Privacy Policy Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi! - Pagina 5 di 6

Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi!

30 Ottobre 2022

INTER – ARSENAL 1-5 (25 novembre 2003)

I Gunners che si presentano a San Siro hanno ancora negli occhi l’umiliazione subita ad Highbury nel giorno dell’esordio in Champions League. Dopo lo 0-3 subito fra le mura amiche i londinesi si sono ripresi con gli interessi, portandosi al comando del gruppo con Dinamo Kiev e Lokomotiv Mosca. E invece quell’Inter è cambiata totalmente: sulla panchina non c’è più Hector Cuper, ma Alberto Zaccheroni e le prospettive sono ben diverse: c’è bisogno di far risultato pieno dopo il pessimo scivolone con i russi, fatale al futuro dell’Hombre Vertical sulla panchina nerazzurra. Ma dall’altra parte c’è un Arsenal ferito nell’orgoglio che vuol restituire quanto subito in casa. Missione non impossibile da compiere, ma con un Henry in forma così strepitosa è difficile mancare il target. Il francese, infatti, trascina l’Arsenal al successo con una tripletta che rende inutile il temporaneo ed illusorio pareggio di Vieri. Dopo il ritorno in campo Ljungberg dà la mazzata alle ambizioni interiste e Titì le finisce senza pietà, facendo man bassa nella difesa dell’Inter ormai allo sbaraglio. È un campanello d’allarme che rimarrà inascoltato: nella sfida decisiva fra le mura amiche con la Dinamo Kiev, infatti, l’Inter non va oltre il pareggio e viene eliminata dalla Champions League a vantaggio proprio della Lokomotiv, promossa nonostante la sconfitta sul campo dell’Arsenal.

INTER – ARSENAL 1-5

INTER (3-4-3): Toldo; Cordoba, Materazzi, Cannavaro (59’ Pasquale); J. Zanetti, Lamouchi (57’ Almeyda), C. Zanetti, Brechet; Martins, Vieri, Van der Meyde (69’ Cruz). A disposizione: Fontana, Luciano, Adani, Kily Gonzalez. Allenatore: Alberto Zaccheroni

ARSENAL (4-4-2): Lehmann; Touré, Campbell, Cygan, Cole; Ljungberg, Edu, Parlour, Pires; Kanu (73’ Gilberto Silva), Henry (89’ Aliadiere). A disposizione: Stack, Keown, Clichy, Papadopulos, Hoyte. Allenatore: Arsene Wenger

Arbitro: Wolfgang Stark (Germania)

Reti: 25’ Henry (Arsenal), 32’ Inter (Inter), 49’ Ljungberg (Arsenal), 84’ Henry (Arsenal), 88’ Edu (Arsenal), 90’ Pires (Arsenal)

Ammoniti: Cygan ed Edu (Arsenal)

ROMA – JUVENTUS 4-0 (8 febbraio 2004)

Dire che sia iconica l’immagine rubata dalle telecamere di Totti che zittisce Tudor con il gesto del “quattro e a casa” è davvero dir poco. È come sale su una ferita per i tifosi bianconeri che vengono “maltrattati” dai ragazzi di Capello, i quali regalano ai supporter giallorossi una serata indimenticabile. È una sfida-Scudetto a tutti gli effetti, con i padroni di casa che sono obbligati a dare un convincente segno di vita dopo il passaggio a vuoto della settimana prima contro il Brescia, mentre i bianconeri hanno superato di misura e non senza difficoltà il Chievo Verona. Ne vien fuori una sfida combattuta con gli ottantamila dello stadio Olimpico che sospingono i giallorossi oltre l’ostacolo. Ci pensa Dacourt a far esplodere la gioia dei supporter capitolini con la rete che batte Buffon, mentre nella ripresa accade di tutto. Prima Totti raddoppia su calcio di rigore, poi la Juventus resta in dieci per la (solita) espulsione di Montero e nel finale di partita ci pensa Cassano a mandare in visibilio tutta la Roma giallorossa con due pepite d’oro che umiliano definitivamente la squadra allenata da Lippi.

