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La rosa della Stella Rossa che vinse la Coppa Campioni al San Nicola di Bari: Livello Nostalgia 10+

29 Ottobre 2021

Milic JOVANOVIC

Il vice-Stojanovic è un granatiere di 201 centimetri che, all’occasione, si fa sempre trovare pronto. Arriva alla Stella Rossa nel 1990, dopo due campionati a difesa della porta del Napredak Krusevac. Resta al Marakàna soltanto per un anno, giusto il tempo di salire sul podio del San Nicola di Bari prima di andare in Montenegro, al Mogren Budva e trasferirsi nel 1993 in Portogallo. Nel massimo torneo lusitano disputa diversi campionati con Torreense, Nacional Madeira e Leça.

Ivica MOMCILOVIC

È un centrocampista che viene chiamato quando c’è bisogno di serrare i ranghi e difendere il risultato. I suoi 182 centimetri lo aiutano notevolmente, facilitandogli il lavoro. Ha ventitré anni quando viene ingaggiato dalla Crvena Zvezda che lo ha visto ben disimpegnarsi nel Napredak Krusevac. Con i Čarapani disputa due ottimi campionati, mentre a Belgrado non è un titolare inamovibile, ma ciò gli basta per vantare nel suo palmares anche una Coppa dalle Grandi Orecchie. Gioca anche con il Rad, altra realtà della capitale serba, togliendosi lo sfizio di disputare alcuni campionati in quel di Cipro con l’AEL Limassol e in Svezia con il Trelleborgs FF.

Rade TOSIC

Il difensore è un rincalzo di lusso per la Stella Rossa, ma con una retroguardia del genere, Tosic può guardare ai suoi compagni di squadra con la consapevolezza di avere davanti a sé dei veri e propri monumenti. Dopo aver debuttato giovanissimo nello Sloboda Tuzla ed aver vissuto due stagioni da titolare con l’Hajduk Spalato, arriva a Belgrado con la consapevolezza di dover sudare per finire nell’undici di partenza. Vista l’impossibilità di trovare continuità, lascia il Marakàna dopo due soli anni – dove però vince titolo, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale – vissuti da comprimario per tentare l’avventura in Spagna con il Merida e poi con il Castellon, dove chiude la carriera.

Vlada STOSIC

È un centrocampista d’attacco, su cui la Stella Rossa punta molto. Infatti, venuto su dal vivaio dei biancorossi, Vlada viene mandato a far esperienza in giro per il mondo. Eh sì, perché viene mandato dapprima in Australia al Footscray JUST – dove JUST sta per Jugoslav United Soccer Team – in una squadra composta da esuli slavi in quel di Melbourne, poi al più vicino Rad e infine al Radnicki Nis. Quando si ripresenta alla corte della Stella Rossa, Stosic dà il suo tangibile contributo alla causa, disputando da titolare i primi due turni di qualificazione contro Grasshoppers Zurigo e Rangers Glasgow, subentrando anche nella finalissima ad un quarto d’ora dal novantesimo.

Vladan LUKIC

Il suo nome sarà sempre legato a quello della Stella Rossa. E non solo per il suo passato da calciatore, ma anche per aver ricoperto la carica di presidente dal 2009 al 2012, cedendo poi lo scettro ad un altro grandissimo del calcio jugoslavo come Dragan Dzajic. Sul campo, Lukic ha dato man forte all’attacco biancorosso, facendosi trovare sempre pronto quando l’occasione lo richiedeva. Questa sua predisposizione al gol, convinse i dirigenti dell’Atletico Madrid a prelevarlo nel gennaio 1993 e sul prato dell’indimenticabile Vicente Calderon, Vladan andò in rete in due occasioni durante le sue nove uscite complessive.

Allenatore: Ljupko PETROVIC

Petrovic finisce sulla panchina della Stella Rossa, raccogliendo l’eredità di Dragoslav Sekularac. Per lui, parlano i buoni risultati raccolti con le giovanili della Jugoslavia, nelle quali lancia diversi giocatori che si ritrova a guidare non appena sbarca al Marakàna. Chi lo ha visto in azione sulla panchina, ricorda la sua genuinità e la sua semplicità. Caratteristiche che si esplicitano già nel suo modulo di gioco che si snoda sui dettami di un classico quanto efficace 4-4-2. In molti rivedono in lui una sorta di Mazzone dei Balcani, utilizzando la leva emotiva come amplificatore di risultati. E la sua filosofia si sposa bene con il gruppo che veste la maglia biancorossa quell’anno, tanto da vincere la Coppa dei Campioni e la Panchina d’Argento. Trofei che lo porteranno ad allenare l’Espanyol nella stagione successiva. Ha settantaquattro anni, ma se mai vi capitasse di guardare una partita del campionato vietnamita con Thanh Hoa impegnato, buttate un occhio sulla panchina e lo trovereste intento ad impartire consigli ai suoi ragazzi.

di Nando Di Giovanni