I più forti ad aver esordito in Nazionale nel 1991
12 Ottobre 2020
Oggi si celebra il debutto in nazionale di Luis Filipe Madeira Caeiro Figo. La stella più luminosa del Portogallo targato anni ’90. Il calcio lusitano, in quegli anni era una vera e propria fucina di fenomeni, e Carlos Queiroz si ritrovò fra le mani un manipolo di ragazzini che, negli anni a seguire, fecero letteralmente incantare per le loro straordinarie qualità. L’U20 portoghese fu capace di vincere – consecutivamente – due Mondiali di categoria. E, nel 1991, a guidare quel potenziale gruppo di campioni ce n’era uno che, forse, campione lo era già. Figo è un predestinato. Nient’altro da aggiungere. Quando a dodici anni, hai la testa di un bambino già adulto, devi solo lasciarti guidare dal talento e proiettarti verso la radiosa carriera che ti attende. E quella del fantasista lusitano parla appunto la lingua dei fuoriclasse: dallo Sporting Lisbona al Barcellona, e dal Barça al Real Madrid. Per uno dei trasferimenti più contestati nella storia del calcio. Prima di chiudere in Italia con la casacca dell’Inter. Figo era tutto. Genio, estro, rapidità di esecuzione, intelligenza tattica e personalità. Per l’occasione, abbiamo scelto di omaggiare la classe del Paso Doble per eccellenza, con la lista dei migliori giocatori al debutto con la propria nazionale nel 1991. Per l’appunto, l’anno del primo biglietto da visita di Figo. E poi non diteci che non vi vogliamo bene.
ITALIA
Demetrio ALBERTINI

Debutta, appena ventenne, con la nazionale maggiore. In un match di qualificazione per Euro ’92. Sacchi intravide nel mediano milanista le geometrie di un metronomo puro, di quelli che dettano i tempi di gioco con la facilità dei grandi campioni. E la carriera di Demetrio parla per lui. Una vita intera con la casacca rossonera, ben conciliata con quella azzurra: 79 presenze e due gol, partecipando a due Mondiali e due Europei. Albertini, col 4 sulle spalle, sinonimo di garanzia assoluta.
Dino BAGGIO

La sua storia d’amore con la maglia azzurra comincia insieme a quella di Albertini. A Foggia si gioca Italia-Cipro, e l’occhio attento di Sacchi si convince nel convocare questo giovane centrocampista che aveva già dato lustro delle sue capacità da incontrista con l’Under 21 di Cesare Maldini. Forse sarà il cognome, destinato per natura a far rima con la qualità, ma il buon Dino era praticamente completo, sia tecnicamente che tatticamente. In azzurro gioca due Mondiali, contando sette gol in sessanta presenze.
Pierluigi CASIRAGHI

Dal 1991 al 1998. Il suo rapporto con la nazionale italiana dura sette anni, e porta in dote quarantaquattro presenze e tredici gol. A credere nelle sue capacità in area di rigore fu la Juventus che lo prelevò dal Monza ancora giovanissimo, ma a vestirlo d’azzurro ci volle, ancora una volta, il fiuto di Sacchi. E Casiraghi, con l’Italia, vivrà i suoi momenti di gloria. Dal Mondiale accarezzato ad USA ’94 agli Europei inglesi del ’96, dove infilò la doppietta che valse la vittoria contro la Russia all’esordio del torneo.
Alessandro COSTACURTA

È tra i migliori difensori centrali del panorama calcistico italiano, con una carriera semplicemente straordinaria, vissuta praticamente per intero con la divisa del Milan. Quella azzurra, invece, la veste per cinquantanove volte, trovando la via del gol solo in due occasioni. Vicini lo scartò per Italia ’90 e così il debutto in Nazionale arrivò l’anno successivo, si riscattò comunque nel corso degli anni, partecipando a due Mondiali e un Europeo. Sfiorando l’impresa al torneo americano del 1994.
Gianluigi LENTINI

Anche l’erede di Gigi Meroni finì nel mirino di Arrigo Sacchi. L’ottima stagione con il Torino convinse il C.T. della nazionale a dare una chance alla funambolica ala granata. Ma la storia di Lentini con la maglia azzurra – con la carriera condizionata inevitabilmente da un gravissimo incidente stradale – divenne il riflesso di quello che in realtà è rimasto un eterno incompiuto. Alla fine, si conteranno soltanto tredici gettoni, senza mai partecipare alle fasi finali di un torneo internazionale.
Gianluca PAGLIUCA

