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La classifica degli stranieri più prolifici nella storia della Serie B

15 Aprile 2022

Tomas Andres GUZMAN – 37 reti

Dopo averlo visto in azione nel Mondiale Under 17 con il Paraguay, l’allora direttore sportivo della Juventus, Luciano Moggi, scucì ben due miliardi e mezzo per avere il suo cartellino e scommettere sul suo piede sinistro. Tomas, all’epoca diciottenne, sbarcò nel Vecchio Continente con su gli stigmi del campioncino in erba. Purtroppo per lui, il suo futuro in bianconero fu parco di soddisfazioni. Tuttavia, il suo piede mancino ha fatto la fortuna di numerose compagini della Serie B ed il suo score di trentasette acuti complessivi lo pone al diciottesimo posto assoluto dei cannonieri di tutti i tempi. Ha fatto vedere le sue cose migliori principalmente con il Crotone ed il Piacenza, anche se nel suo giro d’Italia ha toccato numerose tappe come Ternana, Messina e Juventus – una presenza nel torneo 2006-07 – poi anche Spezia e Gubbio. Dopo le dodici reti in un campionato e mezzo con i pitagorici si guadagnò la chiamata del Siena in Serie A per ricoprire il ruolo di vice-Chiesa, mentre al Leonardo Garilli rimase per ben quattro campionati e mezzo, realizzando complessivamente diciannove reti tra cadetteria e Lega Pro. Dopo l’avventura in Umbria, tornò nel suo Paraguay per chiudervi la carriera nel 2015 a soli trentatré anni.

Juan Carlos MORRONE – 37 reti

Il suo nome è indissolubilmente legato a quello della Lazio, con cui si è distinto sia nel ruolo di centravanti che in quello di allenatore. Sebbene in molti, sulle sponde del Tevere, lo ricordino principalmente nelle vesti di tecnico – per dieci anni ha guidato le selezioni giovanili fino alla prima squadra nel 1983 – l’attaccante di Buenos Aires classe 1941 ha detto la sua anche e soprattutto sul campo. Giunge nella capitale nel 1960 in qualità di oriundo, condizione che permette alla società biancoceleste di tesserarlo viste le regole dell’epoca che obbligavano i club ad attendere i ventidue anni per procedere all’acquisto di uno straniero. La stagione termina con la retrocessione in B e Morrone entra nella storia della Lazio, segnando il primo gol assoluto dei capitolini tra i cadetti. Segna ventiquattro volte in due tornei e sono reti decisive per il ritorno nella massima serie. Dopo un biennio con la Fiorentina, torna nuovamente alla Lazio e vive ancora una volta il dramma della retrocessione. Rimane fino al 1971 dove il suo contributo si limita a dieci reti. Viene poi ceduto al Foggia, con cui segna le sue ultime quattro reti da professionista per poi chiudere ad Avellino.

Sasa BJELANOVIC – 42 reti

L’attaccante croato sbarca a Como con il peso di dover sostituire nei cuori dei tifosi lariani Luis Oliveira che, dopo un titolo di capocannoniere conquistato sulle rive del Lago, ha lasciato il club per accasarsi a Catania. Il giovane Bjelanovic viene notato mentre in patria sta facendo il diavolo a quattro con la maglia del Varteks Varazdin. Tuttavia, l’impatto con la Serie A non è il migliore pronosticabile e dopo qualche mese viene ceduto al Chievo Verona dove migliora lo score, ma non viene confermato. È il Genoa, dunque, alla ricerca di un ariete per il suo attacco che decide di acquistarlo. Con il Grifone segna ben dodici reti e nel 2004 lo vuole Zeman al Lecce, di nuovo in A. Cinque reti ed un biennio ad Ascoli fanno pensare che finalmente Sasa ha conquistato il giusto livello di maturazione, ma fallisce la prova del nove con il Torino. Rimane mestamente a secco per un intero anno. Una cosa mai accaduta prima e che, quindi, lo convince a scendere nuovamente tra i cadetti. La Serie B sembra il suo habitat naturale ed è quello di Vicenza nella fattispecie. Segna venti gol in due anni e gioca così bene che si guadagna la chiamata dal CFR Cluj che disputa la Champions League. Tuttavia, con i romeni l’avventura naufraga ben presto ed il richiamo del Belpaese è troppo forte. Lascia ulteriori tracce del suo passaggio con Atalanta, Verona ed infine Varese, prima di dire basta dividendosi nel 2014-15 tra Messina e Pordenone in Serie C.

Jeremy Uche MBAKOGU – 42 reti

La statistica sarà sicuramente da aggiornare. O così si augurano i tifosi del Cosenza che, attualmente, lo vedono languire sulla panchina accanto al tecnico Occhiuzzi. È un peccato vederlo relegato tra i rincalzi ed ancora a secco, specie se si pensa alla sua esplosione alla quale si assistette con la maglia del Carpi non più di otto anni fa. Allora aveva appena ventuno anni, ma Jerry aveva dalla sua l’esperienza consolidatasi in una piazza abituata a lottare come quella della Juve Stabia. Con gli oplontini, infatti, Mbakogu ha segnato le sue prime reti da professionista, tra Serie C e B, ma con l’arrivo in Emilia-Romagna e l’incontro con il tecnico Castori la sua stella iniziò a brillare sempre di più. Grazie alle sue quindici reti, infatti, i biancorossi riuscirono a centrare un’incredibile promozione in Serie A. Dopo un anno in massima serie ed aver tentato un’infruttuosa avventura nella tundra russa con la maglia del Krylja Sovetov Samara, il ritorno al Sandro Cabassi. Mbakogu era volato troppo in alto e troppo in fretta, forse, e il calciatore che si ripresentò a Carpi sembrava aver smarrito la vena realizzativa dell’epoca. Segna undici reti in un anno e mezzo e neanche il nuovo ritorno a Padova, nella società che l’ha lanciato, ha lasciato il segno. Lo chiama l’Osijek ma mette insieme pochissimi gettoni senza segnare. Il resto, è storia d’oggi. L’auspicio dei tifosi calabresi non può essere che quella di veder aggiornare in meglio la sua posizione in classifica.

