Privacy Policy I migliori portieri per media-gol subiti in Nazionale - Pagina 3 di 4

I migliori portieri per media-gol subiti in Nazionale

15 Ottobre 2021

10. Nelson de Jesus Silva DIDA (Brasile – 90 presenze / 67 gol subiti = 0,74 media-gol subiti)

E chi se lo dimentica? Senza dubbio uno dei più forti portieri che la Nazionale Verdeoro abbia avuto. Fisico asciutto e agilità incredibile. Tra i pali ce lo ricordiamo con la maglia del Milan, con cui conquistò la sua prima Champions League (2002-03) in un’annata da incorniciare. Insieme a Ronaldinho e Cafu, infatti, Nelson è l’unico ad aver vinto almeno una volta Champions League, Copa Libertadores, Confederations Cup, Copa America e Coppa del Mondo. Da titolare assoluto, difende la porta della Seleção nel 2006, durante i Mondiali nippo-coreani, uscendone ancora una volta vittorioso. Immenso!

9. Andreas KÖPKE (Germania – 59 presenze / 43 gol subiti = 0,72 media-gol subiti)

Prende parte ai Mondiali del 1990 come terzo portiere ed a quelli del 1994 come secondo dietro a Bodo Illgner, con il quale si narra ci fosse un accesa rivalità. Nel 1996 diventa ufficialmente titolare e guida la Germania al trionfo degli Europei in Inghilterra. Determinante sul rigore neutralizzato a Zola, che condanna gli Azzurri di Sacchi all’eliminazione. Le sue prestazioni costanti e le sue parate di altissimo livello si ripetono di nuovo in semifinale, quando a farne le spese, stavolta, sono gli inglesi. Para il rigore decisivo di Southgate e regala ai tedeschi la gioia della finale. Trionferà anche nella finalissima di Wembley contro la Repubblica Ceca, raggiungendo con la Mannschaft il punto più alto della sua carriera internazionale.

8. Claudio André TAFFAREL (Brasile – 101 presenze / 68 gol subiti = 0,68 media-gol subiti)

«Sai que è sua, Taffarel!» che tradotto significa: «Dai che è tua, Taffarel!». Parole che risuonano ancora nella testa dei moltissimi brasiliani presenti, in quel fatidico 17 luglio 1994. Claudio s’inginocchia e sembra immergersi completamente in un rito di devozione, con le braccia e gli occhi rivolti verso il cielo. Un gesto che testimonia quanto sia stretto il connubio tra sport e spiritualità. Da lì in avanti Taffarel è ben presto diventato l’emblema del Brasile, di un trionfo pieno di lacrime e devozione, in un Paese che stava ancora piangendo la prematura scomparsa di un simbolo come Ayrton Senna. Difenderà la porta del Brasile anche quattro anni dopo, in occasione del Mondiale transalpino, ma questa volta la dea bendata gli volterà le spalle e si arrenderà in finale alla netta supremazia di Zidane e compagni.

7. Edwin VAN DER SAR (Olanda – 130 presenze / 87 gol subiti = 0,669 gol subiti)

Se pensi all’Olanda, ti viene subito in mente una corazzata di campioni. Di fatto la nazionale dei tulipani degli anni ’90 è stata un vero e proprio catino di talenti. Riflettendo sul 1998, si ricordano i fratelli de Boer, Mark Overmars, Dennis Bergkamp e niente meno che Edwin van der Sar. Un pezzo di storia Oranje. Una leggenda di due metri che, ancora oggi, resta una delle migliori della sua generazione. Talento e professionalità. Nella graduatoria di tutti i tempi, van der Sar occupa il secondo posto per presenze con la maglia dei tulipani. Tuttavia, da anni, la sua carriera a livello di club porta con sé una cicatrice insanabile con la maglia della Juventus. L’Europeo del 2000 lo vede tra i grandi protagonisti, fino al famigerato “cucchiaio” di Totti che sancì, in semifinale, la definitiva eliminazione degli olandesi dalla competizione. Proprio davanti al muro arancione dell’Amsterdam ArenA.

6. Peter SHILTON (Inghilterra – 125 presenze / 83 gol subiti = 0,664 media-gol subiti)

Raccogliere il testimone dalle mani di Gordon Banks non è da tutti. E invece Peter Shilton è riuscito in questa impresa, difendendo la porta dei Three Lions per un totale di ben venti anni, dal 1970 al 1990 quando, a quarant’anni suonati, ha sfiorato l’impresa con la sua Inghilterra, fermando la rincorsa alla Coppa del Mondo contro la “solita” Germania. Shilton è stato un monumento fra i pali praticamente inamovibile, che ha lasciato solo le briciole ai colleghi che gli si sono succeduti durante gli anni. Il periodo più sfolgorante della sua carriera lo vive a cavallo degli anni ’70 e ’80, aggiudicandosi con il Nottingham Forest di Brian Clough ben due Coppe dei Campioni consecutive con il suo Nottingham Forest. La sua mano protesa invano nel cielo di Città del Messico nel tentativo d’intercettare un pallone spiovente in piena area davanti a Maradona rimarrà negli annali. All’Azteca, infatti, Shilton è l’involontario attore non protagonista del più grande spettacolo mai messo in scena da un calciatore.