Privacy Policy I giocatori col record di anzianità di ogni club di Serie A (squadra per squadra) - Pagina 4 di 5

I giocatori col record di anzianità di ogni club di Serie A (squadra per squadra)

13 Marzo 2021

PARMA – Nicola PAVARINI (40 anni, 2 mesi e 24 giorni)

Dalle parti dell’Ennio Tardini, così come in quelle dell’Armando Picchi di Livorno, Nicola viene ricordato con particolare affetto. Con lui fra i pali, infatti, sia il Parma che il Livorno hanno conquistato due promozioni in Serie A, forti delle sue prestazioni mai al di sotto della sufficienza. È proprio con i labronici che inizia a farsi apprezzare anche in termini di continuità, specie se si considera che, dopo gli esordi da giovanissimo con la maglia del Brescia, il suo curriculum non lo aveva mai premiato oltre la Serie C1 (Cremapergo, Gualdo, Cesena ed Acireale). Mentre Lucarelli e Protti battono a suon di reti i suoi colleghi, Pavarini difende quella dei labronici e li trascina in massima serie. Walter Mazzarri lo vuole con sé anche durante la sua esperienza alla Reggina e lì rimane per due anni, prima di due passaggi sostanzialmente a vuoto fra Siena e Lecce. Nel 2007 arriva al Parma e non cambia più squadra, sino al termine della sua carriera. Il 18 maggio 2014, quasi in una sorta di derby del cuore, mister Donadoni gli concede una passerella di tre minuti per salutare il suo pubblico, proprio durante il match tra i ducali ed il Livorno terminato 2-0 per i padroni di casa.

ROMA – Francesco TOTTI – (40 anni, 8 mesi e 1 giorno)

Tutti saremmo curiosi di sapere cosa avrebbero scritto di lui Tacito o Svetonio. Di certo non andremmo a scomodarli, specie se si parla di colui che è stato unanimemente incoronato come ottavo re di Roma. Nessuno che abbia vestito la gloriosa maglia giallorossa ha potuto neanche avvicinarsi all’ammirazione, divenuta ben presto osanna ed esaltazione dell’uomo e del calciatore che risponde al nome di Francesco Totti. È il Capitano, nulla di più, nulla di meno. Eroe dello Scudetto giallorosso del 2001, simbolo dell’amore e dell’attaccamento verso la maglia. Per tutti il simbolo s’incarna nel mito di chi è rimasto, in un calcio in cui le bandiere vengono ammainate con spaventosa facilità, fedele alle sue origini, alla sua città, al suo amore primordiale. In pochi avrebbero immaginato che quel giovane ragazzino lanciato nella mischia da Vujadin Boskov nel match di Brescia quel lontano 28 marzo 1993 sarebbe diventato il più grande fra i grandi. Il giallo ed il rosso sono stati gli unici colori che ha vestito, se si eccettuano le punteggiature azzurre disseminate lungo la sua carriera che ha abbracciato tre decenni: proprio con quella casacca azzurra, nel 2006, ha dato il suo grande contributo per la conquista di uno storico Mondiale. Ancora adesso, anche per chi non ha la Roma nel cuore, ripensando al giorno del suo addio, non può non emozionarsi. Chi ama il calcio non può non farlo.

SAMPDORIA – Gianluca BERTI (39 anni, 10 mesi e 29 giorni)

Provate a prenderlo, se vi riesce. Non tanto per il suo ruolo, fedelmente fra i pali durante l’intero arco della sua carriera durata quasi venticinque anni, quanto per il suo lungo peregrinare in giro per le società sparse sulla penisola. Al termine del suo tour se ne contano ben diciassette, ma è curioso notare come l’esordio e la chiusura nella massima serie avvenga sempre in quel di Genova, seppur su sponde differenti. Infatti, Berti esordisce in Serie A nel campionato 1991-92 difendendo la porta del Genoa e la saluta nella primavera del 2007, alla soglia dei quarant’anni, con la maglia blucerchiata della Sampdoria addosso. Non sarà, però, quella l’ultima tappa del suo giro che lo vedrà disimpegnarsi anche con Cesena, Novara e Jolly Montemurlo. Durante la sua carriera contraddistinta da numerosissimi cambi di maglia, riesce a trovare una sorta di “pace dei sensi” in quel di Empoli, dove disputa quattro campionati da protagonista assoluto, conquistando anche una promozione in Serie A. Difende anche la porta del Palermo dei record che ritorna nella massima serie nel 2003-04 per poi limitarsi a farsi chiamare in causa quando i primi portieri – come si diceva una volta – non erano a disposizione. La sua ultima partita in A, alla soglia dei quarant’anni, avviene in occasione della trasferta con l’Udinese del 18 aprile 2007, relegando in panchina un altro “giovanotto” come Luca Castellazzi.

SASSUOLO – Gianluca PEGOLO (39 anni, 8 mesi e 11 giorni)

Manca poco al giorno in cui Gianluca spegnerà le sue quaranta candeline. In attesa del compleanno, Pegolo può godersi il suo bel primato che lo pone in cima alla classifica dell’esperienza del club emiliano che, ormai da otto anni, è una presenza fissa del massimo campionato italiano. Ed è dal giorno del suo arrivo che ha accompagnato la società nella sua esperienza in Serie A, essendo giunto al Mapei Stadium proprio nell’ultimo giorno utile di calciomercato dell’edizione 2013-14. Dopo aver difeso egregiamente la porta neroverde per tutto il campionato d’esordio, ha ricoperto il ruolo di riserva dopo l’arrivo di Andrea Consigli. Andrea si è sempre ben disimpegnato durante l’intero corso della sua carriera, vivendo i suoi momenti di maggiore splendore durante le annate di Verona, Mantova e Siena nella parte centrale della sua parabola agonistica. La sua ultima presenza fra i pali del Sassuolo si è registrata nel corso di questo campionato, quando è stato chiamato in causa in occasione del match interno contro la Roma: durante il match, i giallorossi non sono riusciti a violare la sua porta nel corso dei novanta minuti.