Privacy Policy Quel 29 agosto difficile da dimenticare per i tifosi della Reggina

Quel 29 agosto difficile da dimenticare per i tifosi della Reggina

29 Agosto 2021

Da giugno ad agosto, da Torino a… Torino, memorie indelebili dell’estate 1999. Al Delle Alpi si fa la storia, sarebbe proprio il caso di dire. Sì, perché, nella prima giornata del massimo campionato italiano, quella a cavallo tra i due millenni, il posticipo serale delle 20:30 del 29 agosto di ventidue anni fa, tra Juventus e Reggina, è un autentico sogno ad occhi aperti. Da una parte la “Vecchia Signora” dall’altra la neopromossa calabrese che dopo 85 anni di storia approda nell’ “Olimpo” del calcio.

In riva allo Stretto si respira ancora il profumo della promozione ottenuta il 13 giugno grazie ai gol di Cozza e Martino, inframezzati dall’inzuccata di Ferrante, e forse c’è ancora incredulità quando al momento del sorteggio dei calendari esce fuori il nome della Juventus quale prima avversaria della squadra del presidente Foti. Un battesimo di fuoco per gli amaranto, ospiti dei bianconeri di Carlo Ancelotti, subentrato a metà della stagione precedente al dimissionario Marcello Lippi e con chiare intenzioni di tornare a vincere il tricolore.

Gli undici iniziali sono da brividi, soprattutto se si pensa agli intrecci futuri delle carriere dei vari giocatori. Ci sono anche alcuni dei protagonisti della finale del Mondiale 2006 di Berlino tra Italia e Francia. Da Ferrara (nello staff tecnico in Germania) a Del Piero e Inzaghi, passando per Zambrotta e, ovviamente, Zidane. E Pirlo? Pirlo non era ancora arrivato alla Reggina, lo avrebbe fatto da lì a poche settimane più tardi (esordio a Bologna, con assist per il gol-partita di Possanzini).

Juventus che tra i pali schiera Edwin Van der Sar, arrivato dall’Ajax che qualche anno prima (1996) proprio contro la Juve aveva perso la finale di Champions League ai rigori. In difesa Ciro Ferrara, l’uruguaiano Montero ed il cosentino Mark Iuliano (un solo gol in Nazionale, segnato al Granillo di Reggio Calabria contro il Portogallo, ndr). Centrocampo composto da un altro esordiente in bianconero, arrivato direttamente dal Bari, Gianluca Zambrotta, insieme al nigeriano Oliseh, ed i senatori Alessio Tacchinardi ed Antonio Conte. Sulla trequarti c’è Zidane ad ispirare le punte, Alex Del Piero e Pippo Inzaghi.

Dall’altra parte la Reggina di Franco Colomba, rientrato sulla panchina calabrese dopo aver sfiorato la A nel ’97-’98. Il tecnico grossetano schiera davanti al portiere Paolo Orlandoni (in futuro ci sarà anche il suo nome famoso ‘triplete’ dell’Inter, ndr) i centrali Stovini, Giacchetta ed il giovane Bruno Cirillo; sulle ali pronti a portare la linea difensiva a cinque, Andrea Bernini ed il reggino doc, Giovanni Morabito. In mezzo al campo densità e qualità con Ezio Brevi, Nenad Pralija e Roberto Baronio, mentre lì davanti c’è l’imprevedibilità di Davide Possanzini e la concretezza di un altro interessantissimo giovane che probabilmente a Reggio Calabria ha trovato la sua definitiva consacrazione in la Serie A, Mohamed “Mimmo” Kallon, primo attaccante con il numero 2 sulle spalle.

Storia nella storia, Giacchetta, bandiera e capitano degli amaranto, ritrova la Serie A dopo averci giocato nel Napoli di Maradona e Careca dieci anni prima. Tre presenze e una sola rete realizzata, che arrivò al San Paolo, in pieno recupero risolvendo lo 0-0 che l’Atalanta stava imponendo ai partenopei di Ottavo Bianchi. L’intreccio? Beh, in quel Napoli e in quella partita c’era anche Ciro Ferrara…
Provando ad immedesimarci nei “fantallenatori” reggini dell’epoca, doveva apparire veramente strano vedere in campo i propri beniamini da una parte ed i giocatori che sicuramente andavano a comporre la propria rosa del Fantacalcio. Erano gli anni di Tele+, erano gli anni in cui anche nei bar e nei ristornati si allestivano le postazioni televisive per seguire la partita tutti insieme.

