Privacy Policy Quando il talento non ha età: tutti i Campioni d’Italia (titolari) under 23 dal 1985 ad oggi

Quando il talento non ha età: tutti i Campioni d’Italia (titolari) under 23 dal 1985 ad oggi

14 Aprile 2022

Giovani, forti, talentuosi, belli ricchi soprattutto adesso, e famosi. Queste sono le caratteristiche dei giocatori che in tenera età hanno già vinto il campionato italiano. Gli under 23 che si sono cuciti il tricolore sulla loro maglia. Una ricerca bella e stimolante ma che purtroppo denota una nettadifferenza tra fine anni ottanta e prima anni novanta fino ai giorni nostri. Ieri i giovani italiani lanciati dalle nostre formazioni di vertice rappresentavano la prassi, oggi tranne qualche rara eccezione è impossibile trovargli. Il settore giovanile del Milan che lanciava i vari Maldini, Costacurta, Albertini tanto per citarne alcuni non c’è più, la Samp praticamente tutta italiana capace di vincere lo scudetto è sparita dai radar, l’Inter di Nicolino Berti idolo nerazzurro, e il Napoli dei Ferrara e De Napoli sono un lontano ricordo.

Gli ultimi anni sono stati monopolizzati dalla Juventus dal muro difensivo italiano, ma ahimè datato a cui è mancato il giusto cambio generazionale. Ecco a voi un elenco di tutti gli under 23 Campioni d’Italia (titolari) dal 1985-86 a oggi.

Buona lettura!

JUVENTUS 1985-86: Massimo Mauro e Michael Laudrup

Photo: Getty Images

Juventus regina. Campione d’Italia. Campione del mondo. Un’annata strepitosa che vede protagonista questo danese dai piedi vellutati. Tocco magico e l’eleganza sopraffina di Michael Laudrup. Stagione da urlo. Realizza sette reti in campionato, a cui va aggiunto il gol del pareggio in Coppa Intercontinentale che regala i supplementari alla Juve, Coppa poi vinta alla lotteria dei calci di rigore. Esodio con il botto nella Vecchia Signora anche per Massimo Mauro che viene prelevato dall’Udinese e si mette al servizio dei campionissimi bianconeri risultando una pedina di enorme sostanza per il centrocampo dello schieramento del Trap.

NAPOLI 1986-87: Ciro Ferrara e Fernando De Napoli

Il Napoli fa la storia. Vince il suo primo scudetto trascinato dalle giocate del più grande di sempre. Diego Armando Maradona, il Pibe de Oro. Ma non solo. Nel Napoli diretto da Ottavio Bianchi oltre ai vari Renica, Carnevale, Giordano, Bruscolotti, emergono dei giovani calciatori dal futuro assicurato. Ciro Ferrara napoletano doc, quartiere Posillipo, che alla prima stagione da titolare dimostra di essere un perno essenziale della difesa partenopea. Nando De Napoli, invece arriva dalla vicina Avellino, e al primo anno in azzurro fa centro. È lui che si occupa del lavoro sporco, mediano di controcampo determinante in entrambe le fasi del gioco voluto da mister Bianchi.

MILAN 1987-88: Paolo Maldini

Sono passate tre stagioni da quel 20 gennaio 1985 quando il Barone Nils Liedholm, nella fredda trasferta di Udine fece esordire in Serie A quel ragazzino dal cognome così pesante, d’altronde va ricordato, suo padre Cesare è stato una bandiera del Milan. Paolo Maldini è ormai un titolare inamovibile della difesa rossonera e con l’avvento di Arrigo Sacchi vincerà il suo primo titolo in carriera. Il primo di una lunghissima serie. Paolo Maldini riuscirà a fare ancora meglio del padre Cesare. Una carriera che lo renderà una leggenda assoluta del calcio mondiale, uno dei giocatori più forti di sempre. Un’ icona mondiale, un esempio dentro e fuori dal campo. Unico e inimitabile.

INTER 1988-89: Nicola Berti e Alessandro Bianchi

L’ Inter torna a vincere il campionato dopo nove anni. L’ Inter dei record. La squadra allenata da Giovanni Trapattoni domina in lungo e in largo e trionfa con quattro giornate di anticipo. Gli acquisti del mercato estivo ridisegnano il centrocampo nerazzurro, cambiandolo in maniera determinante. Se diventa fondamentale l’inserimento teutonico di Lothar König Matthäus, è altrettanto vitale l’introduzione di due giovani profili come Alessandro Bianchi e Nicola Berti da affiancare alla regia di Mattioli. Dovevano essere uno l’alternativa ma all’altro, ma grazie all’abilità del Trap non sarà cosi. Bianchi ala pura, Berti no. Nicola viene schierato sull’alto opposto, più libero di accentrarsi per cercare con più frequenza l’area di rigore avversaria e dare spazio alle sortite offensive del terzino tedesco Brehme.

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