È nel giro degli azzurri da quando Cesare Maldini gli affidò, per un paio di partite, la porta dell’Under 21. Ma per quella maggiore dovette attendere due anni dopo, stavolta fu Vicini a sceglierlo e poi convocarlo per Italia ’90 come terzo portiere. Pagliuca ha le stigmate del predestinato e scala con rapidità le gerarchie, giocando da titolare a USA ’94 – con il bacio al palo ad imperitura memoria – e Francia ’98. D’altronde non si mettono a referto 592 presenze in serie A per caso.
Gianfranco ZOLA

Conta trentacinque presenze e dieci gol, ma l’esperienza di Magic Box con la nazionale italiana è di quelle tribolate. Dall’ingiusta espulsione rimediata contro la Nigeria ad USA ’94 allo splendido gol contro l’Inghilterra che consentì agli azzurri di espugnare Wembley con una vittoria storica. Il Mondiale americano era davvero la sua occasione più importante, ma il destino a volte gioca brutti scherzi. E ferisce senza pietà. Cercò di rifarsi agli Europei del ’96, purtroppo senza incidere.
GERMANIA
Stefan EFFENBERG

Il biondissimo mediano teutonico debutta con la divisa della Männschaft subentrando a Sammer per una manciata di minuti. Fu l’occasione di intravedere le qualità di un mediano infaticabile, tanto abile nel tamponare quanto nell’imbastire le ripartenze. Di grande temperamento e veemenza, faceva della struttura fisica il suo punto di forza, senza disdegnare una sua certa attitudine al gol. Con la Germania segna 5 volte in 35 presenze, partecipando ad un Europeo e un Mondiale.
Thomas DOLL

Durante i primi anni della carriera, Doll, si presentava come centrocampista offensivo. Difatti, è con la Dinamo Berlino che si prende le luci della ribalta, segnando e convincendo con prestazioni di alto livello, tanto da convincere i dirigenti della Lazio nell’estate del 1991. È uno dei pochi a poter vantare gettoni di presenza sia con la casacca della Germania dell’Est che con quella riunificata. Ed è proprio con quest’ultima che risponde alla convocazione per gli Europei svedesi del 1992, con cui arriva secondo.
Dietmar BEIERSDORFER

Da buon difensore centrale, aveva nel colpo di testa la sua arma migliore. In Italia ce lo ricordiamo per la sua ultima stagione giocata con la casacca della Reggiana. Ma è in Bundesliga che scrive quasi interamente la sua carriera: Amburgo, Werder Brema e Colonia. Quella della Germania, invece, ha l’onore di indossarla soltanto una volta. In un match di qualificazione per Euro ’92, contribuendo insieme ai compagni alla vittoria di misura sul Belgio.
SPAGNA
LUIS ENRIQUE Martinez Garcia

È stato uno dei pilastri delle Furie Rosse negli anni ’90. Infaticabile centrocampista offensivo dalle doti tecniche ed atletiche di grande levatura. Non si risparmiava mai, e dava tutto per la causa. Il debutto in nazionale avvenne in occasione di un amichevole contro la Romania, per poi vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992 e partecipare successivamente a ben tre Mondiali e un Europeo. Con la Spagna chiude l’avventura con sessantuno presenze e dodici gol.
Albert FERRER Llopis

Per anni uno degli elementi di spicco della retroguardia Blaugrana e della nazionale spagnola. Le caratteristiche di Ferrer erano quelle di un marcatore rude, dal temperamento forte, ma impeccabile nei tempi di intervento. Non aveva il gol nel sangue ma uno spiccato senso della posizione. Con la Spagna vince l’oro alle Olimpiadi del ’92 e partecipa a un Europeo e due Mondiali, saltando la convocazione per Inghilterra ’96 per infortunio.
Miguel Angel NADAL

La Bestia di Barcellona, così come fu rinominato durante le stagioni in catalogna, faceva della fisicità il suo punto di forza. Arcigno e potente, dominatore e leader della difesa, tanto da diventare uno degli elementi imprescindibili sia nel Barça che nella nazionale spagnola. Con le Furie Rosse debutta contro la Cecoslovacchia, un match di qualificazione per gli Europei entrando nella ripresa. Partecipando successivamente a tre edizioni Mondiali e all’Europeo del 1996.
PORTOGALLO
Luis Filipe Madeira Caeiro FIGO

