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Quando i numeri di maglia diventano Arte povera o in alcuni casi delle belle cafonate

17 Novembre 2021

Mi sa dire “14” in inglese? Fortin!

Il titolo è una libera interpretazione di fatti realmente accaduti, forse… Fatto sta che Marco Fortin, portiere ricordato soprattutto nelle sue esperienze in Serie A con le maglie di Siena e Cagliari, ha deciso di vestire in carriera sempre la maglia 14 perché da ragazzino scoprì che il suo cognome avesse la stessa assonanza con la parola fourteen, che per quelli che non hanno il B2 di inglese vuol dire giustappunto quattordici. Una storia raccontata in diverse interviste, dove ha anche ammesso di ritenersi fortunato, perché in ogni compagine in cui ha militato tale cifra fosse sempre disponibile. Speriamo che almeno per l’esame di inglese lo abbia scritto correttamente il quattordici…

5 Sensi a volte non bastano…

Ancora in attività, del resto è giovanissimo (beato lui), Stefano Sensi è noto soprattutto per i fasti al Sassuolo e all’Inter, oltre che per le già copiose presenze in nazionale maggiore. Tuttavia i più lungimiranti ricorderanno senz’altro che il centrocampista nativo di Urbino, nella sua stagione in Serie B col Cesena scelse di entrare nel libro dei grandi numeri di maglia vestendo il 5, donandoci la meravigliosa accoppiata 5 Sensi. Fortunatamente per lui quella stagione ha propiziato l’acquisto del suo cartellino da parte del Sassuolo, per il resto non occorre una memoria da elefante (ma per i più smemorati ora gioca nell’Inter).

Quanto fa 4+4? Oddo!

Massimo Oddo è entrato nella nostalgia in tutti i modi possibili: è stato un grandissimo terzino destro dai piedi ottimi, trovando spesso la via della rete da fermo, su punizione o rigore non faceva differenza. Ha indossato maglie prestigiose, soprattutto quelle di Lazio e Milan, vincendo tutto ed è uno degli eroi azzurri del vittorioso Mondiale teutonico del 2006. Inoltre il buon Massimo ha anche offerto momenti iconici non strettamente legati al campo: celebre su tutte è la sua fama di barbiere azzurro nella rassegna iridata, con Lippi che lo canzonò prima di Italia-Ucraina con il celebre scambio di battute: «Massimo, sei pronto?». «Certo Mister, sono qui per questo». «Bene, tra quindici minuti vieni nel mio spogliatoio, ho due ciuffi fuori posto». Inoltre resta indimenticabile la sua corsa scalzo, con shampoo in testa e in soli pantaloncini per celebrare lo scudetto vinto col Milan nel 2011. Proprio agli albori della sua esperienza milanista che Oddo regalò a noi tutti il suo capolavoro meno noto: giunto alla corte del Diavolo a gennaio del 2007, per colmare gli acciacchi di Cafu, il terzino scelse di vestire il 44 perché 4+4 fa otto, in piena assonanza col suo nome. Atleta, barbiere e matematico: Massimo Oddo, un uomo per ogni necessità.