Privacy Policy Borgonovo e Baggio, storia di un’amicizia oltre la B2

Borgonovo e Baggio, storia di un’amicizia oltre la B2

17 Marzo 2021

Questione di feeling, dicono. In questo caso è stato molto di più. Questa è una storia d’amore, di quelli che fanno giri immensi senza mai andarsene, di quelli che basta uno sguardo, un cenno, un battito di cuore a tempo con quello dell’altro. Amore fraterno, amicizia vera. Tutto racchiuso in una sola parola. B2. Due lettere uguali, due destini che si intrecciano in riva all’Arno nell’estate del 1988, quando il giovane fenomeno Roberto Baggio incontra in maglia viola quello che resta probabilmente il suo partner d’attacco migliore. L’altra metà della mela, per dirla con Platone. Quella metà che si è incontrata con Roberto ha l’aspetto di un ragazzo nato a Giussano il 17 marzo del 1964. Quel ragazzo che intreccia il suo destino con quello di Baggio, dando vita ad una stagione memorabile per loro e pure per la Fiorentina di Eriksson (che chiuderà al settimo posto, qualificandosi per la Coppa UEFA), si chiama Stefano Borgonovo. Un amore vero, che iniziamo a raccontare con quella che è storia recente. Una storia raccontata sul campo dell’Artemio Franchi, l’8 ottobre del 2008. Per l’ultima volta, prima del viaggio di Stefano verso altri campi e altre porte dove far gol. La SLA se l’è portato via nel 2013. 

“Borgogol, Borgogol…”

L’immagine più bella, più famosa e più significativa. Roberto al fianco di Stefano, Stefano che sorride e che parla con gli occhi e che con questi scrive pure. Chantal, Andrea, Alessandra, Benedetta e Gaia ad assistere, emozionatissimi. Baggio non gioca quella sera, e non molla un attimo l’amico Borgo, un “eroe moderno” che conduce una battaglia di quelle che farebbero tremare i polsi e il cuore a tutti. Ma non a Stefano, che sorride molto di più dei presenti, sugli spalti e sul campo, tutti con le lacrime agli occhi e quel nodo alla gola che proprio non se ne vuole andare. La B2 torna al Franchi sfornando la sua prestazione più emozionante. Baggio che accompagna Stefano sotto la Fiesole, Borgo che sorregge il cuore di Roberto, e lo fa attraverso battute che non hanno bisogno di voce per raggiungere il segno e toccare le corde giuste. Del resto la battaglia da combattere è contro La Stronza, quella SLA che si sta mangiando il corpo di Stefano, ma che cuore e anima proprio non riesce ad intaccare. Ed è Borgo a proteggere i cuori e le anime di chi sta intorno a lui. La partita è un contorno, gustoso per carità, ma sempre contorno. La B2 sfila sul campo del Franchi con la maglia viola, il 9 sulle spalle di Stefano, il 10 per Roberto. Nell’intervallo Baggio raccoglie la sfida di Borgo e calcia quel rigore che non ha voluto calciare contro la sua Fiorentina nel 1991, quella sciarpa raccolta mentre esce dal campo e Borgo a festeggiare in maglia viola. Baggio tira, si becca le prese in giro dell’amico e segna a Mareggini. Prima e dopo c’è un Fiorentina-Milan pieno di stelle, di ieri e di oggi. Nessuno ha detto no all’appello di Stefano contro la Stronza. I messaggi di Borgonovo sullo schermo dello stadio rendono toccante ogni momento di quella sera. Quando la B2 è tornata al Franchi. Una prestazione degna della sua fama.