ROMA – JUVENTUS 4-0

ROMA (4-4-2): Pelizzoli; Panucci, Zebina, Samuel, Chivu; Mancini, Emerson, Dacourt (91’ De Rossi), Lima; Totti (89’ D’Agostino), Cassano (86’ Carew). A disposizione: Zotti, Candela, Tommasi, Delvecchio Allenatore: Fabio Capello

JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Thuram, Legrottaglie, Montero, Zambrotta; Camoranesi (69’ Appiah), Tacchinardi, Conte (57’ Tudor); Nedved; Di Vaio (45’ Miccoli), Trezeguet. A disposizione: Chimenti, Ferrara, Pessotto, Maresca. Allenatore: Marcello Lippi

Arbitro: Pierluigi Collina di Viareggio

Reti: 13’ Dacourt, 52’ rigore Totti, 71’ Cassano, 85’ Cassano

Espulso: 56’ Montero (Juventus) per somma di ammonizioni

Ammoniti: Cassano e Samuel (Roma); Camoranesi e Conte (Juventus)

DEPORTIVO LA CORUÑA – MILAN 4-0 (6 aprile 2004)

Cos’è lo psicodramma possono spiegarlo i tifosi del Milan dopo l’incredibile ribaltone subito al Riazor in occasione dei quarti di finale di Champions League dell’edizione 2003-04. Eh sì, perché in pochissimi avrebbero pensato che la corazzata rossonera avrebbe inciampato così malamente in terra galiziana dopo il 4-1 dell’andata che dava, in maniera giustificata, ampi margini di sicurezza. Invece il SuperDepor mostra i suoi ultimi sprazzi di brillantezza rovesciando il pronostico e seppellendo il Milan sotto una pioggia di reti. Il risultato non è mai in bilico e, anzi, la rimonta è già completa al termine del primo tempo quando i locali sono già sul risultato di 3-0 che garantisce loro la qualificazione alle semifinali. Tutti si aspettano il ritorno del Diavolo nei secondi quarantacinque minuti e invece si concretizza l’impensabile con Fran che, quando manca meno di un quarto d’ora al triplice fischio finale, manda in visibilio i tifosi biancazzurri che vedono concretizzarsi la più incredibile delle rimonte contro i campioni in carica.

DEPORTIVO LA CORUÑA – MILAN 4-0

DEPORTIVO LA CORUÑA (4-2-3-1): Molina; Manuel Pablo, Jorge Andrade, Naybet, Romero; Sergio (87’ Duscher), Mauro Silva; Victor, Valeron (90’ Djalminha), Luque (60’ Fran); Pandiani. A disposizione: Munua, Tristan, Capdevila, Hector. Allenatore: Javier Irureta

MILAN (4-3-1-2): Dida; Cafu, Nesta, Maldini, Pancaro (77’ Rui Costa); Gattuso, Pirlo (60’ Serginho), Seedorf; Kakà; Shevchenko, Tomasson (68’ Inzaghi). A disposizione: Abbiati, Costacurta, Laursen, Brocchi. Allenatore: Carlo Ancelotti

Arbitro: Urs Meier (Germania)

Reti: 5’ Pandiani, 35’ Valeron, 44’ Luque, 76’ Fran

Ammoniti: Pandiani e Victor (Deportivo La Coruña); Pirlo (Milan)

MILAN – FIORENTINA 6-0 (12 dicembre 2004)

È un uragano rossonero quello che incrocia e travolge la Fiorentina. Certamente i tifosi viola avrebbero immaginato un modo diverso di tornare a San Siro dopo l’inferno del fallimento e la rinascita dalla Serie C2. Tuttavia, contro la squadra di Buso che ha da poco sostituito l’esonerato Mondonico, la Viola sembra essere vittima di un eccessivo timore reverenziale e non riesce che a fare il solletico a Dida, il quale si vede messo in pericolo soltanto in due occasioni da un tanto caparbio quanto impreciso Riganò. È un monologo rossonero quello che va in scena nel pomeriggio di un dicembre milanese. La Fiorentina sta a guardare mentre il Milan gioca e segna: il gol del vantaggio arriva grazie a Seedorf che insacca di testa in rete la respinta di Lupatelli sul calcio di rigore di Pirlo. Il raddoppio, invece, è frutto di un pasticcio fra Viali e Chiellini con l’ex difensore del Livorno che manda malamente il pallone in fondo al sacco nel tentativo di spazzare l’area dopo il pallonetto di Crespo. Al ritorno dagli spogliatoi, i padroni di casa dilagano letteralmente, facendo man bassa nelle praterie che si aprono dinanzi a loro con i difensori viola inermi a guardare. È un gioco da ragazzi per Shevchenko, futuro Pallone d’Oro, confezionare la sua doppietta, così come per Seedorf che deposita davanti a una rete sguarnita. C’è posto anche per Crespo che con un preciso diagonale incenerisce il povero Roccati subentrato dopo l’intervallo all’infortunato Lupatelli.

