Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai
8 Gennaio 2022
Ezequiel GONZALEZ

Sono tante le aspettative attorno al fantasista ventunenne che i Viola acquistano dal Rosario Central all’alba del campionato 2001-02. E, come spesso accade, queste vengono puntualmente deluse. Problemi di adattamento ed una situazione tutt’altro che placida in seno alla dirigenza della Fiorentina complicano l’adattamento alla Serie A del sudamericano che, infatti, lascia l’Artemio Franchi dopo diciannove presenze e una rete, per tornare poi in Europa al Panathinaikos dove rimarrà per quattro stagioni.
Raul Alberto GONZALEZ

La storia dell’argentino con l’Italia è condensata in una sequela di fallimenti, uno dopo l’altro, che ad un certo punto lo hanno quasi convinto a far propria l’idea che giocare a calcio non fosse il suo. D’altronde, parlano per lui le sgrammaticate statistiche di un attaccante capace di segnare un solo gol nell’arco di quattro anni. Mazzone prova ad inserirlo negli schemi del Brescia, ma alcuni infortuni lo frenano. Viene dunque ceduto in Serie B prima al Crotone, poi alla Salernitana, quindi al Cosenza ed infine in Serie C1 al Martina, ma la solfa rimane quella e Speedy Gonzalez saluta tutti senza che nessuno quasi se ne accorga.
Dejan GOVEDARICA

L’esperienza in Serie A del Lecce 1997-98 può essere considerata alla stregua di un esperimento sociale. Il laboratorio salentino si popola, infatti, di calciatori provenienti da ogni parte del globo, creando una babele nella quale è pressoché impossibile trovarne il bandolo. Fra tutti, spicca il mediano jugoslavo – che avrà il merito di iscrivere il suo nome nel tabellino dei marcatori nell’1-2 che consente ai Giallorossi di sbancare la San Siro milanista – che arriva come Govedarica e saluta il pubblico del Via del Mare con l’appellativo di Cadaverica. Segno inequivocabile di un ascendente non propriamente positivo tra i supporter leccesi.
Patrice GRILLON

Qualcuno chiami Wikipedia per segnalare la presenza del difensore francese nella rosa del Chievo Verona 2001-02. È probabile che neanche i tifosi più accaniti dei Mussi Volanti o i collezionisti più accaniti ricordino il passaggio del transalpino in gialloblù. Acquistato dallo Châteauroux, dopo aver mosso i primi passi nelle giovanili del Paris Saint-Germain, Grillon sembra più un turista per caso che un giocatore. Non siede mai neanche in panchina e quando arriva l’estate del 2002 fa ritorno a Digione.
Pablo Horacio GUIÑAZÙ

Un’altra meteora? Nì. Pablo Guiñazù è un vero mastino, l’emblema della garra argentina. Centrocampista centrale, il suo apporto garantisce un mix tra generosità, intensità e combattività. Caratteristiche che lo rendono uno degli idoli dei tifosi del Newell’s Old Boys. Gaucci lo ha voluto tutti i costi, Cosmi non ne aveva bisogno visto che gli preferiva la coppia Baiocco-Tedesco. Visto lo scarso utilizzo, Pablo saluta l’Italia e ritorna in Argentina, dove grazie a prestazioni di ottimo livello entra anche nel giro dell’Albiceleste, disputando le qualificazioni per il Mondiale del 2014.
André GUMPRECHT

Galeotto fu il Torneo di Viareggio del 1993: presentatosi in Toscana con la selezione giovanile del Bayer Leverkusen, André nel novembre dello stesso anno firmò un contratto che lo univa al Lecce. L’esordio è “dimenticabile”: nove minuti nel 3-0 subito al Delle Alpi dal Torino a cui si uniscono altri sei scampoli di partita che non impediscono ai Giallorossi di sprofondare malamente in Serie B. Dopo altri due scampoli di Coppa Italia all’inizio del 1994-95, Gumprecht capisce che l’Italia non fa per lui e torna in Germania per poi lanciarsi nella creazione di un’accademia di calcio in Australia.
Julio Ricardo GUTIERREZ

