Privacy Policy Gli 8 finali di stagione con una sceneggiatura degna dei migliori maestri del cinema thriller - Pagina 3 di 4

Gli 8 finali di stagione con una sceneggiatura degna dei migliori maestri del cinema thriller

14 Maggio 2020

1998-99: LA MAGIA DI ZAC

Andres Guglielminpietro attorniato dai compagni di squadra dopo il gol del vantaggio

Così come nella stagione 1989-90, anche nella 1998-99, la Serie A risulta ancora essere il campionato più bello del mondo. Giocatori di altissimo livello rendono la competizione unica, ma è proprio quella stagione a far capire che grandi giocatori e nomi altisonanti non sono sempre sinonimo di vittoria. Ed è così, per fare qualche esempio, che la Fiorentina – campione d’inverno – si perde dopo l’infortunio di Batistuta; il Parma di Buffon, Veron e Crespo pensa soprattutto alle notti europee (vincendo la Coppa UEFA) e la Lazio di Nesta, Nedved e Vieri macina punti (arrivando a +7 sul Milan) che non sono comunque sufficienti per il Tricolore. Lo scudetto prende la via di Milanello, dopo lo 0-0 proprio contro i biancocelesti che segna l’inizio di un filotto di vittorie opera del gruppo, della coesione e dell’entusiasmo creato dal mago Zac. Il Milan arriva alla penultima giornata a -1 dalla vetta. I rossoneri vincono con l’Empoli già retrocesso e la Lazio pareggia a Firenze: è il sorpasso. All’ultima giornata, il Diavolo trionfa al Renato Curi di Perugia per 2-1, conquistando quel sedicesimo Scudetto inaspettato, emblema del lavoro di squadra che vince sull’individualità.

1999-00: IL NUBIFRAGIO DEL CURI

Sotto il diluvio, Pierluigi Collina verifica lo stato del manto erboso del Renato Curi

Uno dei finali di stagione più surreali di sempre. Un tricolore che arriva alle 18:04, a 135 chilometri di distanza da Roma, dove il triplice fischio di Collina chiude con più di un’ora di ritardo la stagione a cavallo del nuovo millennio. Stiamo parlando dello Scudetto del centenario della Lazio, conquistato nonostante i due punti di svantaggio rispetto alla Juventus, a novanta minuti dalla fine del campionato. Protagonista assoluto è il nubifragio che si abbatte sul Renato Curi, dove la squadra di Ancelotti deve sbrigare quella che alla vigilia sembra poco più che una formalità. Tutti si aspettano la sospensione della gara che sembra impossibile da disputare, ma il fischietto di Viareggio attende abbastanza perché il terreno di gioco dreni la pioggia e la gara riprenda. Il campo è ai limiti della praticabilità e sfavorisce i bianconeri: col gol di Calori, piove letteralmente sul bagnato per la Vecchia Signora che perde sul filo di lana uno Scudetto già vinto. A Roma, invece, l’Olimpico biancoceleste esplode per uno trionfo inimmaginabile otto giornate prima e che suggella nel miglior modo possibile i cento anni di storia.