Calcio, amore e fantasia: la classifica dei numeri 10 stranieri più forti degli ultimi 30 anni
10 Gennaio 2022
23. Augustine OKOCHA

I calci piazzati e i tiri dalla distanza, sì; ma, soprattutto, i dribbling e le giocate da funambolo, che fanno di Augustine Azuka Okocha, per tutti Jay-Jay, uno dei migliori 10 della sua epoca. Tre mondiali vissuti con la Nigeria, una Coppa d’Africa (1994) e un’Olimpiade (1996) vinte. Germania, Francia col Paris Saint-Germain e Inghilterra: non vi è realtà calcistica dove i suoi numeri non siano ricordati con affetto.
22. Zvonimir BOBAN

Bandiera del Milan, Zvonimir Boban fu acquistato dai rossoneri e girato in prestito al Bari nella stagione 1991-92. Centrocampista che sapeva ispirare il gioco, campione d’Europa con il Milan di Capello nel ‘94, protagonista nell’insperato scudetto del ’99 con Zaccheroni: memorabile l’assist per Weah nel 2-0 con cui Il Diavolo sconfisse la Juventus espugnando il vecchio Delle Alpi. Oggi è Chief of Football della UEFA.
21. Michael LAUDRUP

Il rimpianto più grande: non essersi unito alla Danimarca ripescata, data la guerra in Jugoslavia, per prendere parte a quell’Euro ’92 che poi incredibilmente vincerà. Non si limita certo a questo la carriera di Michael Laudrup, fantasista dall’invidiabile tecnica e dal fisico da calciatore moderno, in Italia con le maglie di Juventus e Lazio. In Spagna si unì al Barcellona rivoluzionario di Cruyff, con cui vinse la Coppa dei Campioni 1992, prima di un passaggio, clamoroso come i suoi assist di esterno, ai rivali eterni del Real Madrid. Ha poi intrapreso la carriera da allenatore, vincendo in Danimarca, Inghilterra e Qatar.
20. Juan Roman RIQUELME

El Mudo: quello sguardo torvo, sintomo di un carattere riservato, ha contraddistinto tutta l’epopea di Juan Roman Riquelme, ragazzo che il 25 ottobre 1997 prese il posto di Maradona nell’ultima partita del Pibe – disputata con la maglia del Boca – prima del ritiro. Riquelme si assunse il peso di “quella” 10, prima di andare in Spagna: male nella fugace annata col Barcellona; bene al Villarreal, portato a un passo dalla finale di Champions League, mancata anche per un rigore da lui sbagliato nella semifinale di ritorno contro l’Arsenal. Tornato a vincere al Boca, anche dopo il ritiro non si è spezzato il cordone con i gialloblù: oggi è vicepresidente degli Xeneizes.
19. Paul GASCOIGNE

La carriera di Paul John Gascoigne avrebbe di certo avuto uno sviluppo molto più importante, se non avesse dovuto combattere contro i suoi demoni più intimi. Centrocampista di classe supportato da un fisico possente, dopo esser cresciuto nel Newcastle ed essersi affermato con il Tottenham Hotspur, si rompe il ginocchio dopo un fallaccio su Charles nella finale della FA Cup 1991, rimandando di un anno il suo approdo alla Lazio. Un gol per pareggiare il derby di Roma prima di un nuovo grave infortunio, in uno scontro col giovane Alessandro Nesta. Una rete al volo contro la Scozia a Euro ’96 – dopo sombrero all’avversario – forse il suo momento calcistico più alto.

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