16 ottobre 1994: Foggia batte Juventus 2-0 (La video sintesi è un inno alla Nostalgia)
16 Ottobre 2021
Nel calcio, come nella vita, esistono momenti e gare che tendono a illuderci per quanto belli e sorprendenti, soprattutto se capita che questi eventi siano figli di un grande cambiamento, convincendoci che il futuro possa essere più radioso del passato.
È il 16 ottobre 1994 quando a Foggia tutti si illudono che il Foggia dei Miracoli non sia andato via con Zdenek Zeman, il tecnico ceco che nell’estate appena passata ha lasciato il Granaio d’Italia in favore del progetto biancoceleste di Sergio Cragnotti per riabbracciare il suo figlio calcistico prediletto: Giuseppe Signori.
In quella data i Satanelli ebbero la meglio su una delle grandi favorite al titolo: la Juventus. La Vecchia Signora aveva il complesso onere di spodestare il Milan da una lunga egemonia e decise di investire pesantemente sul mercato: gli acquisti di Paulo Sousa, Didier Deschamps e Ciro Ferrara imposero – al netto della sola cessione importante di Dino Baggio, che scherzo del destino segnerà proprio ai bianconeri due reti nella doppia finale di Coppa UEFA ai bianconeri, portandosi a casa la coppa a discapito della sua ex squadra – di lottare al vertice. A fine stagione il tricolore verrà cucito sul petto assieme alla coccarda della Coppa Italia.
A Foggia il clima è decisamente diverso: i fasti del tridente dei sogni, Baiano-Rambaudi-Signori, sono ormai un ricordo, e con l’addio di Zeman in estate in molti pensarono che i rossoneri fossero giunti al capolinea. Per cercare di ovviare alla mancanza dell’allenatore boemo, Giuseppe Pavone (il direttore sportivo) decise di affidare la guida tecnica a Enrico Catuzzi.
La scelta cadde sul tecnico nativo di Parma per due motivi principali: l’essere un adepto di Zeman – fu suo collaboratore ai tempi di Palermo – soprattutto l’abilità nel lavorare coi giovani. Catuzzi, soprattutto durante gli anni baresi – fu il tecnico de La Bari dei baresi che nel 1981-82 sfiorò la Serie A con una squadra composta quasi esclusivamente da calciatori cresciuti nel vivaio biancorosso – propose il gioco spregiudicato di chiara matrice zemaniana, portando nella città di San Nicola la Coppa Italia Primavera. Agli occhi della dirigenza questa situazione ricordo quella del Foggia del 1994: una campagna acquisti fatta di nomi poco altisonanti ma funzionali alle idee del tecnico parmigiano.
Le compagini si fronteggiarono durante la sesta giornata del girone d’andata, con una situazione di classifica che dopo cinque giornate vedeva le squadre distanti solo tre punti (nel primo campionato in cui si assegnavano tre punti in caso di vittoria) con i bianconeri a quota undici ed i rossoneri a otto.
La gara apparve subito in mano alla Juventus che si affidava quasi esclusivamente all’estro di Roberto Baggio per invitare i compagni al tiro: prima Conte e poi Marocchi, ma nessuno dei due centrò lo specchio della porta. Dopo un sussulto pugliese con Di Biagio che lambì il palo, Baggio si mise in proprio impensierendo Mancini due volte, ma il portiere gli negò la gioia del gol.
Al quarantesimo la svolta gara: la pennellata di Mandelli dalla fascia sinistra trovò Bresciani in area, abile a sfruttare una disattenzione di Peruzzi per portare i Satanelli avanti. La rete mosse feroci critiche da parte dell’estremo difensore bianconero, convinto che la sfera non avesse superato interamente la linea. Ad onor del vero, il replay dell’azione sembrò dare ragione al numero uno ospite.
La Juventus reagì nella seconda frazione di gara, spingendo con forza alla ricerca del pareggio, ma al 76’ fu ancora Bresciani a marcare il tabellino con una rete di rara prepotenza: la punta, servita sulla fascia da Mandelli, resistette ad un intervento in scivolata di Fusi, rialzandosi e mantenendo l’equilibrio dopo una carica di Ferrara per scagliare la palla in rete con un violento destro. Lo Zaccheria esplose e dopo cinque minuti rischiò di farlo ancora: Bresciani, quel pomeriggio era davvero immarcabile e si fece stendere in area da Jarni. L’arbitro concesse la massima punizione, ma Biagioni si fece ipnotizzare da Peruzzi.
La gara proiettò i pugliesi nelle zone nobili della classifica e fino all’alba del girone di ritorno riuscirono a gravitare nei piani alti della graduatoria. Tuttavia, dopo il giro di boa maturarono soltanto due vittorie e conseguentemente l’amarissima retrocessione in Serie B. I bianconeri, invece, si rialzarono come solo una grande squadra sa fare, vincendo lo Scudetto e la Coppa Italia, arrendendosi soltanto al Parma nella finale di Coppa UEFA.
16 ottobre 1994 – stadio Pino Zaccheria
FOGGIA – JUVENTUS 2-0
FOGGIA: Mancini, Padalino, Bucari, Nicoli, Di Biagio, Caini (81’ Di Bari), Bresciani, Bressan, Biagioni, De Vincenzo, Mandelli (75’ Sciacca). A disposizione: Brunner, Parisi, Amoruso. Allenatore: Enrico Catuzzi
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara, Jarni, Fusi, Kohler, Paulo Sousa (63’ Tacchinardi), Di Livio, Conte, Vialli, Baggio, Marocchi (46’ Ravanelli). A disposizione: Rampulla, Porrini, Del Piero. Allenatore: Marcello Lippi
Arbitro: Graziano Cesari di Genova
Reti: 39’ Bresciani, 76’ Bresciani
Ammoniti: Bressan e Mancini (Foggia); Jarni e Baggio (Juventus)
di Daniele Riefolo

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