Non sapevo di aver giocato nel Napoli: 23 giocatori azzurri che (molto probabilmente) non ricordi
11 Aprile 2022
Erminio RULLO

Napoletano di nascita, ma praticamente leccese di adozione. Tutto il percorso calcistico lo compie nel vivaio giallorosso, dove arriva a giocare da titolare in serie A. Alla chiamata del Napoli, nel gennaio del 2007, non si tira indietro e contribuisce con sette presenze alla promozione in massima categoria della formazione partenopea. Resta in Azzurro anche nei sei mesi successivi, tornando alla base anche dopo il prestito in B alla Triestina, ma a Napoli collezionerà soltanto sempre qualche scampolo di minutaggio.
Andrea RUSSOTTO

Considerato fra le giovani promesse più importanti del panorama calcistico italiano, Russotto, vive le sue prime opportunità in A col Treviso, dove racimola qualche spezzone di gara. Ad investire sulle sue qualità è il Napoli, col quale disputa nel 2008-09 qualcosa come 15 gettoni in campionato più due presenze nelle Coppe, divise fra Coppa Italia e Coppa UEFA. Nient’altro di più. L’escalation pronosticata per lui non spiccherà mai il volo e negli anni a seguire si adatterà a giocare in C, distinguendosi con il Catanzaro, Catania e Cavese.
Mario Alberto SANTANA

Con i gloriosi anni di Palermo e Fiorentina alle spalle, dove sverniciava sulla fascia con le sue pennellate d’autore, è il Napoli a vestirlo di Azzurro nel mercato estivo del 2012. Ma dopo appena otto presenze, senza mai riuscire ad incidere con le sue qualità, Santana lascia nel gennaio successivo la squadra per trasferirsi al Cesena. Inizia per lui una girandola di cambi di maglia con Torino, Genoa, Olhanense e Frosinone, prima di scendere di categoria e regalare a cavallo fra i dilettanti gli ultimi tocchi di classe con la Pro Patria. Chiude, infine, firmando per un ultimo romantico ritorno al Palermo.
Alessandro SBRIZZO

Corona il sogno di ogni napoletano, quello di debuttare in A con la prestigiosa casacca Azzurra. Quattro presenze, a cui si aggiungono le altre nove messe a referto in cadetteria, ma frammentate da esperienze con Reggina, Padova, Savoia e Pescara. Ed è proprio con quest’ultima maglia che Sbrizzo vive le sue stagioni più esaltanti, nonostante gli infortuni e la stima mai venuta a mancare negli anni da parte di tecnici del calibro di Boskov, Mazzone e Novellino. Lascia a trent’anni per dedicarsi alla carriera di allenatore.
Guglielmo STENDARDO

Debutta contro il Bari nell’ultima giornata del campionato 1997-98, ma quei sette minuti resteranno gli unici con la maglia del Napoli, la squadra della sua città. Si trasferisce alla Sampdoria trovando nel corso degli anni sempre più spazio, soprattutto con il passaggio a Catania e Perugia. Da qui la chiamata della Lazio, uno dei capitoli più importanti della sua carriera, inframezzato dai prestiti con la Juventus e il Lecce. Con l’Atalanta vivrà invece gli anni migliori suggellando le sue prestazioni con un discreto vizio del gol, prima dell’ultima tappa con i biancocelesti del Pescara.
Marco STORARI

La splendida cavalcata del Messina fu il trampolino di lancio per alcuni elementi dalla pesante caratura tecnica, che hanno poi ben figurato in massima serie. Uno fra tutti, proprio Marco Storari. Un felino tra i pali. Capace di condensare reattività e qualità attraverso i suoi guanti. Le successive chiamate di Milan e Juventus rappresentano il picco più alto della sua carriera, ma prima di tutto questo, Storari è passato anche dal Napoli, collezionando con gli azzurri solo quattro presenze fra i cadetti nella stagione 2002-03.
Paolo ZILIANI

Nel novembre del ’92 il Napoli investe su questo ragazzo prelevandolo dal Brescia. Si era fatto conoscere la stagione precedente con la casacca delle Rondinelle, ma con quella della formazione partenopea trova solo lo spazio di due presenze. Giusto il tempo per debuttare contro la Sampdoria e destinare la vittoria ai Blucerchiati con un autogol che infilza alle spalle di Giovanni Galli. Farò ritorno al Brescia per poi girovagare per lo stivale indossando le maglie più disparate.
di Matteo Galli

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