Privacy Policy I giovani talenti di Euro 2004: di alcuni stiamo ancora aspettando la definitiva esplosione - Pagina 2 di 3

I giovani talenti di Euro 2004: di alcuni stiamo ancora aspettando la definitiva esplosione

4 Giugno 2020

John HEITINGA – 1983

Johnny Heitinga contrasta Pavel Nedved e si guadagna il secondo cartellino giallo che lo farà tornare anzitempo negli spogliatoi
Credits: Laurence Griffiths – Getty Images

Il difensore è uno degli innumerevoli prodotti dell’inesauribile vivaio dell’Ajax. Louis van Gaal lo lancia in orbita Oranje nel Mondiale Under 20 del 2001 e Dick Advocaat, commissario tecnico della nazionale maggiore, decide di portarlo con sé in Portogallo nonostante non abbia preso parte alle qualificazioni. Nell’economia dell’Europeo la sua espulsione pesa, non poco, in occasione dell’incredibile rimonta della Repubblica Ceca subita dagli arancioni ad Aveiro. Tuttavia, ciò non gli impedisce di accumulare ben 87 apparizioni fra i “grandi” mentre si concede esperienze fra Spagna (Atletico Madrid), Inghilterra (Everton e Fulham) e Germania (Hertha Berlino).  

Thomas KAHLENBERG – 1983

Thomas Kahlenberg con la maglia della Danimarca

Il centrocampista del Brøndby è il più giovane della spedizione portoghese della Nazionale di Morten Olsen. Il tecnico non ne usufruirà mai durante la manifestazione, tuttavia accumula esperienza tale da diventare, nel giro di poco tempo, un imprescindibile punto di riferimento per la Danske Dynamite. Sono quarantacinque, condite da sette reti, le presenze che Thomas – nel frattempo transitato tra Auxerre, Wolfsburg ed Evian Thonon Gaillard – accumula con la Nazionale.

Philipp LAHM – 1983

Philipp Lahm con la maglia della Germania durante il disastroso Europeo del 2004

Il terzino è cresciuto nel Bayern Monaco, ma la dirigenza bavarese lo ha mandato a Stoccarda per controllare a distanza la sua crescita. Che Philipp ci sappia fare è palese sin dal suo primo campionato disputato al Gottlieb-Daimler-Stadion: ha soltanto vent’anni, ma è il titolare inamovibile degli Schwaben. Inevitabile che Rudi Völler lo porti con sé per dare nuova linfa ad una Nazionale in piena metamorfosi, ma nonostante l’apporto di Lahm, la Deutsche Nationnamannschaft naufraga catastroficamente nel mare portoghese, guadagnandosi una meritata eliminazione al primo turno dopo due pareggi con Olanda e Lettonia e la sconfitta contro la Repubblica Ceca. Tuttavia, dieci anni più tardi sarà proprio lui ad alzare la Coppa del Mondo al Maracanã di Rio de Janeiro con la fascia da capitano, concludendo la sua avventura con la casacca bianca dopo 113 partite e cinque reti.

Lukas PODOLSKI – 1985

Lucas Podolski giovanissimo con la maglia della Germania
Credits: Lucas Dynamik

Quando il ragazzo di diciannove anni dalle chiare origini polacche partecipa alla manifestazione portoghese, forse, è il giovane tedesco su cui la maggior parte degli osservatori scommettono per una carriera sfavillante. Con il Colonia ha segnato dieci reti in diciannove partite che, comunque, non hanno evitato la retrocessione dei Geissböcke – i Caproni – in Serie B. Völler lo inserisce nel secondo tempo della sfida decisiva con la Repubblica Ceca per cercare la via del gol nella sfida decisiva per la sopravvivenza della Germania nella competizione, ma senza fortuna. Sarà una colonna della Deutsche Nationnamannschaft per lungo tempo, fino al suo ritiro, datato 22 marzo 2017 quando, in un’amichevole contro l’Inghilterra, segnerà il gol-vittoria con la fascia da capitano al braccio.  

Arjen ROBBEN – 1984

Arjen Robben in azione con la maglia dell’Olanda durante la semifinale persa per 2-1 contro il Portogallo
Credits: Shaun Botterill – Getty Images

Quando l’attaccante mancino arriva in Portogallo si è già guadagnato il soprannome di Uomo da nove milioni di fiorini dopo il suo passaggio dal Groningen al PSV Eindhoven. Da solo mette alle strette la Repubblica Ceca e quando il suo tecnico Advocaat decide di sostituirlo – l’allenatore lo riteneva “tatticamente indisciplinato” – gli Oranje crollano in maniera inesorabile. La vetrina portoghese fa salire in maniera esponenziale la sua quotazione ed Arjen al termine del torneo firma per il Chelsea e, prima di passare al Bayern Monaco – dove si stabilirà sino al termine della carriera – avrà modo di mettersi in mostra anche con la casacca merengue del Real Madrid. Alla fine si conteranno trentasette reti in novantasei presenze con la nazionale.

Wayne ROONEY – 1985

Wayne Rooney esulta dopo la sua doppietta realizzata nel 4-2 inflitto alla Croazia

Sven-Göran Eriksson, commissario tecnico dell’Inghilterra, ritiene – a ragion veduta – di poter fondare le sue fortune con la Nazionale dei Three Lions sul diciannovenne dell’Everton che sta monopolizzando le attenzioni degli addetti ai lavori in vista del prossimo calciomercato. Nel frattempo, però, c’è l’Europeo da disputare e la necessità di togliersi di dosso l’etichetta di “perenne delusione” che sta diventando davvero opprimente. Il parco giocatori a disposizione del tecnico svedese è ben fornito e le due doppiette realizzate dal Toffee nel girone contro Svizzera e Croazia fanno ben sperare. Ci penserà, poi, il portiere del Portogallo, Ricardo, a far proseguire la maledizione inglese dagli undici metri durante i quarti di finale. Disputa il suo ultimo match con la Nazionale nel 2018 in amichevole dopo 120 presenze e 53 reti che lo rendono primatista di tutti i tempi.

Bastian SCHWEINSTEIGER – 1984

Bastian Schweinsteiger con la maglia della Germania durante Euro 2004

Il centrocampista, ex promessa dello sci, del Bayern Monaco, esordisce in Nazionale proprio in occasione dell’ultima amichevole disputata a Kaiserslautern e persa clamorosamente contro l’Ungheria per 2-0. Lo scivolone rappresenta un oscuro presagio in vista dell’Europeo, durante il quale Schweinsteiger scende in campo in tutti e tre gli impegni della Deutsche Nationnalmannschaft. Archiviata la disastrosa spedizione, sulle spalle di Bastian si fonderanno le basi che porteranno la nuova generazione tedesca a dominare la scena continentale e globale, sublimando fino al Mondiale del 2014 in Brasile. Capitano dei teutonici durante l’Europeo del 2016, al termine del torneo Bastian dice definitivamente addio alla maglia della Nazionale nel mese di agosto dopo 121 presenze e ventiquattro reti.