Ventinove gol in due

Un colpo di fulmine, dicevamo. Questo è scattato nell’estate del 1988, quando Stefano arriva in viola e trova ad attenderlo Baggio. Un solo anno insieme è bastato per essere inseparabili, in viola e per sempre. I due segnano ventinove gol in campionato, quattordici Borgo e quindici Roberto, senza pensare gli assist scambiati, i dialoghi veloci. Basta uno sguardo ai due per capirsi, e per confermare alle altre squadre il loro essere davvero letali. Ci sono immagini che in pochi possono dimenticare. Una di queste racconta di un Fiorentina-Juventus del 1989, un freddo 15 gennaio. La B2 mette in crisi i rivali storici, segna prima Roberto su rigore, pareggia Barros. Tutto sembra portare al pari, ma al minuto novanta Baggio mette in mezzo da corner, sbuca Stefano che mette dentro alle spalle di Tacconi. Definire quello che è successo al Franchi “apoteosi” è addirittura riduttivo. Forse il momento più alto della B2 nella storia viola. Un gradino sotto c’è la vittoria, sempre a Firenze, per 4-3 contro l’Inter, prossima a laurearsi campione d’Italia. Baggio pareggia la rete di Matthäus, Cucchi raddoppia per la Fiorentina, poi Serena fa il pari e segna il sorpasso. Non hanno fatto i conti con Stefano che segna una doppietta in pochi minuti, con la seconda e decisiva rete siglata su “assist” di Bergomi. Un qualcosa che non si può dimenticare e che fa parte della storia del nostro campionato e certamente di quella della Fiorentina. 

Una camera e una vita insieme

Caratteri simili, divisi dalla carriera ma non dalla vita. Un anno insieme è bastato per renderli uno legato all’altro in maniera indissolubile, un legame mai sotto i riflettori eppure sempre presente e mai intaccato dal tempo e da un mondo, quello del calcio, che spesso fagocita uomini e sentimenti. Questo è stato il legame tra Baggio e Borgonovo. Stefano che fa le corna a Baggio mentre Roberto parla, entrambi con la tuta della nazionale, Stefano che prende in giro Roberto parlando con la voce del cuore perché purtroppo la Stronza se lo stava già mangiando. Nel corpo, non nella mente, non nel sorriso. Perché quel sorriso Borgonovo lo ha sbattuto sempre in faccia a tutti, nonostante tutto, nonostante la malattia che non conosce pietà ma che può essere sconfitta solo col coraggio di prendere la vita di petto. Quel sorriso di Stefano che rientra con Roberto sul prato del Franchi è un gol sotto l’incrocio dopo un triangolo mozzafiato, è un blues pieno di cose che non possono più succedere eppure sono lì, ora. È un tuffo nel passato reso possibile da un presente che solo grazie a quel sorriso di Stefano può guardare al futuro. Guardare oggi l’ingresso dei due nella partita dell’8 ottobre 2008 è talmente emozionante che quasi non sembra esserci la differenza con le immagini dei due con la maglia viola a sfidare le difese avversarie. Resta lo stesso sentimento, lo stesso legame che nessuna malattia potrà mai scalfire. Stefano che chiede a Roberto di calciare quel rigore che non ha calciato anni fa, Baggio che lo calcia, torna dal compagno e gli dice di non fare più simili scherzi, altrimenti avrebbe bucato le ruote della carrozzina. Sorrisi che nascondono le lacrime. 

“Trasformare il veleno della malattia in medicina per gli altri”

Nel 2013 Stefano ci lascia, lasciando dietro di sé un esempio di vita molto più che luminoso. Un dolore immenso per tutti, ancora di più per Baggio, che riesce a mettere quel dolore in una lettera. In poche righe raccontare una vita insieme, che guarda ad un futuro in cui per trovarsi sarà necessario ascoltare il soffio del vento, o alzare gli occhi verso il cielo, e che riporta ad un passato in cui viene accentuato non il loro essere calciatori. O non solo, almeno. «Ma a dir la verità devo confessarti che il pensiero corre spesso più indietro nel tempo, a quegli anni passati insieme nella Fiorentina. E quando dalla Viola siamo andati tutti e due in Nazionale. Giovani, spensierati, con tutta una carriera davanti. Il nostro sogno che si stava avverando. E sai qual era allora la mia gioia più grande? Forse non te l’ho mai detto: mandarti in gol con un assist e vedere nei tuoi occhi un’infinita felicità. È il ricordo di quella felicità che oggi, caro Stefano, riesce a compensare il dolore per la notizia della tua morte». Una felicità che profuma di umanità, di amore fraterno, di scherzi e di lacrime, di gioie e di delusioni. Di sofferenze, spazzate via da una frase che appare su un sintetizzatore vocale. «Ti voglio bene, Roberto», diceva Stefano. Anche noi a te, Borgogol. Buon compleanno, ovunque tu sia. 

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