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Il parco attaccanti del Milan 1992/93 è il più forte di sempre?

5 Novembre 2021

Dejan SAVICEVIC

Con Capello e con i tifosi è un continuo odi et amo. La sua indolenza, spesso e volentieri, fa imbestialire tecnico e tifosi. Sembra scendere in campo per dovere di firma. Ma quando ha voglia di far la differenza, allora il Genio è inarrestabile. È sufficiente una giocata per ricucire gli strappi che si creano tra il montenegrino e il mondo che gli gira intorno: riconcilia tutto e tutti con giocate in grado di abbinare estetica, eleganza ed efficacia. Non è roba per tutti. È roba da Dejan. Dopo il successo in Coppa Campioni con la Stella Rossa, c’è la sua firma nella vittoria di Atene contro il Barcellona di Cruijff e nel campionato in corso, il primo con la maglia del Milan, vede limitato il suo impiego in campionato a causa delle regole che non consentono di schierare più di tre stranieri alla volta.

Aldo SERENA

Dopo l’anno in Serie B col Milan, il 1982-83, Serena decise di tornare alla corte del Diavolo per gli ultimi due anni di carriera, dove nel secondo troverà soltanto due gettoni, uno in Serie A ed uno in Coppa Italia, senza mai marcare il tabellino. Una vera e propria anomalia per chi è stato in grado di segnare ottantasei reti in carriera. Tuttavia, la sua ultima esperienza in rossonero gli consente di centrare un obiettivo particolare: Serena, infatti, è uno dei sei giocatori italiani ad aver vinto uno Scudetto con tre squadre diverse (Inter, Juventus e, appunto, Milan).

Marco SIMONE

Partire coi galloni dell’attaccante di scorta non è semplice, ma i campioni rispondo a suon di gol, ed è ciò che Marco Simone è riuscito a fare malgrado la ben più celebrata concorrenza, trovando la via della rete in ben nove occasioni, di cui quattro in Champions League, con la doppietta al PSV Eindhoven nell’ultima gara prima della finale. In Serie A segnerà alla Juventus sia nella gara di andata che in quella di ritorno.

Marco VAN BASTEN

Operarsi alla caviglia a due settimane dal ritiro del suo terzo Pallone d’Oro per poi tornare più forte di prima. Questo era il piano di van Basten, ma la sorte aveva altri piani e dopo quattro mesi lontano dai campi siglerà ad Ancona il sui ultimo gol in carriera, il ventesimo in quella stagione in appena ventidue gare a Nista, portiere a cui siglò la sua prima rete rossonera. L’ultima apparizione si registrò in finale di Champions League, ma il suo passo era pesante e dolorante, ben distante dalla sua leggendaria leggiadria.

di Daniele Riefolo