Privacy Policy La classifica degli stranieri più prolifici nella storia della Serie B

La classifica degli stranieri più prolifici nella storia della Serie B

15 Aprile 2022

La chiamano “la più nobile delle meno nobili”. Ed è per questo che ci si rivolge puntualmente con sguardo compassionevole alla dea Eupalla, esclamando: «Madre perdonali, perché non sanno quel che dicono». Ed è quanto di più scontato e lapalissiano semmai si analizzassero le dinamiche della serie cadetta con l’attenzione che le si dovrebbe tributare. Se nel massimo campionato, negli ultimi anni, si è vissuto di soliloqui semi-decennali, per la sua natura e per la sua peculiarità la Serie B è spontaneamente portata al sovvertimento di dinamiche e protagonisti.

E noi, amanti della cadetteria, la amiamo proprio per questo: un po’ folle, un po’ scapigliata. Ingredienti essenziali che portano puntualmente al divertimento ed al coinvolgimento emotivo. Inoltre, da sempre essa rappresenta il laboratorio per far crescere in vitro i campioni del domani o per dare una seconda chance a chi, destrutturato dalle dinamiche sempre più viziate della “serie regina”, riesce ad esprimersi per quel che naturalmente si è: difensori arcigni o attaccanti implacabili.

Li abbiamo conosciuti grazie alla Serie B la maggior parte dei campioni che, nel corso degli anni, hanno fatto palpitare i cuori dei più: da Hubner a Toni, da Tavano a Immobile, passando per Godeas, Protti e Calaiò. Ma non sono soltanto stati gli eroi “fatti in casa” ad aver fatto la fortuna della categoria. Oggi, infatti, in occasione dell’anniversario di compleanno di Jeda, dobbiamo e vogliamo celebrare quei calciatori stranieri che per più volte sono finiti sul tabellino dei marcatori. Sono venticinque, ma sarebbero centinaia. Onde evitare di rompere l’internet per eccessi di emotività, ci limitiamo alla top-twentyfive. Necessità ed accortezze da esterofili.

Adrian RICCHIUTI – 36 reti

Sebbene sia nato a Lanus, in Argentina, nel 1978, sentendolo parlare lo si sentirebbe facilmente scivolare nel dialetto riminese. Infatti, è proprio lì che Ricchiuti ha trovato la sua seconda casa. Complessivamente ha vestito la maglia biancorossa per ben dieci stagioni e mezza, ma è stata la parentesi tra il 2002 ed il 2009 quella più ricca di soddisfazioni. Adrian, che qualche anno addietro sarebbe stato apostrofato con l’appellativo di “seconda punta”, ha trascinato gli adriatici dalla Serie C2 alla B grazie al suo gran repertorio di giocate. Con il Rimini, ha tagliato il traguardo della cadetteria a ventisette anni, nel pieno della sua maturità, ma non era un esordiente totale, avendone già calcato i campi con le casacche di Genoa e Pistoiese. Al Romeo Neri ha vissuto i suoi anni più belli ed è ancora negli occhi di tutti la rasoiata con la quale batte Buffon, neo-campione del mondo, in occasione dell’esordio assoluto della Juventus in Serie B. Quando si fa la storia.

Ahmad BENALI – 36 reti

Per metà libico, per metà inglese. Ma tutto italiano, a conti fatti. Il jolly di centrocampo, infatti, è ormai nel Belpaese da quando ha vent’anni. Ahmad cresce nel Manchester City e mentre sogna un futuro da Citizen, un infortunio lo colpisce, convincendo gli Sky Blues a non rinnovargli il contratto. Così, ad appena vent’anni, Ahmad si trova a dover ricominciare da zero. Il Brescia trova il suo sì e le Rondinelle trovano il loro metronomo di centrocampo che cresce a vista d’occhio, tanto da segnare addirittura nove gol nel torneo 2014-15. Viene così acquistato dal Palermo per poi essere girato al Pescara, con una promessa: gli adriatici avrebbero dovuto riscattarlo in caso di promozione. Ed è così che Benali si danna l’anima per portare il Delfino in Serie A. Il successivo torneo dei Biancazzurri, però, sarà un disastro ed è uno dei pochissimi a salvarsi, segnando sei reti alla fine dell’anno. Tuttavia la sua avventura in Abruzzo termina di lì a poco: a gennaio 2018 torna in A, acquistato dal Crotone. E con i pitagorici rimane fino a gennaio 2022, quando viene ceduto al Pisa: sembra uno scherzo del destino, ma la prima rete in nerazzurro giunge proprio contro i suoi ex compagni di squadra e aiuta i toscani ad imporsi per 3-2 sui calabresi.

