Chi ha avuto la carriera più bella tra gli olandesi “italiani”?
10 Aprile 2020
5. Jaap STAM (Lazio – Milan)

L’immagine che più magnifica l’essenzialità di Jaap Stam risale a Euro 2000. Olanda contro Repubblica Ceca: dopo uno scontro con l’altro gigante del calcio coevo, il ceco Jan Koller, il difensore olandese si fa cucire l’arcata sopraccigliare a bordo campo mantenendo un atteggiamento di assoluta indifferenza. Stam era il corazziere difensivo alla ricerca costante del duello fisico con gli avanti avversari, duello che avrebbe vinto il 99% delle volte. Dopo la gavetta in Olanda, si afferma come centrale di internazionale con la maglia dei Red Devils. In Italia lo abbiamo ammirato con le maglie di Lazio (2001-04) e Milan (2004-06), prima della sua ultima annata da calciatore vissuta in patria con il biancorosso dell’Ajax.
4. Clarence SEEDORF (Sampdoria – Inter – Milan)

È ancora oggi l’unico calciatore ad aver vinto tre Champions League con altrettante squadre, Ajax, Real Madrid e Milan (con i rossoneri ne vince addirittura due). Lo porta in Italia, un po’ a sorpresa, la Sampdoria di Mantovani nel 1995, prima di vincere la Champions con le Merengues. Dopo tre anni a Madrid, Moratti incastona nella squadra il suo gioiello olandese a dicembre del 1999, ma all’Inter viene spesso confinato sull’out di destra, non il massimo per uno che vuole vedere il gioco scaturire dai sui piedi. Dopo la tragedia sportiva del 5 maggio 2002, l’Inter decide che può aumentare ancor di più i propri rimpianti cedendo Seedorf ai cugini in cambio di Francesco Coco. Con la maglia rossonera Seedorf disputerà 432 partite condite da 62 reti, mostrando tutte le sue qualità di regista sublime e di leader carismatico. Termina il suo percorso da calciatore in Brasile, con la maglia del Botafogo (2012-14).
3. Franklin RIJKAARD (Milan)

Franklin Edmundo Rijkaard arrivò al Milan un anno dopo i suoi connazionali Gullit e Van Basten, prelevato dopo una stagione compromessa da problemi burocratici e fisici e trascorsa tra Sporting Lisbona e Real Zaragozza. Acquistato da Berlusconi per farne il perno della difesa, si affermerà invece nel centrocampo rossonero consentendo così l’ascesa del giovane Costacurta. L’autore del gol decisivo nella finale di Coppa dei Campioni del 1989, torna all’Ajax nel 1993 vincendo un’altra Coppa dei Campioni, proprio contro i rossoneri. Oggi è scomparso dai radar del calcio, ritiratosi a vita privata in Florida.
2. Ruud GULLIT (Milan)

Archetipo del calciatore totale, Ruud Gullit, ha ricoperto diversi ruoli nel corso della sua carriera spaziando dalla linea degli attaccanti a quella difensiva, grazie anche ad uno strapotere fisico pressoché ineguagliabile. Acquistato dal Milan per la cifra record di 13,5 miliardi, i suoi sei anni in rossonero, durante i quali vincerà anche il Pallone d’Oro, saranno colmi di trionfi sotto la guida di Arrigo Sacchi, prima, e di Fabio Capello, poi. Nel 1993 Gullit decide di “uscire di foresta”, (grazie Boskov per le tue massime!) e approda alla Sampdoria: da leader dello spogliatoio vince una Coppa Italia e poi fa ritorno al Milano, ma solo per pochi mesi, perché a novembre del 1994 veste di nuovo il blucerchiato. Nell’estate del 1995, con un fisico minato da diversi problemi, passa al Chelsea, suo ultimo club, dove giocherà fino al 1998.
1. Marco VAN BASTEN (Milan)

La carriera del Cigno di Utrecht si apre e si chiude in Italia (1987-95) allo stesso modo: con un infortunio alla caviglia. E la caviglia sta a Van Basten come il ginocchio sta a Ronaldo, ovvero il tormento costante di una carriera gloriosa, ma comunque un gradino sotto quello che gli dei del calcio avevano in serbo per loro. Con il Milan, Van Basten vincerà praticamente tutto oltre a vedersi riconoscere per tre volte il Pallone d’Oro (1988, 1989, 1992) prima di doversi ritirare a soli trent’anni, dopo due stagioni di inattività e 125 gol in 201 partite.

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