Privacy Policy Dal trionfo in Coppa America al Romeo Menti: la rosa del Vicenza 1995/96 con le radici di Montevideo - Pagina 5 di 5

Dal trionfo in Coppa America al Romeo Menti: la rosa del Vicenza 1995/96 con le radici di Montevideo

3 Febbraio 2022

22. Pierluigi BRIVIO

E chi se lo dimentica? La saracinesca del Vicenza dei miracoli è incredibile icona degli anni ’90. Cresce nelle giovanili dell’Atalanta poi viene mandato in C2 con il Palazzolo ad accrescere il suo bagaglio di esperienza. Viene ufficialmente acquistato dal Vicenza nella stagione 1994-95 facendo da secondo a Giorgio Sterchele. Con l’arrivo di Mondini, malgrado parta sempre a gara in corso, acquista minutaggio e Guidolin lo promuove titolare nella stagione 1997-98 dove gioca la finale di coppa delle coppe contro il Chelsea di Vialli e compagni. Resta in biancorosso fino al 2000 poi, dopo sei anni e 105 presenze nei vari campionati, lascia la città e si trasferisce a Venezia dove conquista la promozione in A al termine di stagione. Genoa, Napoli, Pescara e Mantova saranno parte del suo cammino. Conclude il suo percorso tra Monza e Pergocrema in C1 prima di intraprendere la carriera da allenatore nel luglio 2010.

23. Gabriele AMBROSETTI

Ala sinistra veloce e abile nel dribbling, cresce calcisticamente nel Varese debuttando in C1 con la prima squadra. Nel 1993 passa al Brescia, contribuendo con i suoi gol alla promozione dei lombardi nella massima serie. Dopo una breve parentesi al Venezia in B, a scommettere sulle sue qualità è il Vicenza. Il 14 gennaio 1996 segna il suo primo gol con la maglia dei Berici nella gara contro la Sampdoria. L’annata 1996-1997 è la stagione della consacrazione: in campionato il Vicenza vince tre memorabili incontri ai danni della Juventus, dell’Inter e del Milan e dopo sole dieci giornate si trova in vetta alla classifica di serie A. Ambrosetti diventa presto uno dei protagonisti della squadra e del campionato illuminando con le sue giocate la manovra dei vicentini. Nella stagione 1997-98 contribuisce al raggiungimento della finale di Coppa delle Coppe, poi persa contro un Chelsea stratosferico. Dopo la retrocessione dei Berici in serie B, passa al Chelsea per 3,5 milioni di sterline, fortemente voluto dal CT Vialli. Tuttavia una serie di infortuni non gli consentiranno di ripetersi, e le sue apparizioni in Premier saranno solo sedici. Farà in tempo a Festeggiare comunque la vittoria di Coppa d’Inghilterra e Supercoppa di lega prima del rientro in Italia. Gli ultimi anni della sua carriera lo vedranno migrare tra Italia e Inghilterra. Piacenza in B poi ancora Chelsea sotto la guida Ranieri, che tuttavia non lo impiegherà mai. Torna a Piacenza nuovamente, ma rescinde il contratto dopo pochi mesi per accasarsi in C1 alla Pro Patria. Verso la fine del 2009 decide di concludere la sua carriera calcistica per dedicarsi alla carriera di consulente immobiliare.

24. Gabriele GROSSI

Roma, Reggiana, Napoli, Vicenza, Perugia le tappe della carriera in serie A per questo difensore classe 1972, nato a Roma e cresciuto nelle giovanili giallorosse. Da bravo difensore, ha al suo attivo soltanto un gol in Serie A, quello segnato il 3 marzo 1997 con la maglia della Reggiana. Nel 1995-96 sono sedici le presenze con il Vicenza.

25. Willi PITTANA

Prodotto del vivaio dell’Udinese, squadra con la quale fa il suo esordio tra i grandi, in Serie B. Viene ceduto al Catania in C1 per farsi le ossa ed in Sicilia esplode macinando ottime prestazioni e realizzando due reti. Vestirà le maglie di Fidelis Andria e Venezia prima di accasarsi al Vicenza nel 1995. Solo una stagione per lui con i biancorossi prima del conseguente passaggio al Carpi. Poi Pistoiese, Trapani, Pordenone prima di scendere a giocare tra i dilettanti dove concluderà definitivamente la sua carriera.

Allenatore: Francesco GUIDOLIN

Photo: Alessandro Sabattini – Getty Images

Che meritasse due righe era fuori dubbio. Del resto i meriti di quell’avventura biancorossa cominciata dalla B e terminata con la finale di Coppa delle Coppe sono anche e soprattutto i suoi. Un percorso di crescita continuo basato su un ottimo rapporto con i giocatori ed una fiducia verso lo spogliatoio che non aveva eguali. Francesco Guidolin nel suo modo semplice, ma efficace di fare calcio aveva costruito una squadra capace di realizzare l’irrealizzabile. Dopo aver regalato alla città ed ai suoi tifosi la massima serie a distanza di sedici anni nella stagione 1994-95, si rende conto che le grandi imprese le ha realizzate solo chi ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Ed ecco la coppa Italia e poi quella Coppa delle Coppe sfuggita per un nulla. Come nella vita del resto, solo mettendo continuamente nuovi obbiettivi e lavorando con umiltà e sacrificio si viene ripagati, da quello che alla partenza ci sembra un punto di arrivo fin troppo lontano. Caro Francesco dopo quei quattro anni a Vicenza, ne hai fatta di strada e ne hai viste di piazze. Per noi nostalgici però, è impossibile scordarli e sinceramente è molto più bello continuare ad immaginarti sulla panchina dei Berici.

di Andrea Capolli