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I 15 giocatori non in attività più forti passati dall’Ajax alla Serie A

1 Aprile 2021

10. MAXWELL Scherrer Cabelino Andrade

Maxwell – primo non olandese in classifica – è uno dei giocatori più titolati della storia del calcio con ben trentasette trofei in bacheca. Viene pescato nel vivaio del Cruzeiro a soli venti anni, quanto basta per diventare da subito il terzino titolare dell’Ajax, dove si impone tra i giovani più devastanti del campionato tanto che nel 2004 vince addirittura il premio di calciatore olandese dell’anno. Un brutto infortunio al crociato sembra segnarne definitivamente la carriera, ma l’Inter di Mancini è consapevole delle grandi potenzialità del ragazzo e crede ancora in lui. L’avventura in Italia sarà infatti meravigliosa e ricca di trofei, così come lo saranno quella al Barcellona degli alieni di Guardiola e al Paris Saint Germain. La curiosità è che a Parigi è stato per un periodo il calciatore più vincente della storia, prima di essere superato dal connazionale Dani Alves. Chi l’avrebbe mai detto, eh?

9. Cristian CHIVU

Il fatto che un sergente di ferro come Koeman lo abbia nominato capitano dell’Ajax a soli ventuno anni lascia ben intendere quanto Chivu in campo fosse autoritario, spigliato e preponderante già in tenera età. La personalità è stata uno dei marchi di fabbrica del romeno, formatosi in patria e trasferitosi in Olanda al compimento della maggior età. Quattro grandi stagioni tra le fila dei lancieri lo innalzano nell’élite dei migliori difensori del panorama europeo e tra i più ambiti sul mercato. A strapparlo alla concorrenza delle big del continente è la Roma, dove, al fianco di Samuel, si conferma tra i difensori più affidabili, tecnici ed eleganti del continente. Anche lui ha però il suo tallone d’Achille: la fragilità fisica, che gli costa gli infelici soprannomi di Swarowski e Cristal Chivu. Eppure se già così, con una carriera martoriata dagli infortuni, viene ricordato tra i migliori nel ruolo degli ultimi anni, chissà di cosa staremmo parlando oggi se non fosse stato così perseguitato dagli imprevisti fisici.

8. Edwin VAN DER SAR

Anche se non ha lasciato bei ricordi ai tifosi juventini nei due anni in Italia, il gigante olandese occupa meritatamente un posto tra i più titolati e i più forti portieri della storia del calcio. A ventidue anni è già il titolare dell’Ajax, dove spicca per personalità e professionalità e vince tutto, tra cui la Champions League nel 1995. Difende i pali anche nell’edizione successiva, in cui l’Ajax bissa la finale, ma deve arrendersi ai rigori contro la Juventus, la squadra in cui Edwin si trasferisce nel 1999 diventandone il primo portiere straniero della storia. L’esperienza italiana è densa di svariati errori per i quali, all’arrivo di Buffon nel 2001, viene gentilmente spedito al Fulham senza troppi rimpianti. Al Manchester United soprattutto riscatta ampiamente tutte le critiche ricevute e si rilancia tra gli estremi difensori più forti d’Europa, contribuendo all’all-in di titoli in Inghilterra e alla storica vittoria della Champions League 2007-08. Non è da meno in Nazionale, dove è il secondo per presenze di tutti i tempi dietro Sneijder e con cui sfiora la Coppa del Mondo nel 2010, arrendendosi solo in finale alla Spagna di Iniesta, in quella che è la seconda grande delusione con gli Oranje dopo l’indimenticabile semifinale di Euro 2000 e il celebre e folle cucchiaio di Francesco Totti.

7. Aron WINTER

Siamo eretici nel dire che Winter era uno dei centrocampisti più completi e decisivi degli anni ’90? Escludendo i mostri sacri nel ruolo, vi sfidiamo a trovarne uno con i tempi di inserimento, le abilità in copertura, le doti atletiche, il senso del goal e la personalità di questo talismano dell’instancabile fucina Ajax, capace di mettere a segno in totale coi lancieri ben sessanta reti. Una di queste la ricorderanno bene i tifosi genoani, perché siglata nella semifinale di Coppa UEFA 1992. Marassi non è però l’unica tappa italiana della sua lunga carriera, dato che per quattro anni soggiorna sulla sponda biancoceleste del Tevere, confermandosi ad alti livelli. All’Inter in seguito diventerà meno incisivo in termini realizzativi ma più uomo-squadra e contribuirà nettamente alla conquista della Coppa UEFA nel 1998, dopo la quale capisce che è il momento di ritornare a casa tra le scuderie dei Lancieri, nella realtà che lo aveva lanciato tra i grandi del continente.

6. Patrick KLUIVERT

Se sei il giustiziere del Milan in finale di Champions League 1994-95 e a soli diciannove anni sei il più giovane marcatore in una finale dell’ex Coppa Campioni, allora sei davvero un predestinato. E infatti Kluivert è il perfetto esempio di precocità, di ragazzo che ha bruciato le tappe e per il quale il passaggio al Milan nell’estate 1997 non può che rafforzare i rimandi con van Basten. Il paragone con il Cigno di Utrecht è però un fardello troppo pesante e l’esperienza in rossonero di Kluivert non è minimamente paragonabile. Si rifarà però ampiamente con il Barcellona dove tornerà ad essere il bomber implacabile ammirato in Olanda, mantenendo un’ottima media di circa venti goal a stagione. E a proposito di goal, con quaranta reti in settantanove presenze – cinque ad Euro 2000 di cui è stato il capocannoniere – è al terzo posto dei migliori marcatori di sempre della Nazionale, dietro van Persie e Huntelaar.