Non avete neanche idea di quanti elementi nostalgici ci siano in questo articolo
28 Settembre 2021
2003: la vittoria di Serse

Bothroyd. E potremmo fermarci qui. Eroe quasi per caso, eppure protagonista nella grande avventura del Perugia di Serse Cosmi, che nell’estate del 2003 ha fatto davvero sognare non soltanto i suoi tifosi. Kalac, Ze Maria, Di Loreto, Grosso, Tedesco, Obodo, il grande Vryzas, una compagine a immagine e somiglianza dell’allenatore, che nella sua corsa verso la Coppa UEFA ha lasciato dietro di sé gli scalpi di Allianssi, Nantes e Wolfsburg, dove giocava Andres D’Alessandro, uno dei tanti presunti (molto presunti) eredi di Maradona che mai hanno confermato neanche un decimo delle attese su di loro riposte. Vincono le altre finali e passano in Coppa UEFA insieme al Perugia anche Schalke 04 e Villareal.
2004: di nuovo Schalke e Villareal

Neanche a farlo apposta, ma così è effettivamente andata. Nell’estate del 2004 sia lo Schalke che il Villareal confermano la loro vittoria dell’anno precedente, andandosi a prendere il secondo Intertoto di fila e con questo anche la partecipazione alla UEFA. Due squadre niente male, sia i tedeschi di Jupp Heynckes, dell’immortale Levan Kobiashvili e di Hamet Altintop, sia gli spagnoli di Manuel Pellegrini, e pure di Pepe Reina, Gonzalo Rodriguez, Marcos Senna, Josè Mari, Sonny Anderson (proprio lui) e l’immenso Riquelme. È il Lille la squadra “intrusa”, che si prende la coppa battendo l’União Leira.
2005: è il turno di Amburgo, Lens e Marsiglia

C’è di mezzo di nuovo una squadra italiana nel cammino del Marsiglia, che batte la Lazio di Delio Rossi nella doppia semifinale del torneo del 2005. I biancocelesti pareggiano contro i francesi all’Olimpico schierando il tridente Manfredini, Di Canio e Muzzi. Paolo porta in vantaggio i romani prima del pareggio ospite. I marsigliesi schiantano la banda di Rossi al ritorno del Velodrome: è Ribery a mettere il sigillo, siglando la terza rete. Marsiglia scatenato anche in finale, dove ribalta il 2-0 contro il Deportivo La Coruña, mettendo a segno 5 reti nella gara di ritorno in casa. Nelle altre gare l’Amburgo batte il Valencia e il Lens il Cluj.
2006: nuova formula, un vincitore

Nuova formula, decisamente particolare. Tre turni, solo scontri diretti, nessuna finale. Il vincitore dell’Intertoto stavolta è la squadra che passa il terzo turno, entra in Coppa UEFA ed effettua il cammino più lungo. Dunque per il vincitore ci vuole un po’, e tra le undici formazioni che hanno superato il terzo turno è il Newcastle a fare la strada più lunga in UEFA, fermandosi agli ottavi di finale. C’è un po’ di Italia, che ai nastri di partenza schiera Chievo Verona, Palermo, Livorno e Parma (è la stagione post Calciopoli): gli inglesi infatti affrontano il Palermo nel girone eliminatorio. I rosanero di Guidolin, con Brienza e Caracciolo davanti e Barzagli in difesa, cadono al Barbera con il gol di Luque.
2007: vince l’Amburgo

Le modalità restano le stesse, e anche stavolta è una squadra che si ferma agli ottavi di Coppa UEFA. È l’Amburgo a scrivere il suo nome, di nuovo, nell’albo d’oro dell’Intertoto ormai prossimo alla fine. I tedeschi si fermano nel derby contro il Bayer Leverkusen: una vittoria, quella del trofeo, praticamente certa dopo l’eliminazione nel turno precedente dell’Atletico Madrid, buttato fuori dal Bolton. A leggerlo ora, fa anche una certa impressione.
2008: il Braga si prende l’ultimo ballo

Le riforme delle coppe si prendono l’Intertoto, che nell’estate del 2008 si avvia al suo ultimo ballo. È il Braga tra le squadre vincitrici del terzo turno a fare più strada in Coppa UEFA, incontrando sulla sua strada il Milan e uscendo sconfitto da San Siro. Segna Ronaldinho, subentrato al posto di Pato. Il Braga finisce la sua corsa contro il Paris Saint Germain agli ottavi, tanto basta per vincere l’Intertoto ed entrare nella storia come ultima squadra ad aver vinto questa strana manifestazione.
Elogio dell’Intertoto
Squadre improbabili, stadi minuscoli, temperature torride, sogni d’estate che si infrangono e che ogni tanto prendono vita. Il Perugia contro il Wolfsburg, il rigore di Baggio contro il PSG, la splendida Udinese di De Canio, il Bologna di Mazzone prima e Guidolin poi. In mezzo volti e storie che si intrecciano, glorie conquistate su campi lontanissimi dai riflettori del grande calcio eppure ugualmente affascinanti, ugualmente profumati d’Europa. Piccola o grande che sia. L’Intertoto è stata per anni la via per arrivare in mezzo ai grandi, da percorrere con grinta e passione. Lontana anni luce dalle griffate partite estive in America, e da remunerative e artefatte tournée in Asia, eppure ancora così attuale. Calcio rustico, rude, eppure autentico. Sarà per questo che, guardando le amichevoli di agosto, il pensiero va sempre e comunque a Perugia-Wolfsburg, e ai cavalieri di Serse che fecero quell’impresa.
di Yari Riccardi

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