Privacy Policy La bicicletta di Djalminha e la rosa di quel SuperDepor che vinse LaLiga nel 2000 erano pura poesia

La bicicletta di Djalminha e la rosa di quel SuperDepor che vinse LaLiga nel 2000 erano pura poesia

9 Dicembre 2021

Dopo decenni passati ad arrabattarsi tra Primera e Segunda Divison, il Deportivo La Coruña che risale nella massima divisione del calcio spagnolo agli inizi degli anni ‘90 ha la seria intenzione di sconvolgere le gerarchie della Liga.

Capeggiati dietro la scrivania dal presidente Augusto César Lendoiro e guidati in campo da giocatori del calibro di Bebeto e Mauro Silva, la compagine galiziana si innalza fino alle posizioni di vertice del campionato, vincendo una Coppa del Re nel 1994-95 (2-1 contro il Valencia in finale) e una Supercoppa spagnola la stagione seguente. I tifosi biancoblu iniziano a vedere però la conquista della Liga come un’autentica ossessione, soprattutto dopo che nella stagione 1993-94 il titolo sfuma a undici metri dal traguardo. All’ultima giornata, infatti, il Depor sbaglia un rigore al novantesimo con Djukic e viene raggiunto in vetta dal Barcellona di Romario; i catalani hanno però una differenza reti migliore e possono così bissare il successo dell’annata precedente.

Le cose iniziano a volgere verso una nuova direzione quando nel 1998 sulla panchina del Deportivo arriva un tecnico di matrice basca che da giocatore ha fatto le fortune di Atletico di Madrid e Athletic Bilbao e da allenatore quelle di Real Oviedo, Athletic Bilbao, Real Sociedad e Celta Vigo: Javier Irureta. Il nuovo mister prende le misure alla squadra la prima stagione per poi iniziare una grande cavalcata durante la seconda annata. Dopo un avvio con qualche passo falso, il Depor di Irureta inanella infatti sette vittorie consecutive tra la fine di ottobre e il 18 dicembre 1999, portandosi in testa alla Liga. Il primato verrà mantenuto fino al rush finale, nonostante qualche intoppo lungo il cammino (su tutti la sconfitta contro il Barcellona al Camp Nou).

All’ultima giornata, con la vittoria nel match casalingo contro l’Espanyol, il Depor può così finalmente fregiarsi del titolo di campione di Spagna. È il primo titolo per la compagine galiziana, che diventa per tutti gli appassionati il Superdepor e che negli anni successivi riuscirà a raggiungere addirittura la semifinale di Champions League dopo aver avuto la meglio, tra le altre, di Juventus e Milan.

Ma andiamo a scoprire nello specifico gli eroi di quell’incredibile trionfo:

1. Jacques SONGO’O

Tra i migliori portieri di sempre del calcio africano, Songo’o è stato uno dei successori del mitologico N’Kono come estremo difensore del Camerun. Arrivato in Francia nel 1989, il portiere camerunese ha raggiunto la notorietà difendendo la porta del Metz per tre stagioni. Acquistato dal Deportivo nel 1996 a trentadue anni, Songo’o ha fatto parte del Superdepor fino al 2001, vincendo un campionato, una Supercoppa spagnola e il Trofeo Zamora nel 1997, prima di fare nuovamente ritorno in Galizia per la stagione 2003-04 dopo altre due annate al Metz. Con la nazionale dei Leoni Indomabili ha preso parte a quattro edizioni dei Mondiali, sei edizioni della Coppa d’Africa (vincendo tre volte il titolo) e alla Confederations Cup del 2001.

2. MANUEL PABLO Garcia

Autentica leggenda della squadra biancoblu, Manuel Pablo ha giocato, ad esclusione dei primi due anni di carriera nel Las Palmas, sempre e solo per il Deportivo La Coruña. Il terzino destro ha vissuto sia il periodo d’oro del club galiziano sia il periodo di crisi che ha portato la società nuovamente in Segunda Divison, diventando nel tempo il capitano del team.

3. Enrique Fernandez ROMERO

Terzino sinistro con propensione offensiva, Romero è stato per otto anni una delle colonne portanti del Deportivo, prendendo parte alla vittoria del campionato, della Coppa del Re e delle due Supercoppe spagnole. Gli altri club della sua carriera sono stati: il Logroñes, il Valencia, il Mallorca e il Betis (squadra con cui ha concluso la carriera nel 2007). Le prestazioni con la maglia del Depor gli sono valse la chiamata in nazionale per il Mondiale del 2002, manifestazione in cui è sceso in campo in tre match.

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