È veloce e guizzante. I feedback del cileno che arrivano dagli osservatori udinesi ai piedi delle Ande convincono Pozzo a bussare alla porta dell’Union Española per portare l’attaccante alla corte di mister De Canio. In Serie A gioca cinque scampoli di partita. L’estate successiva, nel 2001, viene mandato a farsi le ossa al Messina, in Serie B. Julio torna a Udine dopo due anni, ma viene rispedito in provincia: lo accoglie il Pescara. L’ultimo, tentativo di recuperarlo viene operato nel 2004-05 mandandolo in Serie C1 alla Sambenedettese prima e al Grosseto poi, ma neanche in terza serie riesce ad incidere.
Tomas Andres GUZMAN

Siamo ancora in attesa di vedere tutto il talento di Guzman nel suo splendore. In molti credettero di poterlo vedere finalmente esplodere – soprattutto i dirigenti della Juventus che lo acquistarono nel 2001 – ma se si escludono le felici parentesi di Crotone e Piacenza, il paraguaiano avrebbe potuto far qualcosa di più. Ci ha provato anche il Siena, nel mercato invernale del 2005-06 a farlo crescere all’ombra di Chiesa e Bogdani, ma riuscì a segnare soltanto una rete nell’1-1 di Parma.
Ilija IVIC

Dopo aver vinto tutto quel che c’era da vincere con le maglie di Stella Rossa ed Olympiakos, nel 1999 per l’attaccante serbo arriva finalmente la chiamata da un campionato nel novero della Top 5: è il Torino di Mondonico a volerlo a sé per sfruttare la grande versatilità che ne ha fatto una delle bandiere del Karaiskakis. Il Mondo è un allenatore sapiente e che sa il fatto suo, ma con Ivic non scatta la scintilla: appare abulico, svogliato e quasi indolente. Dopo diciannove partite anonime senza alcuna rete e alcun acuto, viene rispedito in Grecia con il primo volo possibile da Caselle.
Veldin KARIC

Il croato viene scelto dalla dirigenza granata per supplire all’addio improvviso di Sükür. Veldin si sta distinguendo nel torneo nazionale con la maglia del Marsonia e la speranza è quella di ripetere l’esperienza positiva dell’ultimo attaccante slavo ad aver vestito la maglia del Torino: Haris Skoro. Tuttavia, le speranze rimangono tali e Karic si dimostra ancora acerbo per affrontare le due difese della Serie A. Si fa notare soltanto in due occasioni: nel match contro il Milan si procura un rigore che Rizzitelli realizza per il pareggio finale, mentre al San Nicola di Bari fissa il risultato sul definitivo 2-2.
Christian KELLER

Che l’avventura del mediano danese non inizi nel migliore dei modi si capisce quando, qualche giorno dopo aver firmato per il Torino – neopromosso in Serie A – viene dichiarato il fallimento della società granata e il conseguente svincolo di tutta la rosa che, nei progetti di Romero, doveva essere guidata da mister Arrigoni. Così, Keller si ritrova improvvisamente senza una squadra. Ne approfitta quel falco di Lotito che fiuta la parola “gratuito” e lo ingaggia per la sua Lazio. Il mediano mette insieme soltanto sette partite in tutto il torneo, prima di trasferirsi in Norvegia allo Stabæk.
Arnaud KOUYO

Il difensore ivoriano è la colonna sulla quale si poggia la Primavera del Lecce che vince due Scudetti di fila nel 2003 e nel 2004. Sembra, dunque, prospettarsi una carriera fulgida per l’imponente centrale ma, dopo l’esordio in Serie A che gli concede Delio Rossi, la carriera di Kouyo prosegue nella prima serie belga e nelle categorie minori italiane, senza che Kouyo lasci più il segno.

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