MILAN – FIORENTINA 6-0

MILAN (4-3-1-2): Dida; Cafu, Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo (67’ Ambrosini), Seedorf; Kakà (65’ Rui Costa); Crespo (73’ Dhorasoo), Shevchenko. A disposizione: Fiori, Costacurta, Pancaro, Serginho. Allenatore: Carlo Ancelotti

FIORENTINA (3-5-2): Lupatelli (46’ Roccati); Delli Carri, Viali, Dainelli; Ujfalusi, Chiellini; Maresca, Piangerelli, Obodo; Miccoli, Riganò (67’ Nakata). A disposizione: Di Livio, Savini, Maggio, Portillo. Allenatore: Sergio Buso

Arbitro: PasqualeRodomonti di Teramo

Reti: 15’ Seedorf, 22’ autorete Chiellini, 52’ Shevchenko, 60’ Crespo, 72’ Shevchenko, 82’ Seedorf

Ammonito: Cafu (Milan)

MANCHESTER UNITED – ROMA 7-1 (10 aprile 2007)

Non chiamatelo the Theatre of Dreams almeno per una notte, almeno per i tifosi della Roma. Quello dell’aprile 2007, infatti, è un vero e proprio incubo ad occhi aperti che dura novanta minuti per i ragazzi di Spalletti, i quali conoscono uno dei naufragi più dolorosi della loro intera storia. Non ci sono attenuanti per la squadra giallorossa che si fa letteralmente travolgere dai Red Devils, i quali fanno fede al proprio appellativo, strapazzando la Roma con una prestazione maiuscola. Forse una delle migliori da quando sir Alex Ferguson è alla guida dei mancuniani. I giallorossi devono difendere il 2-1 dell’andata per centrare il target delle semifinali di Champions League e l’attesa che divide le squadre al match di ritorno carica i padroni di casa e mette tensione agli italiani. Il sogno s’infrange dopo nemmeno venti minuti, quando il Manchester United è già sul 3-0. È un tracollo psico-fisico e Spalletti cerca di caricare i suoi, nella speranza di spronarli, ma si va all’intervallo sotto di quattro reti. I Red Devils sono davvero indemoniati: corrono con raro ardore e azzannano alla giugulare gli avversari che non sanno come rialzarsi. Saranno ben sette, al novantesimo, i palloni alle spalle di Doni. A nulla serve la meravigliosa rete di De Rossi su assist di Totti. È una catastrofe sportiva e a Roma c’è un silenzio quasi tombale. Il sogno è durato davvero troppo poco.

MANCHESTER UNITED – ROMA 7-1

MANCHESTER UNITED (4-4-2): Van der Sar; O’Shea (52’ Evra), Brown, Ferdinand, Heinze; Cristiano Ronaldo, Carrick (73’ Richardson), Fletcher, Giggs (61’ Solskjaer); Rooney, Smith. A disposizione: Kuszczak, Cathcart, Eagles, Fangzhuo Dong. Allenatore: Alex Ferguson

ROMA (4-2-3-1): Doni; Cassetti, Mexes, Chivu, Panucci; De Rossi (86’ Faty), Pizarro; Wilhelmsson (88’ Rosi), Vucinic, Mancini (90’ Okaka); Totti. A disposizione: Curci, Defendi, Ferrari. Allenatore: Luciano Spalletti

Arbitro: Lubos Michel (Slovacchia)

Reti: 11’ Carrick (Manchester United), 17’ Smith (Manchester United), 19’ Rooney (Manchester United), 43’ Cristiano Ronaldo (Manchester United), 48’ Cristiano Ronaldo (Manchester United), 60’ Carrick (Manchester United), 69’ De Rossi (Roma), 80’ Evra (Manchester United)

Ammoniti: Ferdinand e Smith (Manchester United); Cassetti e Mexes (Roma)

MILAN – INTER 0-4 (29 agosto 2009)

