Privacy Policy I migliori portieri per media-gol subiti in Nazionale - Pagina 4 di 4

I migliori portieri per media-gol subiti in Nazionale

15 Ottobre 2021

5. Manuel VITOR BAIA (Portogallo – 78 presenze / 48 gol subiti = 0,61 media-gol subiti)

Nel giorno del suo compleanno, abbiamo deciso di rendergli doveroso omaggio, celebrando uno degli estremi difensori più talentuosi della sua generazione. E, infatti, il terzo posto nella nostra graduatoria non è certo casuale. Il calcio portoghese ha conosciuto con lui uno dei più rappresentativi esponenti del ruolo su scala mondiale. Ha difeso la porta dei lusitani a partire dal 1990, anno del suo esordio ufficiale in Nazionale. Lo ricordiamo schierato tra i pali anche durante l’Europeo inglese del 1996. Il Portogallo pieno zeppo di talenti come Fernando Couto, Figo, Rui Costa oltrepassa il girone e pesca la Repubblica Ceca ai quarti di finale. Sarà una spettacolare prodezza del folletto Poborsky a porre fine ai sogni di gloria lusitani. Non sarà quella l’unica manifestazione internazionale disputata con la casacca rossoverde e, anzi, vestirà la fascia da capitano fino ai Mondiali del 2002 quando il suo Portogallo fu clamorosamente estromesso dopo le tre partite del girone di qualificazione. Saranno proprio le magre soddisfazioni con la sua Nazionale a rappresentare l’unica nota stonata di una carriera costellata di trionfi. Il più dolce, sicuramente, è quello del 2004 quando Vitor Baia alza sotto al cielo dell’Arena AufSchalke di Gelsenkirchen la Champions League.

4. David SEAMAN (Inghilterra – 75 presenze / 45 gol subiti = 0,60 media-gol subiti)

Dopo figure del calibro di Gordon Banks e Peter Shilton, c’è sicuramente lui. Contestato, discusso, discontinuo. Ma sicuramente uno dei migliori di sempre nel suo ruolo. E non solo in patria. È lunga e ricca di soddisfazioni è l’avventura di Seaman con la Nazionale inglese. La prima convocazione arriva nel 1988, quando il portiere milita ancora nel Queens Park Rangers. Un infortunio al dito lo costringe a saltare i Mondiali del 1990. Ha l’occasione per rifarsi quattro anni dopo, in vista delle qualificazioni alla manifestazione statunitense, ma le cose non vanno per il verso giusto ed i britannici sono clamorosamente esclusi. Nel 1996, finalmente, l’occasione per mettersi in mostra a difesa dei pali dei Three Lions. David disputa un grande Europeo, a partire dalla gara inaugurale con la Scozia, dove neutralizza un rigore a Gary McAllister. Si ripete ai quarti di finale contro gli spagnoli, respingendo un tiro dagli undici metri di Nadal e consegnando ai suoi la semifinale. Nella gara successiva gli inglesi usciranno di scena contro una più coriacea Germania, ma nonostante l’eliminazione, David Seaman verrà premiato come miglior giocatore del torneo. Partecipa anche ai Mondiali del 1998 e 2002, ma stavolta senza alcun successo. Anzi, quella beffarda punizione di Ronaldinho è ancora lì a tormentare i ricordi dei supporter inglesi.

3. Shay GIVEN (Irlanda – 134 presenze / 76 gol subiti = 0,567 media-gol subiti)

Insieme alla Guinness, ai trifogli e al colore verde, ci sono poche altre cose che portano immediatamente con la mente all’Irlanda. Una di queste è sicuramente Shay Given che per un ventennio pieno ha avuto fra le sue mani le sorti del suo Eire. Nasce calcisticamente in Scozia, nel Celtic Glasgow, ma passa tutta la sua carriera da professionista al cospetto di Sua Maestà Elisabetta II, presentandosi al pubblico nel 1994 quando, diciottenne, prese posto fra i pali del Blackburn Rovers alle spalle di Tim Flowers. La sua crescita è stata costante e, nonostante qualche svarione di troppo, ha saputo accompagnare la sua Nazionale in oltre 134 presenze, non facendo assolutamente rimpiangere il suo predecessore Pat Bonner. Specie quando un tecnico come Giovanni Trapattoni lo ha definito “paragonabile a Buffon”. Forse è meglio non esagerare, ma Given ha saputo portare in alto il nome dell’Irlanda come pochi al mondo.

2. IKER CASILLAS Fernandez (Spagna – 167 presenze / 94 gol subiti = 0,562 media-gol subiti)

Photo: Daniel Ochoa de Olza

Insieme a Buffon, Iker ha saputo imporsi come uno dei più forti della storia della sua Nazionale, scalzando dai ricordi dei tifosi della Roja dei mostri sacri come Zamora, Arconada o Zubizarreta. È stato il numero uno della Nazionale numero uno, quella capace di dominare per un quadriennio qualsiasi competizione, aggiudicandosi due Europei ed uno storico Mondiale, quello in Sudafrica. Precocissimo talento, capace di scalzare Illgner dalla porta del Real Madrid quando non era ancora maggiorenne, Iker ha da sempre abbinato il suo nome a quello della Casa Blanca, aggiudicandosi ogni tipo di trofeo fra i pali delle Merengues. Casillas è il classico esempio di atleta-gentiluomo, dalle spiccate doti umane. Così tanto che il suo richiamo all’arbitro durante la finale dell’Europeo del 2012 contro l’Italia, invitando l’arbitro a terminare la partita senza il tempo di recupero in segno di rispetto di un’esausta Nazionale rimarrà per sempre nel novero dei più bei gesti di fair play nella storia del nostro sport.

1. Fabien BARTHEZ (Francia – 87 presenze / 48 gol subiti = 0,55 media-gol subiti)

È proprio lui a salire sul gradino più alto del podio della nostra graduatoria. C’è ben poco da dire, al cospetto di un campione di questa caratura. Fabien Barthez con la Nazionale francese è stato campione del Mondo nel 1998 e campione d’Europa nel 2000. La kermesse iridata dinanzi al pubblico di casa lo vede tra i grandi protagonisti, sotto molti punti di vista. Sul piano del gioco: disputa da titolare tutte le partite del torneo, guadagnandosi il premio di miglior portiere della manifestazione con soli due gol subiti. Ma anche sul piano dell’iconografia: è praticamente impossibile dimenticare il bacio di Laurent Blanc sulla sua pelata. Lo scatto farà il giro del mondo e diventerà ben presto un vero e proprio rito scaramantico in ogni pre-gara. Nonché l’incredibile emblema di quell’edizione. E i suoi effetti benefici si protraggono nello spazio e nel tempo, visto che Barthez continua a raccogliere soddisfazioni una dopo l’altra con la casacca dei Bleus e non solo. Insieme all’Europeo strappato ai cugini italiani nella finale di Rotterdam del luglio 2000, Fabien si toglie anche la soddisfazione di difendere la porta del Manchester United di sir Alex Ferguson, prima di tornare in patria nell’amato Olympique Marsiglia.

di Andrea Capolli