiano. Che gli esteti del calcio storcano pure il naso: l’importante è vincere, non partecipare.
Per consacrare all’immortalità e alla storia quello che vi stiamo raccontando, però, serve un’impresa epica. E l’occasione arriva propizia il 4 ed il 18 marzo del 1992: dopo la sosta invernale delle competizioni continentali, per entrare tra le prime quattro del torneo serve passare sul cadavere del Liverpool. Badate bene, siamo nei primi anni di ritorno in Europa dei club inglesi post-Heysel, e la Premier League non si è ancora concretizzata, ma nei Reds ci sono una vecchia volpe come Ian Rush, un giovanissimo Steve McManaman e Steve Nicol, quest’ultimo autore dell’ininfluente errore dal dischetto nella finale di Coppa dei Campioni 1983-84 contro la Roma. E c’è, soprattutto, una gara di ritorno da giocare ad Anfield, non esattamente una gita fuori porta. Ma il Genoa ha attributi d’un certo tipo e si spiana la strada davanti ad un pubblico amico in visibilio, soprattutto dopo lo splendido sinistro al volo del carneade Fiorin su cui Hooper vola ma non arriva. 1-0, buon punteggio. Che diventa ancora migliore quando Claudio Ibrahim Vaz Leal, per tutti Branco, disegna una traiettoria balistica perfetta su punizione dai 35 metri che va a togliere le ragnatele dall’incrocio. Ma a Liverpool bisogna lottare, anche se con un buon vantaggio in saccoccia: Aguilera gela la Kop facendosi trovare pronto sul secondo palo, per poi esultare danzando, ad inizio ripresa l’ex juventino Rush ha qualche sassolino da togliersi con quel calcio italiano che non lo ha mai apprezzato e pareggia, dando il via all’assalto di colore rosso, con Braglia chiamato più volte a chiudere la saracinesca. Al minuto 72, però, Eranio scambia con Skuhravy e si invola verso l’area, appoggia ad Aguilera e Pato non si fa pregare. 1-2, qualificazione in ghiaccio e tutti a casa.

È semifinale, con l’Ajax di un giovanissimo Van Gaal. Dall’altra parte il Torino, altra outsider sorprendente, contro il Real Madrid. A Marassi, però, è subito in salita: Petterson approfitta di una incertezza di Braglia e dopo nemmeno sessanta secondi porta i lancieri in vantaggio. L’assist è di Van’t Schip, che poi diventerà rossoblù, ma senza lasciare traccia. Skuhravy colpisce il palo, ma dall’altra parte è il futuro foggiano Roy a raddoppiare, dopo un salvataggio sulla linea di porta del capitano, Gianluca Signorini. Serve una scintilla per recuperare ed è Aguilera, come sempre, ad innescarla, riuscendo a mettere in rete la doppietta che riequilibra la sfida. Ma il finale stavolta è amaro: Bergkamp serve Winter in uno scambio tra futuri “italiani” ed il centrocampista visto alla Lazio ed in nerazzurro gela il pubblico genoano col 2-3. Ad Amsterdam, dove non si gioca nella futuristica Arena che non è stata ancora costruita ma all’Olympisch Stadion costruito per i Giochi del 1928, serve un miracolo: è Iorio a firmare il vantaggio rossoblù nel finale di primo tempo, ma ad inizio ripresa cala il sipario. Jonk recupera la sfera e calcia a rete, Braglia devia ma il più lesto è Bergkamp, che spiana la strada ai suoi alla finale.

