La rosa del primo Chelsea di Joe Cole e Damien Duff vi salverà la serata
8 Novembre 2021
29. Robert HUTH

Il granitico difensore centrale tedesco sta crescendo molto bene all’ombra di mostri sacri come Terry e Desailly. I suoi progressi vengono particolarmente apprezzati da mister Ranieri che, infatti, lo chiama in causa indifferentemente sia in Premier League che in Europa. Oltre alle sedici presenze in campionato – di cui otto da titolare – Huth colleziona altri quattro gettoni, preziosi per migliorare la sua esperienza.
30. Jesper GRONKJAER

È l’uomo del Bilion Pound Goal, l’episodio decisivo che ha fatto sciogliere gli ultimi dubbi al magnate russo. Merita la riconferma per questo motivo ma non solo. Il danese, infatti, è prezioso anche a gara in corso e conosce bene lo spogliatoio. Tuttavia, al termine della stagione, consumatosi l’addio di Ranieri alla panchina dei londinesi, anche Gronkjaer è costretto a far le valigie ed insieme a Melchiot acquista un biglietto per il treno diretto al Birmingham City.
31. Marco AMBROSIO

Dopo tanta gavetta tra Serie C e cadetteria, Ambrosio fa parte della leggendaria compagine griffata Delneri che porta in alto il nome del quartiere veronese di Chievo, arrivata a giocarsela alla pari con le grandi. È il secondo del portiere con il numero dieci, Cristiano Lupatelli, e andrà a ricoprire lo stesso ruolo al Chelsea, definendo l’esperienza inglese “una pacchia”: «Ho l’occasione di fare una bella esperienza, di giocare la Champions League e prenderò una barcata di soldi. È un sogno». Senza peli sulla lingua. E in quella Champions League non farà solo la comparsa. Nonostante lo scetticismo generale, gioca alla grande contro i cugini dell’Arsenal nei quarti di finale, vista l’assenza contemporanea di Cudicini e Sullivan, e sarà titolare, seppur con meno fortuna, anche nell’andata col Monaco. Il suo sogno oltremanica durerà solo un anno, ma i ricordi non svaniranno di certo.
32. Mikael FORSSELL

Il centravanti finlandese orbita intorno alla prima squadra del Chelsea ormai dal 1998, senza mai riuscire a sfondare. In allenamento sembra promettente, ma quando viene chiamato in causa, latita eccessivamente. Nasce, dunque, così la scelta di mandarlo in prestito al Crystal Palace nel gennaio del 2000. A Selhurst Park resta anche l’anno successivo, segnando sedici reti in cinquantadue partite. Torna temporaneamente a Stamford Bridge, ma il campo non lo vede neanche con il binocolo e così viene nuovamente mandato in prestito, stavolta in Bundesliga al Borussia Mönchengladbach. Con i Fohlen segna sette gol in sedici uscite. Sembra l’anno buono e, invece, dopo la preparazione estiva, ecco un nuovo prestito: stavolta al Birmingham City. Al Saint Andrew’s si esprime come dovrebbe, segnando addirittura diciassette gol. Tante marcature, ma non sufficienti per far breccia nel cuore della dirigenza dei Blues che lo saluta definitivamente nel 2005 per lasciarlo proprio a Birmingham.
34. Neil SULLIVAN

Nelle premesse della dirigenza dei Blues, la stagione 2003-04 prevede questo roster fra i pali: Carlo Cudicini, Marco Ambrosio e Jürgen Macho. Tuttavia, il precoce quanto grave infortunio dell’estremo difensore austriaco costringe il Chelsea a tornare sul mercato e trovare una pedina d’esperienza. Il nome ricade proprio su Neil, che comunque gioca otto partite in stagione, facendosi trovare pronto ogniqualvolta viene chiamato in causa.
35. Jürgen MACHO

Detiene il primato tra gli acqusti di Abramovich da patron del Chelsea, ma purtroppo i suoi primati si fermano lì. Il portiere austriaco infatti, dopo aver fatto bene nelle file del Sunderland come secondo di Sørensen, non riuscì a ritagliarsi grossi spazi a causa di un grave infortunio al ginocchio che ne condizionò la stagione. Infatti, Macho non scese mai in campo e dopo l’estate del 2004 fu ceduto in prestito al Rapid Vienna per testarne l’effettiva riabilitazione.
di Alberto Bardelli

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