La rosa della Reggiana di Simutenkov
3 Aprile 2022
22. Marco BALLOTTA

Dopo la sua prima esperienza da professionista vissuta lontana dall’Emilia-Romagna in quel di Brescia, l’estremo difensore fa pronto ritorno sulla strada di casa nel 1995, difendendo questa volta i pali dei granata. Ancelotti si affida alla sua esperienza per centrare la promozione e Ballotta dà il suo vivo contributo alla causa, mentre non può nulla davanti ad una difesa che fa acqua da tutte le parti, raccogliendo ben sessantasette palloni in fondo alla sua porta al termine del campionato. Sarà il suo record negativo assoluto, superando le sessanta reti subite proprio in quel di Brescia due tornei prima. Curiosità vuole che sia stato il numero uno di due delle squadre che hanno stabilito il primato negativo delle vittorie in un torneo di Serie A a diciotto squadre.
23. Fernando DE NAPOLI

Il talento del centrocampista irpino torna a brillare non appena veste la maglia granata dopo un biennio ricco di titoli, ma più che povero di soddisfazioni sul campo. Nando, infatti, dopo aver vissuto il periodo più brillante nella storia del Napoli si è appuntato altri due Scudetti sul petto, ma con i colori del Milan addosso. Peccato che in due campionati, Capello gli abbia concesso solo nove spezzoni di partita. Nel 1994, dunque, ecco l’approdo nella Reggiana dove nessuno si aspetta di rivederlo così in forma. I Granata retrocedono e Trapattoni lo chiama a sé nel Cagliari nel 1995-96, ma un infortunio lo tormenta e non riesce mai a vestire il rossoblù, facendo così immediato ritorno alla Reggiana, dove chiude la sua carriera proprio nel 1996-97.
25. Antonio PACHECO

Dopo Paulo Futre e Rui Aguas, al crepuscolo del 1996 si presenta a Reggio Emilia un nuovo portoghese: ha giocato per sei anni nel Benfica, ha disputato due finali di Coppa dei Campioni, ma da qualche anno sembra aver smarrito il talento. Forse la calda accoglienza del pubblico granata gli gioverà. E invece Pacheco affonda nel mare della cadetteria assieme ai suoi nuovi compagni di squadra. Non prima, però, di aver messo la propria firma sull’impresa sfiorata contro l’Inter, segnando la rete che illude il pubblico del Giglio, risultando quella l’unica gioia della sua esperienza italiana.
26. Franz CARR

Per descrivere al meglio lo stile di Franz Carr, meglio affidarsi a chi l’ha visto crescere e l’ha lanciato, ossia Brian Clough, una delle leggende del calcio inglese e del Nottingham Forest: «Carr è il migliore battitore da bandierina del calcio d’angolo del Paese, se solo avesse saputo dov’era la porta». Con queste premesse, difficile fare la differenza e apportare migliorie ad una squadra cronicamente impantanata nella lotta per non retrocedere. E infatti, di Franz Carr si ricordano soltanto sporadiche apparizioni – sei per la precisione – prima di lasciare lo stadio Giglio a relegation certificata.
27. Filippo GALLI

Dopo aver vinto tutto con il Milan ed aver vestito soltanto i colori rossoneri – eccezion fatta per una parentesi nel Pescara nel torneo 1982-83 – Filippo Galli decide di dire sì alla Reggiana nell’estate del 1996. Neanche la sua grande al servizio di Lucescu prima e Oddo poi, però, riuscì a lenire le lacune dei Granata. Il difensore centrale, nonostante la retrocessione in Serie B, resta al Giglio per un’altra stagione prima di lasciare per approdare a Brescia e concludere successivamente la sua carriera oltre la soglia dei quarant’anni dopo le esperienze con Watford e Pro Sesto.
28. Pietro PARENTE

Croce e delizia dei suoi tifosi e dei suoi allenatori. Pietro Parente è stato un’ira di Dio non solo dentro al campo, ma anche al di fuori: in molti sostengono che il suo carattere bizzoso sia stato il principale limite ad una carriera che, potenzialmente, lo avrebbe potuto portare a raggiungere ben altri obiettivi. E anche la parentesi con la Reggiana non fa eccezione: Parente alterna prestazioni da trascinatore a comportamenti che lasciano senza parole allenatori e compagni di squadra ed alla fine la miscela si rivela deleteria per le ambizioni granata, retrocedendo nonostante Pietro abbia contribuito con tre reti in ventuno presenze alla causa degli emiliani.
29. Massimo MINETTI

L’attaccante cresciuto nel vivaio granata conquista sempre più spazio man mano che il campionato va verso una direzione ben precisa. Oddo preferisce far crescere i potenziali futuri virgulti del settore giovanile e Massimo è l’incaricato a buttarla in fondo al sacco. E ci riesce in quel di San Siro contro i campioni d’Italia in carica del Milan, mettendo a segno il gol della bandiera nel 3-1 rifilato dal Diavolo ai Granata. A fine stagione si contano quattordici presenze che chiudono la prima di tre parentesi che vivrà con i colori della Reggiana sulla pelle.
30. Fabio FASO

Del difensore neanche ventenne si perdono velocemente le tracce, anche a causa di un prematuro ritiro avvenuto poco dopo aver compiuto i venti anni. Nella stagione 1996-97 viene convocato per dieci volte dai tecnici e vede il campo per tre volte, giocando addirittura tutti i novanta minuti nel match contro la Fiorentina della penultima giornata. E dopo un’ulteriore annata con la Reggiana, nel 1998 viene ceduto al Carpi. E poi, di lì, il nulla più assoluto. Termina improvvisamente la sua carriera.

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