Prima dell’avvento di Ronaldo, il mondo calcistico portoghese era ai piedi di Luis Figo. Ala destra, rapido nei movimenti, eccellente dribblatore e con un piede fatato dalla precisione estremamente chirurgica. Che Figo sia stato uno dei più grandi, non lo scopriamo di certo oggi. Ma ricordarne le qualità tecniche e morali è il minimo che si possa fare. 127 presenze con i Lusitani, conditi da trentadue gol, per le statistiche resta dietro solo a CR7, ma c’è stato un tempo in cui era lui il Numero Uno.
PAULO SOUSA Manuel Carvalho

Tra gli elementi di spicco della talentuosa nazionale Under 20 che vinse il Mondiale di categoria alla fine degli anni ’80. Paulo Sousa si guadagna le chiavi del centrocampo portoghese, ha cervello e visione di gioco e una lettura tattica delle situazioni da fuoriclasse. Con la nazionale maggiore – con cui gioca cinquantatré volte e segnando sei gol – debutta in occasione di un’amichevole contro la Spagna, partecipando in seguito a due Europei e un Mondiale.
JOÃO PINTO Vieira

Insieme allo stesso Paulo Sousa, fa parte della selezione giovanile da cui inizia la scalata fino alla nazionale maggiore. Impressionava per velocità ed estro, caratteristiche gli consentirono di diventare in breve tempo uno degli esterni più interessanti del panorama lusitano. Il Menino de Ouro, con il Portogallo, vanta ventitré gol in ottantuno presenze, venendo convocato per un Europeo – da giocatore senza squadra – e un Mondiale, dove chiuse mestamente per una brutta reazione all’espulsione rimediata.
INGHILTERRA
Ian WRIGHT

Punta centrale, dal baricentro basso, e con una innata predisposizione al gol. Si consacra con la casacca dell’Arsenal ma, Wright, con la sua prolificità si era già fatto notare precedentemente con quella del Crystal Palace. Conquista la nazionale inglese proprio durante il suo approdo ai Gunners, esordendo in un’amichevole contro il Camerun, senza mai riuscire a giocare le fasi finali di un torneo internazionale, limitandosi ai nove gol in trentatré partite. Un bottino tutto sommato ragguardevole.
Lee SHARPE

Sir Alex Ferguson ne intravide le qualità e lo prelevò dal Torquay per affidargli la corsia sinistra dei Red Devils. Fu una delle colonne di quel Manchester United, targato anni ’90, e che conquistò l’esordio in nazionale grazie alle sue ottime prestazioni. Poi arrivò un certo Ryan Giggs e tutto si fece molto più complicato. Con la casacca dei Tre Leoni non riuscì mai ad imporsi, finendo per raggranellare soltanto una manciata di presenze. Alla fine, se ne conteranno otto.
Dennis WISE

Bagna il debutto in Nazionale con un gol – che poi risulterà decisivo – contro la Turchia, in un match di qualificazione per Euro ’92. Per lo storico mediano tuttofare del Chelsea, questa, resterà la sua prima e unica realizzazione con la divisa dell’Inghilterra. Il capitano dei Blues metterà insieme ventuno gettoni di presenza, con una partecipazione agli Europei di Belgio-Olanda del 2000 dove i Tre Leoni, inseriti in un girone di ferro, terminarono il loro cammino dopo sole tre partite.
OLANDA
Marciano Carlos Alberto VINK

Appena maggiorenne iniziò la sua carriera trai professionisti. In principio fu l’Ajax a puntare forte sulle qualità del giovane centrocampista, per poi cederlo alla corte del Genoa. Con i rossoblù si rese memorabile con un gol nel Derby della Lanterna istintivamente folle: la sua serpentina parte prima della metà campo e, dopo aver scartato mezza Sampdoria, deposita la palla in fondo al sacco, piegando le mani di Pagliuca. Tuttavia, neanche ciò gli valse una conferma, scegliendo il ritorno in patria con la maglia del PSV Eindhoven. L’esperienza in Nazionale, invece, si ferma soltanto a due presenze, entrambe in occasione delle qualificazioni per gli Europei del 1992.
Matteo Galli

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