Stretta di mano a centrocampo e scambio di gagliardetti tra Conte e Giacchetta, agli ordini del signor Racalbuto di Gallarate. Inizia la sfida ed è la Juventus a fare giustamente la partita, ma non riesce a sfondare, specialmente in mediana dove Colomba ha tessuto bene la sua ragnatela, facendo filtro davanti alla difesa. Serve un episodio per sbloccare l’equilibrio e arriva alla mezz’ora. Brevi “buca” un intervento nella zona nevralgica del campo, Zidane non si fa pregare e lancia sul filo del fuorigioco Inzaghi per l’1-0 dei bianconeri che resterà tale fino all’intervallo, pur essendoci state alcune occasioni per raddoppiare.

Nella ripresa Ancelotti inserisce Mirkovic e Bachini in luogo di Iuliano e Zambrotta. Tatticamente non cambia nulla, ma la Reggina è sul pezzo e alla prima vera occasione non fallisce il suo appuntamento con la storia. Al 2’ c’è l’angolo di Baronio, serie di blocchi in area e Kallon tutto solo spedisce di testa in fondo al sacco il punto del pareggio. È il delirio sugli spalti per i 3000 spettatori reggini, è il delirio sulla panchina amaranto da parte di tutto lo staff. Indimenticabile il sorriso dell’ivoriano Serge Aristide Dié e la gioia del giovane Massimo Campo (che debutterà nella massima serie qualche minuto più tardi). Reggina che con le unghie e con i denti si difende, Ancelotti ci prova anche con Kovacevic, ma nulla da fare. La tremenda botta su punizione di Oliseh, deviata dalla barriera, si stampa sul palo e la sfera danza sulla linea di porta prima di essere bloccata da Orlandoni. Calabresi che chiudono in inferiorità numerica, data l’espulsione di Bernini, ma qualche minuto prima c’è ancora spazio per un altro pezzo di storia.

A 35 anni e 8 mesi fa il suo esordio in Serie A Maurizio Poli, al posto di Pralija. Un debutto da incorniciare, andando ad ingabbiare e limitare nelle giocate un campione come Zidane. Poli che, come Giacchetta, faceva parte della Reggina fin dalla Serie C1, è tra i giocatori più anziani ad avere esordito in Serie A. La speciale classifica annovera nei primi due posti Maurizio Pugliesi (portiere dell’Empoli che detiene il record dal maggio del 2016) e l’allenatore-giocatore della Lazio degli anni ’30, Amilcar. 
Juventus e Reggina si congedarono sull’1-1: bianconeri che in quella stagione persero lo scudetto all’ultima giornata nel nubifragio del Curi, mentre all’Olimpico la Lazio superò proprio la Reggina per 3-0 (reti di Simone Inzaghi, Veron e Simeone), la quale a sua volta era già salva da una settimana dopo l’1-1 contro il Verona griffato Cammarata-Bogdani. Per la squadra di Colomba non fu l’unico risultato “clamoroso” fatto registrare fuori casa in quella stagione: amaranto che uscirono infatti indenni in entrambe le occasioni dal San Siro/Meazza, pareggiando 2-2 contro il Milan e 1-1 contro l’Inter, senza dimenticare il 2-0 rifilato alla Roma di Capello all’Olimpico. Ma questa è un’altra storia…

Il tabellino.
JUVENTUS-REGGINA 1-1 (pt 1-0)

JUVENTUS (3-4-1-2): Van der Sar; Ferrara, Montero, Iuliano (1’st Mirkovic); Conte, Oliseh, Tacchinardi (31’st Kovacevic), Zambrotta (1’st Bachini); Zidane; Del Piero, Inzaghi. A disp. Isaksson, Birindelli, Pessotto, Esnaider. All. Ancelotti.  

REGGINA (3-5-2): Orlandoni; Cirillo, Stovini, Giacchetta; Bernini, Baronio (47’st Campo), Brevi, Pralija (18’ st Poli), Morabito; Possanzini, Kallon (25’st Reggi).  A disp. Belardi, Diè, Mesto, Vicari. All. Colomba.

ARBITRO: Racalbuto di Gallarate.
MARCATORI: pt 31’ Inzaghi (J), st 2’ Kallon (R).
NOTE: espulso al 31’st Bernini (R) per somma di ammonizioni. Ammoniti: Brevi (R), Inzaghi (J), Oliseh (J), Reggi (R).

di Fabrizio Cantarella

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