Privacy Policy Quali sono i riti scaramantici più celebri del mondo del calcio?

Quali sono i riti scaramantici più celebri del mondo del calcio?

19 Novembre 2021

Compie 56 anni Laurent Blanc. Il difensore campione del mondo e d’Europa rappresenta tuttora uno dei simboli più maturi della terza (e di maggior successo) ondata della storia del calcio francese dopo la generazione dei Kopa e dei Fontaine degli anni ‘50 e dei campioni europei del 1984 guidati da Michel Platini. Ma non solo: fu anche un grande libero della Serie A con la maglia di Inter e Napoli.

Uno degli emblemi della Coppa del Mondo del 1998 (la prima vinta dalla Nazionale di calcio francese) non è però un gesto tecnico, una sorpresa all’esordio (come la Croazia) o un gol da capogiro. Ma un gesto scaramantico: Blanc all’inizio di ogni partita baciava la testa calva dell’estremo difensore Fabien Barthez.

Si può credere o meno alla scaramanzia, ma di certo questo gesto non fu nefasto per le sorti della squadra. Ecco alcuni dei gesti scaramantici più significativi che hanno contraddistinto gli ultimi anni di calcio europeo.

Entrare in campo con un certo ritardo: l’abitudine di Carlo Mazzone

In Italia Carlo Mazzone è stato un allenatore significativo per tanti aspetti: per la reazione contro i tifosi bergamaschi nel finale di un accesso derby col Brescia, per l’abitudine di stare in panchina quasi sempre in tuta, e per essere uno degli attori protagonisti del finale più folle della storia del campionato di calcio italiano (stiamo parlando ovviamente del 14 maggio 2000). Ma in molti dimenticano un’abitudine singolare del tecnico romano: quella di entrare in campo e di sedersi in panchina a partita già iniziata. Sono decisamente pochi le occasioni in cui Mazzone ha avuto modo di guardare da allenatore una panchina (letteralmente) dall’inizio alla fine.

Hector Cuper e quel suo passare in rassegna i giocatori

Photo Press – World Copyright

Considerato tuttora uno dei tecnici più di insuccesso della storia, Cuper è un abbonato in secondi posti. Portò per due volte di fila (le uniche due volte della sua storia) il Valencia in finale di Champions League. Ma perse nel 2000 contro il Real Madrid e nel 2001 contro il Bayern Monaco. Arrivò secondo nell’ultima finale della storia delle Coppa delle Coppe nel 1999 col suo Maiorca e perse al fotofinish (oltre che un celebre campionato con l’Inter) una finale di Coppa d’Africa a Libreville nel 2017 in un match tra la nazionale egiziana allenata da lui ed il Camerun di Hugo Broos. Si può dire conseguentemente che non portasse molto bene la consuetudine di dare una pacca sul petto a tutti i suoi giocatori nel tunnel dello stadio prima che entrassero in campo.

I biscotti di Filippo Inzaghi

Considerato uno dei più grandi goleador della storia del calcio italiano, Filippo Inzaghi seppur non da titolare scalfì il suo nome anche in occasione della vittoria italiana ai Mondiali del 2006 (sì, non potete dimenticarvi a quale gol ci stiamo riferendo). E probabilmente avrebbe riempito di gol gli stadi di mezza Europa in ogni caso. Ma forse non tutti sanno che anche lui aveva dei riti scaramantici, e prima di ogni partita doveva necessariamente consumare un pacchetto di biscotti Plasmon.

Ultime storie