Privacy Policy La classifica dei tedeschi "italiani" con la carriera migliore - Pagina 2 di 4

La classifica dei tedeschi “italiani” con la carriera migliore

1 Maggio 2020

15. Jörg HEINRICH

Eccoci arrivati ad uno dei difensori più stimati dai tifosi viola, Jörg “l’ispettore” Heinrich. Arriva a Firenze nell’estate del 1998 dopo aver vinto di tutto con il Borussia Dortmund. I sedici miliardi spesi dal patron Cecchi Gori per colorarlo di viola, si dimostrano subito ben investiti, in quanto la dose di assist e di buone prestazioni fornite dal laterale è alquanto massiccia. Resta alla Fiorentina due anni collezionando cinquantasette partite e cinque reti nel massimo Campionato.

14. Hans-Peter BRIEGEL

Ha passato soltanto quattro anni in Serie A, tuttavia gli sono stati sufficienti per entrare nel cuore delle sue due tifoserie. Arriva nell’estate del 1984 per vestire la maglia del Verona. Gli scaligeri lo acquistano a prezzo di saldo dal Kaiserslautern e, a dire il vero, non viene accolto con particolare entusiasmo. Il mediano impiega ben poco per trasformare lo scetticismo in fragorosi applausi, vestendo i panni dell’eroe durante la cavalcata che porta i gialloblù al loro primo ed unico Scudetto. Nel 1986 passa alla Sampdoria e, prima di smettere di giocare a pallone, segna una delle due reti nella finale d’andata di Coppa Italia, poi vinta, contro il Torino

13. Karl-Heinz RIEDLE

È l’ultimo bomber della Lazio “operaia” di Calleri, prima dell’arrivo della miliardaria gestione di Cragnotti. Il calciatore arriva nella Capitale da Campione del Mondo in carica nel 1990. Nel corso della sua esperienza in biancoceleste segnerà trenta reti e si distinguerà in particolare per la sua abilità nel gioco aereo. Sì, perché Kalle, alto “solo” 177 centimetri, riusciva a staccare più in alto di molti avversari più alti di lui. Il tutto, grazie ad un tempismo ed un’elevazione impressionanti.

12. Karl-Heinz SCHNELLINGER 

Credits: Don Morley/EMPICS via Getty Images

Nativo di Düren, classe 1939, difensore arcigno, abile nel tackle, dal fisico robusto e dal posizionamento universale, era infatti in grado di ricoprire con estrema caparbietà tutti i ruoli della retroguardia. Arriva in Italia nel 1963, dopo una stagione in prestito al Mantova ed una alla Roma, passa al Milan dove in nove anni vince di tutto: uno Scudetto, tre Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, una Coppa dei Campioni ed un’Intercontinentale. Segnava poco, molto poco Schnellinger, anche se uno dei suoi gol ce lo ricordiamo tutti: il provvisorio 1-1 nella partita del secolo, Italia-Germania Ovest 4-3.

11. Jürgen KOHLER

Uno degli ultimi veri e propri stopper puri. Una garanzia in area di rigore e non solo. Era bravissimo nell’anticipo e Franz Beckenbauer ha più volte speso parole al miele per Jürgen Kohler, che ha vissuto alla Juventus i suoi unici quattro anni italiani, vincendo una Coppa UEFA nella doppia finale con il Borussia Dortmund – squadra in cui chiuderà la carriera – e l’indimenticabile Scudetto del 1995 che spezzò l’egemonia del Milan di Capello.