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I 7 momenti iconici della vita rossonera di Kakà

22 Aprile 2020

Il Pallone d’Oro

Il 2007 è stato un anno eccezionale per Kakà e per il Milan. Dopo la semifinale con il Manchester c’è la vendetta sul Liverpool in finale e la conquista della sua prima ed unica Champions League. Successivamente arrivano le vittorie nella Supercoppa Europea contro il Siviglia – dove Kakà segna il gol del definitivo 3-1 – ed infine il trionfo assoluto nel Mondiale per club, conquistato battendo 4-2 il Boca Juniors. Ancora una volta Kakà va a segno. Per il Milan i trofei in quest’annata finiscono qui, ma non per Kakà, che conquista anche il FIFA World Player e soprattutto il Pallone d’Oro, davanti a due mostri sacri che faranno man bassa nelle successive dieci edizioni: Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Ormai Kakà, a venticinque anni è nel pieno della sua forma fisica e della sua maturità calcistica e qualcuno comincia a fantasticare su di lui considerando che, nel frattempo, si stanno per abbattere fragorosamente sul mondo calcio gli sterminati capitali degli sceicchi.

Il rifiuto delle petrol-sterline

Eccoci arrivati alla nostra ultima fermata, prima del capolinea. Kakà è ormai una bandiera del Milan. Ricardo continua a trascinare la sua squadra e soprattutto a risolvere partite. Tuttavia, non arrivano adeguati successi in campo nazionale ed internazionale e nel mese di dicembre iniziano a diffondersi notizie circa un possibile addio di Kakà. Lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, proprietario del Manchester City, ha le idee chiare: regalare ai supporters dei Citizens la squadra più forte al mondo e per farlo – dopo aver acquistato il portiere Shay Given, i calciatori del Chelsea, Wayne Bridge e Shaun Wright-Phillips, quelli dell’Amburgo, Vincent Kompany e Nigel De Jong, ma soprattutto il talentuoso Robinho dal Real Madrid – decide di presentare al Milan una proposta ufficiale di trasferimento per il fuoriclasse Kakà. La trattativa è intavolata ed i dirigenti rossoneri ufficializzano la proposta dello sceicco: 120 milioni di euro al club rossonero, diciotto a stagione per il carioca. Sarebbe un addio-shock, in pieno gennaio, con il Milan ancora in corsa per la qualificazione in Champions. Kakà decide dunque di rifiutare le petrol-sterline e di compiere un grande gesto d’amore nei confronti del Milan: il 21 gennaio rifiuta ufficialmente la proposta e rimane al Milan fino a fine stagione dove i rossoneri riusciranno a qualificarsi per la Champions, centrando il terzo posto in classifica. Così si chiude la storia d’amore fra Kakà e il Milan. Nel 2013 l’ormai trentunenne brasiliano tornerà ancora una volta, da vero e proprio figliol prodigo, per una sola stagione. Ma il Milan non è più lo stesso, lui non è più lo stesso. L’amore, invece, quello sì, è rimasto: per i colori rossoneri e per quel popolo che lo ha accolto appena ventunenne e lo ha reso grande.