Chi ha avuto la carriera più bella tra gli olandesi “italiani”?
10 Aprile 2020
10. Mark VAN BOMMEL (Milan)

Il roccioso centrocampista olandese, abile in fase di rottura del gioco avversario quanto in quella di costruzione, veste la maglia del Milan nella stagione 2011-12. Dopo aver illuminato il centrocampo di Fortuna Sittard (1992-99), PSV (1999-05), Barcellona (2005-06) e Bayern Monaco (2006-11), l’olandese veste per un anno la numero quattro del Milan in onore del suo idolo Demetrio Albertini, compagno di squadra ai tempi della Catalogna. Pur senza andare mai in gol nelle cinquanta presenze accumulate, diventa un idolo della tifoseria. Nel 2012 torna al PSV, società con cui chiude la carriera.
9. Ruud KROL (Napoli)

Il pupillo di Rinus Michels era solito tenere nel bagagliaio della propria auto il cambio per una salutare corsa all’alba. Peccato che il jogging mattutino fosse abitualmente svolto dopo la chiusura dei pub di Amsterdam. Ciò nonostante, Rudi si dimostrò un difensore formidabile, sia nei panni di terzino che di libero. Approdò al Napoli nel 1980, prelevato dalla lega americana che all’epoca era, ancor più di oggi, una sorta di pensionamento anticipato. A dispetto dello scetticismo generale, fu protagonista con i partenopei per quattro anni prima di chiudere la carriera al Cannes.
8. Edwin VAN DER SAR (Juventus)

Alla Juventus non gli hanno ancora perdonato quei due errori che costarono la rimonta romanista dal 2-0 al 2-2, compromettendo la lotta scudetto dei bianconeri nel 2001. Arrivato a Torino dall’Ajax, nel 1999, i due anni in bianconero furono complessivamente positivi, seppur segnati da qualche errore di troppo. Decisa a puntare su Buffon, la triade bianconera scaricò van der Sar al Fulham, dove Edwin si rilanciò fino a conquistarsi la chiamata da Sir Alex Ferguson allo United, di cui difese i pali dal 2005 al 2011, anno del suo ritiro dal professionismo.
7. Edgar DAVIDS (Milan – Juventus – Inter)

Veloce, tecnico, caparbio, implacabile, o più semplicemente il Pitbull, soprannome coniato da van Gaal ai tempi dell’Ajax. Tra i giocatori più iconici a cavallo tra i due millenni, l’olandese arriva al Milan nel 1996. Malvisto da alcuni senatori, Davids si trasferisce alla Juventus, affermandosi come uno dei migliori centrocampisti di movimento. Poi, con il meglio alle spalle, gioca con Barcellona, Inter, Tottenham, Ajax, Crsytal Palace e Barnet (quarta divisione inglese). Ma non si può comprendere appieno il calciatore Davids senza riportare un estratto di un’intervista di Zidane del 2013: «La storia vuole che io mettessi un cappellaccio da pescatore per andare a giocare con gli immigrati. A spingermi era Davids. Lui ci andava matto, lo faceva molto spesso: prendeva la macchina e quando vedeva qualcuno giocare in un parcheggio si fermava per aggregarsi. Mi diceva sempre: “È per loro che dobbiamo giocare, sono queste le partite importanti”». Provate a non amarlo!
6. Dennis BERGKAMP (Inter)

Arrivato dall’Ajax nell’estate del 1993 con le credenziali di campione, ripartì dopo solamente due anni con quelle di bidone collezionando 72 presenze e 22 gol, pur risultando comunque fondamentale il suo apporto per la conquista della Coppa UEFA 1994. Ospite fisso della rubrica “Vai col liscio” di gialappiana memoria, nonché “fenomeno parastatale” per eccellenza, Bergkamp non riuscì quasi mai ad adattare il suo manierismo tecnico alla concretezza richiesta dalla nostra Serie A. Dopo due anni, l’olandese “non volante” (aveva paura dell’aereo!) si trasferì all’Arsenal e con i londinesi fece sfoggio di tutto il suo autentico repertorio di attaccante tecnico e finalmente determinante fino al 2006, anno del ritiro.

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