Se non è vendetta completa, beh, poco ci manca. Otto anni dopo il cappotto, l’Inter si aggiudica il derby di Milano con una prestazione da incorniciare. È solo la seconda giornata del campionato, ma è già tempo di giudizi da ambo le parti. Orfani di Kakà da una parte e di Ibrahimovic dall’altra, i ragazzi di Mourinho s’impongono con una prova di forza che annichilisce il Milan di Leonardo che, comunque, era partito con il piglio giusto. Succede però tutto nel giro di pochi minuti: l’Inter segna con Thiago Motta prima e poi con Diego Milito su calcio di rigore. Due minuti dopo il raddoppio Gattuso si fa espellere e la frittata è bella che fatta. Prima dell’intervallo c’è anche lo spazio per il 3-0 firmato da uno straripante Maicon. La ripresa è pura accademia e Stankovic cala il poker con un missile dai trenta metri che s’infila all’incrocio dei pali alla destra di Storari. Rizzoli non concede neanche un secondo di recupero, per interrompere il monologo nerazzurro e dar fine alle pene rossonere.

MILAN – INTER 0-4

MILAN (4-3-1-2): Storari; Zambrotta, Nesta, Thiago Silva, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Flamini (46’ Ambrosini); Ronaldinho (64’ Huntelaar); Pato, Borriello (46’ Seedorf). A disposizione: Roma, Onyewu, Inzaghi, Abate. Allenatore: Leonardo

INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Stankovic, Thiago Motta (60’ Muntari); Sneijder (73’ Vieira); Milito (79’ Balotelli), Eto’o. A disposizione: Toldo, Cordoba, Suazo, Santon. Allenatore: José Mourinho

Arbitro: Nicola Rizzoli di Bologna

Reti: 29’ Thiago Motta, 36’ rigore Milito, 45’ Maicon, 67’ Stankovic

Espulso: 40’ Gattuso (Milan) per somma di ammonizioni

Ammoniti: Flamini (Milan); Chivu e Samuel (Inter)

ROMA – BAYERN MONACO 1-7 (21 ottobre 2014)

Se il numero sette ha un significato evocativo nella capitale (i colli, i re di Roma), sportivamente parlando è impossibile non rilevare l’idiosincrasia dei colori giallorossi con questo numero. Nell’autunno 2014, infatti, si rimanifestano i fantasmi dell’Old Trafford e stavolta è ancora peggio, visto che i settantamila dell’Olimpico guardano inermi il tracollo dei propri beniamini sotto i colpi dei propri avversari. Fra i bavaresi, in campo, ci sono molti dei protagonisti del Maracanaço ai recenti Mondiali in Brasile, i quali sembrano averci preso gusto, tant’è che al 35’ minuto i tedeschi sono già sul parziale di 5-0. È una partita nata male e finita peggio. Inutile commentare ed accanirsi in quello che rappresenta in tutto e per tutto un dramma sportivo. Una figuraccia senza attenuanti che vede i capitolini concludere il girone di qualificazione di Champions League al terzo posto, dietro proprio al Bayern Monaco e al Manchester City. In Europa non andrà come in campionato e, infatti, la Roma dovrà subire una nuova delusione in occasione dei quarti di finale persi contro la Fiorentina con il tracollo casalingo per 3-0, dopo l’1-1 dell’andata.

ROMA – BAYERN MONACO 1-7

ROMA (4-3-3): De Sanctis; Torosidis, Manolas, Yanga-Mbiwa, Cole (46’ Holebas); Nainggolan, De Rossi, Pjanic (79’ Ljajic); Gervinho, Totti (46’ Florenzi), Iturbe. A disposizione: Skorupski, Astori, Destro. Allenatore: Rudy Garcia

BAYERN MONACO (4-2-3-1): Neuer; Bernat, Boateng, Benatia, Alaba; Lahm, Xabi Alonso; Robben, Müller (60’ Rafinha), Götze (79’ Shaqiri); Lewandowski (68’ Ribery). A disposizione: Starke, Dante, Højbjerg, Rode, Pizarro. Allenatore: Josep Guardiola

Arbitro: Jonas Eriksson (Svezia)

Reti: 9’ Robben (Bayern Monaco), 23’ Götze (Bayern Monaco), 25’ Lewandowski (Bayern Monaco), 30’ Robben (Bayern Monaco), 35’ rigore Müller (Bayern Monaco), 65’ Gervinho (Roma), 79’ Ribery (Bayern Monaco), 80’ Shaqiri (Bayern Monaco)

Ammoniti: Iturbe, Nainggolan e Torosidis (Roma)