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Il record di Ignoffo che non supererà mai nessuno (purtroppo per lui)

3 Aprile 2022

Un Cuoghi per amico – Nonostante l’eliminazione, il feeling con Stefano Cuoghi è talmente stretto che i due sposano il progetto di un ambizioso Foggia. Dopo un ottimo campionato e una Coppa Italia vinta è di nuovo tempo di play-off. Semifinale col brivido a Cava de’ Tirreni perché dopo il 5-2 casalingo che sembrava già aver chiuso i conti, i diavoli rischiano di subire una rimonta inaspettata perdendo 3-1. Ignoffo torna quindi in finale con l’Avellino, pronto a riprendersi ciò che gli avevano tolto in maglia azzurra. L’andata finisce 1-0 con la rete di Salgado e gli uomini di Cuoghi si presentano al Partenio convinti che sia l’anno giusto, ma non hanno fatto i conti con la maledizione Ignoffo. La beffa si consuma al minuto 88 quando Rivaldo pareggia il match. Si va ai supplementari ma ormai il vento soffia tutto a favore dei lupi che con due penalty arrotondano il risultato e tornano di nuovo nella serie cadetta. Ignoffo non abbandona la Puglia e il Foggia lo mantiene saldo alla guida della propria difesa. Difesa che guida per l’ennesimo anno ai play-off. È un bel Foggia che gioca un ottimo calcio ma quella Cremonese è troppo forte, pur passando il turno con due pareggi grazie al miglior piazzamento in classifica. Nella compagine Lombarda spiccano i nomi di Lamberto Zauli, William Viali, Leonardo Colucci, bomber Temelin e inizia a muovere i primi passi un certo Davide Astori. Il tutto coordinato dall’uomo della sedia alzata ad Amsterdam, Emiliano Mondonico.

Repetita iuvant? – Quest’ennesima eliminazione è l’inizio del sospetto che qualcosa di sfortunato aleggi nell’aria e convince Giovanni a migrare di nuovo in Campania nelle file del Benevento. Forse dentro di lui sperava di fare una stagione tranquilla, di arrivare al massimo a metà classifica e invece gli stregoni contendono la vittoria al Gallipoli fino all’ultima giornata, ma la compagine salentina la spunta per un solo punto. Ai play-off il destino gli mette contro il suo Foggia. Poco male avrà pensato, se perdo forse i miei ex compagni ce la faranno e a quel punto non ci saranno più dubbi, ero io a portargli sfortuna. Invece le streghe passano il turno grazie a due sudatissimi pareggi e l’1-1 in casa del Crotone nel primo round della finale sembra spalancare le porte della serie cadetta. Basta infatti un pareggio in casa e, in uno stadio tutto colorato a festa arriva invece l’ennesima doccia fredda. Il gol del carioca Caetano Calil porta i ragazzi di Francesco Moriero in Serie B e il povero Giovanni, schierato quinto a sinistra, corre di nuovo tristemente verso l’ennesimo epilogo amaro della sua carriera. Per la legge dei grandi numeri però, prima o dopo la ruota gira, dicono. Dopo la beffa della passata stagione le Streghe partono con i favori del pronostico ma è il Novara troncare ben presto le gambe alle concorrenti. Un rendimento altalenante e un via vai di allenatori poi, complicano il cammino. Acori viene prima esonerato e sostituito da Camplone per poi essere richiamato a quattro giornate dal termine. Nell’ultimo mese la squadra consegue dieci punti che valgono il sorpasso sul Lumezzane e la qualificazione ai play-off. La lotteria di fine torneo non sorride per l’ennesima volta ai giallorossi che vengono eliminati dal Varese (2-2 in casa e sconfitta per 2-1 in Lombardia) che staccherà il pass della B in finale ai danni della Cremonese. A Siracusa, nella sua Sicilia, interromperà il loop maledetto trovando comunque la soddisfazione di essere eletto, nella stagione 2013-14, miglior difensore della Serie D nelle file del Messina.

Se per Wikipedia trattasi di un record sfortunato a noi piace sottolineare anche l’altra (Stone)face – così ribattezzato dai napoletani – di questo record. Il record di esserci arrivato per sei volte, lì, a giocarsela, fino all’ultimo minuto. Un esempio nostalgico a crederci sempre e a non mollare mai che in questo calcio moderno spesso manca. Forse è vero, la sua ruota deve ancora girare, forse quell’urlo dei 70.000 al San Paolo lo ha dovuto pagare in un qualche modo o forse molto semplicemente il destino per lui era questo.

di Alberto Bardelli