Paulo Sergio Betanin PAULINHO – 42 reti

L’attaccante brasiliano ha lasciato un buon ricordo in ogni società nella quale si è disimpegnato, tuttavia se bisogna dare un colore alla sua esperienza in Italia, sicuramente l’amaranto rappresenta al meglio il suo sentimento cromatico. Eh sì, perché Paulinho ha fatto sognare (eccome) i tifosi di Livorno, città che l’ha accudito, coccolato e fatto crescere. Ed il centravanti ha risposto sul campo e con i fatti con prestazioni man mano sempre migliori, fino a toccare picchi d’eccellenza in Serie A. Ha solo diciotto anni quando i labronici lo acquistano dalla Juventude e il giovane Paulinho cresce all’ombra di Protti e Lucarelli. L’ambientamento è lungo e, in tre campionati, trova occasione di andare a segno per due volte. Va in prestito al Grosseto nel 2007 e segna solo due volte in trentuno partite. Torna una prima volta all’Armando Picchi, ma la stagione non regala alcuna gioia. È qui che si materializza l’incontro che gli cambia la vita. Gennaro Ruotolo, bandiera livornese e sorrentino di nascita, consiglia alla squadra della sua città di puntare su Paulinho. E in Campania, il suo talento esplode. In due anni segna trentanove volte in due anni ed il ragazzo, stavolta, si ripresenta a Livorno conscio di poter dire la sua. E così sarà: segna trentacinque volte nella regular season e trascina i suoi alla promozione in Serie A nei play-off. Nella massima serie i suoi quindici gol non impediscono la retrocessione dei toscani, ma gli spalancano le porte dei petroldollari: va in Qatar all’Al-Arabi, ma le cose non vanno per il meglio. Cerca di farsi strada anche negli affetti dei tifosi della Cremonese, ma finisce sul tabellino dei marcatori in nove occasioni in due anni. Sarebbe potuto andar meglio.

Mario FRICK – 44 reti

Mario ha tutto per rappresentare il concetto di bandiera. Nella storia del Liechtenstein nessuno ha saputo far meglio di Mario in ambito europeo, battendo ogni record della Nazionale rappresentante del principato. Tuttavia, in Italia ha saputo trovare la sua seconda patria che gli ha voluto un bene così grande da andare oltre le logiche del clan, diventando un idolo degli aficionados sparsi per tutta la penisola. Come si fa a non ammirare un calciatore che accetta l’offerta dell’Arezzo, in Serie C1, l’anno dopo aver disputato diverse sfide di Coppa UEFA con lo Zurigo? Non si può e infatti Frick ripaga con cataste di gol i suoi tifosi. Con i toscani segna sedici gol in ventitré apparizioni. Quanto basta per ottenere la chiamata del Verona in Serie A con cui fa sette gol in ventiquattro partite. Nell’estate del 2002 accetta l’offerta della Ternana ed è in Umbria che trova la sua dimensione ideale. Le 44 reti realizzate in Serie B sono tutte colorate di rossoverde e quando lascia il Libero Liberati dopo quattro stagioni in molti si mangiano le mani. Arriva, però, la chiamata del Siena che disputa il massimo campionato. Ha trentatré anni, ma non vuol sapere di smettere e infatti resta in bianconero per altri tre anni, prima di tornare in Svizzera e dire basta quando le primavere sono ben quarantadue. Grande Mario.

Pablo Andres GONZALEZ – 45 reti

Quando l’attaccante argentino arriva in Italia, il suo fratello maggiore Mariano ha già lasciato la penisola da diversi anni dopo due anni da protagonista a Palermo ed una comparsata nell’Inter. A differenza del suo predecessore, el Puci gioca più avanzato e svaria in tutti i ruoli d’attacco. Caratteristiche che convincono i dirigenti del Novara ad acquistarlo dal Grupo Universitario de Tandil. Non è nuovo delle zone a ridosso del Lago Maggiore, visto che nel 2007 Pablo ha giocato una stagione nel Locarno, in Svizzera. I piemontesi disputano il campionato di Serie C1 e con il suo arrivo si spalancano le porte della promozione: con il suo apporto, i Gaudenziani tornano tra i cadetti dopo trent’anni di attesa. Ed il bello deve ancora arrivare. Infatti, esplode in maniera così fragorosa da consentire agli azzurri il doppio salto di categoria. Le sue quindici reti scatenano l’interesse delle grandi ed il Palermo vince la corsa per il suo cartellino a detrimento dell’Atalanta. Mentre il Novara è in Serie A, Gonzalez vede i suoi retrocedere dividendosi fra i rosanero ed il Siena, dove si accasa dopo pochi giorni in Sicilia. Dopo un 2012 passato nelle retrovie, torna da protagonista nuovamente a Novara, squadra con cui termina la carriera dopo una parentesi lì vicino, ad Alessandria.