Manca il lieto fine, è vero, quello di una finale tutta italiana col Toro e con Gianluca Signorini ad alzare il trofeo al cielo. Ma siamo certi che dal cielo, quel libero vecchia maniera col numero 6 sulle spalle, stia spegnendo proprio adesso le 61 candeline, sorridendo pensando a quella splendida cavalcata tra le grandi d’Europa.
Damiano Reverberi
I TABELLINI
Trentaduesimi di finale
REAL OVIEDO – GENOA 1-0
Real Oviedo: Viti, Zuniga, Gorriaran, Luis Manuel, Jerkan, Elcacho, Berto, Bango (65’ Paco), Vinals, Carlos, Lacatus (74’ Jankovic). Allenatore: Irureta.
Genoa: Braglia, Torrente, Ferroni (85’ Fiorin), Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo (85’ Pacione), Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. Allenatore:Bagnoli.
Arbitro: Fredriksson (Svezia)
Rete: 44’ Bango.
GENOA – REAL OVIEDO 3-1
Genoa: Braglia, Torrente (70’ Fortunato), Branco, Ferroni (78’ Cecchini), Caricola, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Fiorin. Allenatore:Bagnoli.
Real Oviedo: Viti, Zuniga, Gorriaran, Jerkan, Sanudo, Rivas, Berto, Bango (74’ Vinals), Elcacho, Carlos (74’ Paco), Lacatus. Allenatore: Irureta.
Arbitro: Schmidhuber (Germania)
Reti: 20’ Skuhravy (Genoa), 37’ Carlos (Real Oviedo), 73’ Caricola (Genoa), 89’ Skuhravy (Genoa).
Sedicesimi di finale
GENOA – DINAMO BUCAREST 3-1
Genoa: Braglia, Ferroni, Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. Allenatore: Bagnoli.
Dinamo Bucarest: Stelea, Kadar, Pana M., Mihali, Dobos (64’ Atomulesei), Matei, Munteanu, Gerstenmajer, Cheregi, Pana C., Moga (73’ Scinteie). Allenatore: Halagian.
Arbitro: Sundell (Svezia)
Reti: 15’ Aguilera (Genoa), 22’ Branco (Genoa), 59’ rigore Aguilera (Genoa), 88’ autorete Signorini (Dinamo Bucarest).
DINAMO BUCAREST – GENOA 2-2
Dinamo Bucarest: Stelea, Kadar (61’ Atomulesei), Selimesci, Matei, Cristea, Cheregi, Munteanu, Gerstenmajer, Moga, Pana C. (46’ Mihaescu), Demollari. Allenatore: Halagian.
Genoa: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. Allenatore: Bagnoli.
Arbitro: Lewis (Inghilterra)
Reti: 8’ autorete Matei (Genoa), 53’ Aguilera (Genoa), 68’ Gerstenmajer (Dinamo Bucarest), 89’ Cristea (Dinamo Bucarest)
OTTAVI DI FINALE
STEAUA BUCAREST – GENOA 0-1
Steaua Bucarest: Stingaciu, Cristescu, Ungureanu, Mirea, Gilka, Bucur, Vladoiu (59’ State), Dumitrescu, Marian Popa, Panduru, Stan. Allenatore: Jenei.
Genoa: Berti, Torrente, Branco (85’ Fiorin), Eranio, Caricola (63’ Ferroni), Collovati, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. Allenatore: Bagnoli.
Arbitro: Soriano Aladren (Spagna)
Rete: 21’ Skuhravy.
GENOA-STEAUA BUCAREST 1-0
Genoa: Braglia, Torrente, Fiorin, Eranio, Collovati (90’ Bianchi), Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera (88’ Corrado), Skuhravy, Onorati. Allenatore:Bagnoli.
Steaua Bucarest: Stingaciu, Panait, Ungureanu, Mirea, Gilka, Bucur, Andrasi, Dumitrescu, Popa (75’ State), Panduru, Stan. Allenatore: Jenei.
Arbitro: Marko (Cecoslovacchia)
Rete: 61’ Aguilera.
QUARTI DI FINALE
GENOA-LIVERPOOL 2-0
Genoa: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Fiorin (69’ Onorati). Allenatore: Bagnoli.
Liverpool: Hooper, Jones, Burrows, Nicol, Wright, Marsh, Saunders, Houghton, Walters (83’ Venison), Mølby, McManaman. Allenatore: Souness.
Arbitro: Förstinger (Austria)
Reti: 39’ Fiorin, 88’ Branco.
LIVERPOOL-GENOA 1-2
Liverpool: Hooper, Jones (64’ Venison), Burrows, Nicol, Mølby, Wright (16’ Tanner), Saunders, Marsh, Rush, Barnes, McManaman. Allenatore: Souness.
Genoa: Braglia, Torrente, Branco, Eranio, Collovati, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera (85’ Caricola), Skuhravy, Onorati (78’ Fiorin). Allenatore:Bagnoli.
Arbitro: Van der Wijngaert (Belgio)
Reti: 27’ Aguilera (Genoa), 49’ Rush (Liverpool), 72’ Aguilera (Genoa).
SEMIFINALI
GENOA-AJAX 2-3
Genoa: Braglia, Torrente (85’ Iorio), Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati (58’ Ferroni). Allenatore:Bagnoli.
Ajax: Menzo, Blind, Alflen, Jonk, De Boer, Winter, Van’t Schip (83’ Vink), Kreek, Pettersson, Bergkamp, Roy. Allenatore: Van Gaal.
Arbitro: Nielsen (Danimarca)
Reti: 1’ Pettersson (Ajax), 61’ Roy (Ajax), 73’ Aguilera (Genoa), 80’ Aguilera (Genoa), 89’ Winter (Ajax).
AJAX-GENOA 1-1
Ajax: Menzo, Silooy, Jonk, De Boer (74’ Vink), Van’t Schip, Kreek, Pettersson, Bergkamp, Roy (79’ Van Loen). Allenatore: Van Gaal.
Genoa: Braglia, Collovati, Branco, Eranio, Caricola, Signorini, Ruotolo (77’ Fiorin), Bortolazzi, Iorio, Skuhravy, Ferroni (77’ Onorati). Allenatore: Bagnoli.
Arbitro: Biguet (Francia)
Reti: 38’ Iorio (Genoa), 47’ Bergkamp (Ajax).

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