Massimiliano VIERI – 36 reti

Ma come? Il fratello di Christian Vieri è straniero? Che ci crediate o no, carte alla mano, è così. Dotato di doppia nazionalità, il più piccolo dei due ha scelto di appoggiare la causa dei Socceroos quando il commissario tecnico Frank Farina – ex carneade nel Bari 1991-92 – ha iniziato a monitorarlo durante il campionato 2003-04, quando Max corre e segna per il Napoli in Serie B. Riesce addirittura a vestire per sei volte la maglia degli oceanici, ma quando Guus Hiddink sostituisce il predecessore, il suo sogno di partecipare ai Mondiali s’infrange. Ed anche il suo rendimento che, complice un infortunio, scende drasticamente nei successivi campionati. Ciononostante, trova il tempo per farsi ricordare dai tifosi dell’Ancona. Con i marchigiani, infatti, segna ben ventidue reti in due stagioni, mentre sono cinque i centri per stagione segnati rispettivamente con Verona e Napoli. Chiudono il bilancio le quattro realizzazioni con la casacca della Ternana, prima dell’annata a bocca asciutta (2005-06) vissuta tra Trieste ed Arezzo.

Gianluca LAPADULA – 37 reti

Ben sappiamo che il rischio di rivederlo in queste posizioni di classifica è altissimo. Il vizio del gol, d’altronde, è uno dei suoi marchi di fabbrica. E lo si sa in tutti gli angoli del globo. Gianluca, infatti, nasce all’ombra della Mole e durante la gestione di Ventura lo si è visto anche vestire la maglia azzurra della Nazionale italiana, realizzando anche una tripletta contro il San Marino. La prospettiva della federazione del Perù di convincerlo ad accettare la propria convocazione, alla luce della nazionalità della sua mamma, sembrava fosse definitivamente tramontata. E invece, complice un drastico calo delle sue prestazioni (e la non ufficialità del match disputato con l’Italia), Lapadula si convince ad accettare le lusinghe della Blanquirroja, vestendo la maglia dei sudamericani con la diagonale rossa nel novembre 2020. Se l’attaccante è giunto sin qui, c’è lo zampino di chi ha saputo valorizzarlo: merito del Teramo che nel 2014-15 lo acquistò dal Parma ormai fallito, mettendogli accanto un’altra bocca di fuoco come Alfredo Donnarumma. Le sue ventuno reti contribuirono alla promozione dei Biancorossi, cancellata poi dalla giustizia sportiva, ma fu il trampolino di lancio verso Pescara dove, con Massimo Oddo in panchina, Gianluca riuscì a raccogliere l’eredità di Immobile, segnando la bellezza di trenta reti complessive (ventisette in campionato e tre nei play-off) e trascinando il Delfino alla promozione in Serie A. Da lì il passaggio al Milan, poi successivamente al Genoa e al Lecce dove però non è riuscito mai ad esprimersi al meglio, seppur in Salento abbia segnato undici reti. Quindi il passaggio al Benevento con cui mira di nuovo alla promozione in Serie A – forte delle sue dieci reti (alla data in cui vi scriviamo, ndr) – sebbene l’andamento delle dinamiche con la società sannita sia foriera di frizioni ed incomprensioni (eufemismi).

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