Calcio, amore e fantasia: la classifica dei numeri 10 stranieri più forti degli ultimi 30 anni
10 Gennaio 2022
18. Gheorghe HAGI

Lo chiamavano il Maradona dei Carpazi: sinistro magico, leader naturale, con qualche eccesso costatogli più volte delle squalifiche. Gheorghe Hagi è il miglior calciatore della storia romena, transitato anche – dopo il Real Madrid e prima del Barcellona – per il Brescia di Corioni e Lucescu, con cui vinse un Torneo Anglo-italiano. Veloce, in grado di fare il trequartista e l’esterno, è stato protagonista di due successi storici del Galatasaray: la Coppa UEFA e la Supercoppa europea del 2001, vinte contro Arsenal (quando venne espulso per una reazione su Tony Adams) e Real Madrid. Oggi allena i romeni del Farul Constanta.
17. Hristo STOICHKOV

Il suo motto preferito era: «Oggi Dio ha confermato di essere bulgaro». Una frase emblematica che inquadra appieno lo spessore carismatico di Hristo, capace di sedersi sul trono dei più grandi che hanno vestito la mitica casacca blaugrana. È il 1990 quando il Barcellona lo pesca nel CSKA Sofia su precisa indicazione di Johan Cruijff: con l’olandese alla guida, Hristo si esalta e diventa l’idolo del Camp Nou. Nel 1994 tocca l’apice della sua carriera, trascinando la Bulgaria ad un incredibile quarto posto ed aggiudicandosi il Pallone d’Oro, nonostante il 4-0 subito in finale di Champions League dal Milan. In Italia viene ricordato per il suo passaggio a vuoto con la maglia del Parma nel 1995-96.
16. Enzo FRANCESCOLI

Zinedine Zidane ha chiamato Enzo suo figlio, proprio in onore di Enzo Francescoli, attaccante uruguaiano che con la Celeste ha vinto tre volte la Coppa America. Esploso con il River Plate, in Italia giocò con il Torino ma soprattutto con il Cagliari, dove arrivò nella stagione post Italia ’90. Tre anni in Sardegna per El Flaco – ritenuto l’alter ego sudamericano di Baggio – con due salvezze e un’incredibile qualificazione alla Coppa UEFA nel 1992-93. Con all’attivo anche un campionato vinto con l’Olympique Marsiglia, dal 2013 è direttore sportivo del “suo” River Plate.
15. Dejan SAVIVEVIC

Lo chiamavano Il Genio: Dejan Savicevic arrivò al Milan nel 1992 da quella Stella Rossa di Belgrado Campione d’Europa un anno prima. Mancino vellutato, proprio con il sinistro beffò Zubizarreta, nel terzo dei quattro gol con cui il Milan di Capello demolì il Barcellona nella finale della Coppa dei Campioni 1994. Oggi è presidente della Federazione montenegrina.
14. Dennis BERGKAMP

L’Inghilterra, per lui che ha paura di volare, rappresentava il Paese perfetto. Dennis Nicolaas Bergkamp, infatti, poteva girarla serenamente in pullman. Trequartista, seconda punta in grado di svariare per il campo e di essere letale come assistman e goleador, Bergkamp si forma nell’Ajax e arriva all’Inter nel 1993. Due stagioni non esaltanti, dove vince comunque la UEFA da capocannoniere dell’edizione. Passa all’Arsenal di cui sarà bandiera indiscussa fino al termine della carriera. Oggi lavora in Olanda, come collaboratore delle giovanili dell’Almere City.

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