Privacy Policy Quando il talento non ha età: tutti i Campioni d’Italia (titolari) under 23 dal 1985 ad oggi - Pagina 6 di 6

Quando il talento non ha età: tutti i Campioni d’Italia (titolari) under 23 dal 1985 ad oggi

14 Aprile 2022

JUVENTUS 2015-16: Paul Pogba, Alvaro Morata e Paulo Dybala

Il Napoli ci spera, ma invano. Alla fine vince sempre la Vecchia Signora. Nonostante un avvio molto difficoltoso la squadra di Allegri riesce a raddrizzare il proprio cammino con una striscia di quindici successi consecutivi tra cui lo scontro diretto contro i partenopei risolto da Zaza, superando cosi un grande Napoli fino alla fine del campionato. Allegri ritorna al passato, a quel 3-5-2 tanto caro a Conte. La BBC è sempre la solida certezza, Khedira la novità a centrocampo con Mandzukic e la stella Dybala i volti nuovi in attacco. La “Joya” è determinante per la rimonta bianconera con le sue 19 reti, mentre Pogba saluta Torino dopo aver vinto nove trofei tornando così al Manchester United che dopo averlo lasciato andare via gratis qualche anno prima lo riacquista per la bellezza di 105 milioni di Euro. Il Real fa valere la clausola inserita in contratto che obbliga Morata a fare ritorno a Madrid. Ma non sarà un biglietto di sola andata.

JUVENTUS 2016-17: Paulo Dybala

Sesto scudetto consecutivo. Il dominio bianconero ormai è arcinoto. È una Juve fortissima. Sono partiti si Pogba e Morata ma in compenso sono arrivati Pjanic, Dani Alves, Benatia e soprattutto El Pipita Gonzalo Higuain che l’annata precedente aveva segnato in Serie A trentasei gol con la maglia del Napoli. Per sposare al meglio le caratteristiche dell’Argentino stavolta Allegri opta per un 4-2-3-1 con Cuadrado Dybala e Mandzukic in appoggio all’unica punta Higuain. E se il colombiano si trova a suo agio nel suo ruolo, con il croato che sacrificandosi in una posizione non sua diventa l’eroe del popolo juventino, Dybala fatica un po’ a giocare più lontano dalla porta.     

JUVENTUS 2018-19: Rodrigo Betancur

Ottavo titolo consecutivo. Quinto sotto la gestione Allegri. La Juve di Cristiano Ronaldo. Anche in Italia colpisce come in Inghilterra e Spagna. Caterve di gol. Sempre. Pazzesco. Per il resto cambio in porta dove la leggenda Buffon viene sostituito da Szczesny mentre a centrocampo con Emre Can, Matuidi e Pjanic si fa spazio Rodrigo Betancur finalmente capace di trovare continuità di rendimento, e contro Udinese e Fiorentina arrivano anche i primi gol in bianconero. Ultimo scudetto sotto la gestione Allegri.

JUVENTUS 2019-20: Rodrigo Betancur

E sono nove. Nove squilli. Nove campionati. Incredibile, impressionante. Questa volta a conquistare il titolo di Campione d’Italia è Maurizio Sarri che prende il posto di Massimiliano Allegri. Trascinato dai gol di CR7 che arriverà a quota trentuno reti in trentatré partite la Juve dovrà lottare più del solito per avere la meglio su Inter, Atalanta e Lazio. Tanti giocatori nuovi come il giovane De Ligt e poi Ramsey, Rabiot, Romero e Demiral che com’è normale che sia faticano a elaborare nell’immediatezza gli schemi “sarriani”. Stesso discorso per coloro che sono già presenti in rosa e abituati agli anni della gestione Allegri. Sta di fatto che nonostante la vittoria del campionato Sarri non entrerà mai nel cuore dei tifosi e della società bianconera e la sua avventura a Torino dura solo un anno.

INTER 2020-21: Alessandro Bastoni, Achraf Hakimi, Nicolò Barella e Lautaro Martinez

Ci voleva il ritorno di Antonio Conte per mettere fine all’ incredibile serie di successi bianconeri. Dopo il secondo posto della stagione precedente il tecnico pugliese non sbaglia. L’Inter stravince il campionato con novantuno punti. Classico 3-5-2 ormai marchio di fabbrica dell’ex C.T. con Handanovic in porta, difesa con De Vrij, Skriniar e il giovane Bastoni fedelissimo di Conte che lo preferì nientemeno che a Godin, Eriksen e la quantità infinita del macina-chilometri Barella al servizio della regia di Brozovic. Perisic e la velocità impressionante di Hakimi sulle fasce in attacco la LuLa, marchio tangibile del successo interista. Ventiquattro gol il primo, diciasette il secondo. Tanta roba.

di Stefano Carta