Non avete neanche idea di quanti elementi nostalgici ci siano in questo articolo
28 Settembre 2021
È stata per anni l’uscita di sicurezza, la scappatoia per salvare un anno che rischiava di essere disastroso. Ed è stata pure una di quelle rassegne da sfuggire con tutte le forze, quelle che costringevano a modificare la preparazione e il ritiro estivo. Eppure, ad un certo punto, tutti quelli che la giocavano avrebbero voluto vincerla con tutte le loro forze. Altro che inutili amichevoli estive, altro che esibizioni in America o in Arabia Saudita, altro che trofei intitolati a questo o a quello, altro che triangolari e penalty shoot-out. Erano altri tempi quelli di questa coppa. Erano belli, altroché: una formula classica e compressa, un albo d’oro che definire variegato è addirittura riduttivo, due o in alcuni casi addirittura tre vincitori finali. Perché di Intertoto, all’epoca, non se ne aveva mai abbastanza. Ed è proprio per questo che intendiamo ripercorrere in questa sede i nomi delle squadre che hanno allietato le nostre estati dal 1995 al 2008, anno dell’ultima edizione, prima che questa Coppa venisse fagocitata da preliminari, rassegne europee praticamente per tutti ed altre amenità portate in dote dall’evoluzione (si fa per dire) del calcio.
1995: la doppietta francese di Bordeaux e Strasburgo

Sessanta squadre divise in dodici gironi, alcune sconosciute ai più, altre di grande tradizione. C’erano il Tottenham, il Bayer Leverkusen, lo Sheffield Wednesday, il Bordeaux e lo Strasburgo, che alla fine vincono la rassegna. Il modo? Le semifinali di quell’Intertoto valevano come turno preliminare della UEFA successiva. Niente finale, titolo a tutte e due le squadre transalpine. Titolo che porta fortuna soprattutto al Bordeaux, che compie una super cavalcata terminata nella doppia finale contro il Bayern Monaco, dopo aver sconfitto il Milan ai quarti. Erano i Girondins di Zidane, Dugarry, Lizarazu e Richard Witschge. È il primo ed unico caso di una partecipante all’Intertoto che arriva in finale di Coppa UEFA.
1996: un tris a sorpresa

Solita pletora di compagini sconosciute unita a una serie di squadre più o meno nobili e più o meno decadute. Al termine di due mesi di scontri nei classici dodici gironi, arrivano alla vittoria finale il Guingamp (sì, quello di Vincent Candela), il Karlsruhe e il Silkeborg. Soprattutto la squadra tedesca si fa valere nella successiva Coppa UEFA, superando la Roma di Carlos Bianchi ai sedicesimi del torneo: 3-0 in Germania con i gol di Sean Dundee e la doppietta di Fink. Inutile la vittoria giallorossa al ritorno.
1997: sembra la Ligue 1

È la Francia la nazione a contare più vittorie nella storia dell’Intertoto. E sembra quasi inevitabile, se pensiamo che nelle prime tre edizioni, su otto vincitori, sei sono della Ligue 1. Nell’estate del 1997 è il turno di Bastia, Auxerre e Lione, quello di Giuly. Particolarmente nostalgica la rosa dell’Auxerre, che contava su Franck Silvestre, Taribo West, Bernard Diomède e Stéphane Guivarc’h.
1998: finalmente sventola il tricolore

Esordio col botto, è veramente il caso di dirlo. Nel 1998 le nostre squadre iniziano a partecipare all’Intertoto. Ci sono Sampdoria e Bologna, che si ritrovano faccia a faccia nella doppia semifinale del torneo. Andata al Dall’Ara, segnano Andersson, Paramatti e Kolyvanov per i rossobù e Palmieri per la Doria, che bissa anche al ritorno mettendo in rete l’unico gol della gara. In finale ci va il Bologna di Mazzone – e di Signori, e di Fontolan – che vince contro il Ruch Chorzow e sarà protagonista di una memorabile UEFA, fermandosi soltanto in semifinale contro il Marsiglia (con tanto di rissa storica). Insieme ai felsinei si iscrivono all’albo d’oro dell’Intertoto anche Valencia e Werder Brema.

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