Privacy Policy Il record di Ignoffo che non supererà mai nessuno (purtroppo per lui)

Il record di Ignoffo che non supererà mai nessuno (purtroppo per lui)

3 Aprile 2022

Alla voce “Giovanni Ignoffo”, l’ineffabile (ma non troppo) Wikipedia quanto segue: “Detiene il singolare record di play-off persi in sei stagioni consecutive dal 2004-05 al 2009-10 rispettivamente con: Napoli, Salernitana, Foggia e Benevento”. Il destino dev’essersi davvero accanito contro il povero Giovanni, rappresentazione quanto più umana possibile che il detto “non c’è due senza tre”, talvolta, può essere una consolazione.

Gli inizi – Di origine siciliane inizia a far parlare di lui vincendo nel 2002-03 il campionato di Serie C con l’Avellino. Le ottime prestazioni durante quella stagione gli valgono la chiamata del Perugia di Serse Cosmi. Sarà un’annata emozionante con la vittoria della Coppa Intertoto e l’avventura in Coppa UEFA che si ferma soltanto agli ottavi contro i più blasonati olandesi del PSV Eindhoven. Se in Europa la squadra di Gaucci riempie i titoli delle testate giornalistiche è fra le mura amiche che invece i risultati stentano ad arrivare fino all’epilogo amaro della retrocessione arrivata nello spareggio con la sesta classificata di Serie B: la Fiorentina dei Della Valle, che compiva così il definitivo ritorno tra i grandi. Le presenze di Ignoffo in quella stagione furono quattordici e le idee del giocatore sono quelle di rimanere in Umbria per tentare subito la risalita in A, ma la chiamata del Napoli di De Laurentis è di quelle che non si può rifiutare.

Prendere o lasciare? – Unico problema, il Napoli milita in Serie C. Ma a quella realtà non si può dire di no. Tra mille difficoltà iniziali, tra palloni che non ci sono, campi da allenamento da trovare e ritardo nella costituzione della rosa, il Napoli Soccer ottiene il rinvio delle prime due giornate. All’esordio al San Paolo contro il Cittadella ci sono 70.000 spettatori sugli spalti a tifare la squadra allenata da Giampiero Ventura. E il primo gol di quella stagione lo segna proprio Giovanni Ignoffo. I decibel registrati quel giorno, forse, sono stati raggiunti solo dall’illusorio gol di Mertens in Champions contro il Real Madrid. Dopo un girone d’andata zoppicante, nel ritorno gli azzurri fanno il doppio dei punti raggiungendo un piazzamento ai play-off. A vincere il campionato sarà il Rimini, mentre il Napoli esce vincitore, seppur con le ossa rotte dalla semifinale con la Sambenedettese. Ignoffo viene espulso e salta così la finale di andata cosi come il compagno di difesa Scarlato. L’Avellino in un derby tutto campano, trova quindi terreno fertile e fa sua la posta in palio. Al termine della stagione Ignoffo è convinto di una riconferma. È legatissimo all’ambiente, gli stessi tifosi ne hanno apprezzato l’impegno e l’attaccamento alla maglia, ma, la rivoluzione del direttore sportivo Marino porta alla separazione.

La lunga rinascita – Ignoffo non viene riscattato e deve rientrare a Perugia dove però non fa più parte dei piani. Decide di puntare la bussola nuovamente in Campania, a pochi km da Napoli, dove la Salernitana sta rinascendo grazie al Lodo Petrucci e all’intervento di imprenditori locali che hanno evitato la scomparsa del club. La partenza non è delle migliori e anche qui i problemi sono gli stessi. Sì anche quelli di reperire palloni e materiale tecnico in tempo utile per il ritiro di Paestum. A Giovanni sembra di rivivere la storia dell’anno precedente, ma col serio rischio di capitolare perché le realtà non sono minimamente paragonabili. Inserita nel girone A e ottenuto lo slittamento delle prime due giornate, al primo allenamento diretto da Maurizio Costantini i giocatori presenti sono solo dieci. È però in momenti come questi che viene fuori il suo carisma. A segnare poi in maniera netta la sua stagione sarà però il cambio dell’allenatore. L’avvento di Stefano Cuoghi cambia il volto alla stagione dei cilentani. Grazie a una grande tenuta difensiva risalgono la classifica fino al sesto posto, ad un solo punto dalla quinta piazza occupata dal Teramo ed utile per la conquista dei play-off. La squadra però non rompe le righe perché dall’Abruzzo giungono notizie di un Teramo che non avrebbe rispettato alcuni adempimenti amministrativi. Notizie successivamente confermate dalla Disciplinare che penalizza la squadra del presidente Malavolta di quattro punti; cosi, dopo il ricorso respinto dalla CAF, la Salernitana è ufficialmente nei play-off. Nella semifinale però si trovano difronte la nobile decaduta del calcio italiano, dopo lo scandalo della famosa valigetta, il Genoa allenato da Vavassori, arrivato secondo alle spalle di uno Spezia indomabile. All’Arechi è 2-1 per la Salernitana. Al Ferraris, per Ignoffo e compagni sembra materializzarsi la finale quando sul punteggio di 1-1, a cinque minuti dalla fine, una grande giocata di Ciccio Grabbi spalanca la porta a Lopez, regalando il passaggio del turno ai genoani.

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