Privacy Policy Il Palermo "Mondiale" 2004-2005

Il Palermo “Mondiale” 2004-2005

30 Aprile 2020

Guardalben; Zaccardo, Biava, Barzagli, Grosso; Mutarelli, Corini, Barone; Zauli, Brienza e Toni. Basterebbe leggere questi nomi, tutti d’un fiato, per emozionarsi e capire quale pagina di storia del calcio italiano stiamo andando a ripercorrere con questo articolo. Una pagina che ha per protagonista un simbolo della Sicilia che ritorna in Serie A dopo ben trentuno anni e, da neopromossa, ottiene un sesto posto magnifico. Una rosa “mondiale” zeppa di fantasia per una piazza meravigliosa che respira calcio da sempre. È il Palermo 2004-05, guidato da Francesco Guidolin, capace di ottenere il miglior piazzamento nella massima serie – fino ad allora – e conquistare per la prima volta, nella storia rosanero, anche la qualificazione in Coppa UEFA.

L’inizio di stagione da sogno

Nella storia calcistica del Palermo c’è un momento che rappresenta la svolta epocale: è il giorno del 3-1 alla Triestina. Il 29 maggio 2004 matura la tanto agognata promozione in Serie A, dopo anni vissuti tra B e C con tanto di fallimento nel 1986 e quella data segna l’inizio del decollo del progetto di Maurizio Zamparini che solo due anni prima era subentrato come patron a Franco Sensi. Quel campionato cadetto – anomalo per eccellenza viste le ventiquattro squadre partecipanti – viene dominato dai rosanero che arrivano primi facendosi letteralmente le ossa per quella che sarà la Serie A 2004-05, la prima a venti squadre. Proprio come in Inghilterra e Spagna.

Ai nastri di partenza della stagione 2004-05, il Palermo si fa trovare pronto, nonostante un inizio di calendario che definire proibitivo è riduttivo. Ma è proprio nelle difficoltà che il popolo siciliano dà il meglio di sé e lo stesso avviene per la squadra rosanero. Dopo l’esordio vittorioso, in casa per 1-0 contro il Siena nel tripudio del Renzo Barbera – La Favorita, i rosanero in sei turni si trovano di fronte Inter, Juventus, Fiorentina e Roma. La squadra di Guidolin supera l’esame big alla grande, sfiorando anche il colpaccio in più di un’occasione. Alla vigilia di questo tour de force, uscirne imbattuti era quasi impensabile, eppure Corini e compagni lo fanno con prestazioni che suscitano il più spontaneo dei “mizzica”, sia tra i sostenitori siciliani che tra quelli delle altre squadre.

I tifosi siciliani sono l’anima di una città che vive per il calcio ed è così che i sostenitori palermitani rispondono in tutti i modi “presente” alla chiamata. La campagna abbonamenti va totalmente sold-out: il ribollente catino rosanero è perennemente pieno in ogni ordine di posto e nelle trasferte l’esodo di massa dei siciliani diventa una routine: alla seconda giornata si ha l’esempio più lampante con quindicimila sostenitori in delirio che celebrano la prima trasferta in A dopo più di un trentennio. Guidolin racconterà qualche anno più tardi: «Il primo anno di A è stato qualcosa di fantastico e irripetibile. Quando giocavamo in casa e entravamo in campo un’ora prima, per il riscaldamento, lo stadio era sempre pieno, non c’era mai un buco tra gli spalti. Quando Corini usciva dal tunnel era un boato: nemmeno negli anni successivi, quando siamo stati addirittura primi in classifica, sarà così». Insomma, dire che la Serie A mancava a questa piazza è davvero un eufemismo!

Il Palermo nel girone di andata, quindi, si misura ad armi pari con le grandi del campionato: non solo esce indenne e tra gli applausi da San Siro e dal Delle Alpi, ma ferma anche il Milan – campione d’Italia uscente – al Renzo Barbera e compie un’autentica impresa in casa della Lazio, battendo i biancocelesti con un 1-3 che ancora oggi è nel cuore dei tifosi, grazie alle reti di Zauli e alla doppietta di Toni.

Il mercato “mondiale”

In estate, Zamparini aveva investito nuove risorse al fine di rendere più competitiva quella che era già una macchina ben oliata in B e che in A si guadagna l’appellativo di “sorpresa del campionato”: Grosso sulla sinistra è un treno; Corini ha le chiavi di centrocampo ed è leader assoluto dentro e fuori il campo; Toni è il fiore all’occhiello della squadra, bomber che travolge le difese avversarie e finalizza ogni invenzione di Zauli e Brienza. A questi vanno aggiunti i tre futuri campioni del mondo: Andrea Barzagli, Cristian Zaccardo e Simone Barone. Non dimentichiamoci poi di Santana e Morrone, i cui contributi risultano determinanti per il resto della stagione (e gli anni successivi).

Nel girone di ritorno, il Palermo sgambetta prima la Juventus e poi la Roma facendo entrare, di diritto, il febbraio del 2005 nella storia rosanero. Il giorno 5, data della vittoria contro la capolista bianconera, viene ancora oggi celebrato: tutta la città vive una notte indimenticabile, tanto che il Giornale di Sicilia, la mattina dopo, titola Real Palermo per esaltare la prestazione siciliana. Successo da annali, ottenuto grazie ad una perla del numero 90 Ciccio Brienza che, col suo sublime colpo mancino, non dà scampo a Buffon per la gioia degli oltre trentaseimila presenti.

Sono trionfi come questo a regalare giorni di estasi ad una città afflitta da molti problemi e che danno lo slancio alla squadra per raggiungere, per la prima volta, un piazzamento europeo. L’Europa passa anche dai due 3-3 con Milan e Lazio che chiudono una cavalcata indimenticabile e che confermano l’implacabilità di Luca Toni sotto porta. L’attaccante emiliano, che aveva voluto fortemente l’avventura rosanero già in B, conquista un posto da titolare in Nazionale e archivia la sua seconda e ultima stagione in Sicilia con venti reti. Il Palermo è però l’esaltazione del collettivo, un nuovo esempio di equilibrio e di modernità nel panorama della Serie A, grazie al sapiente lavoro del suo allenatore.

Il Palermo diventa grande

Nonostante la polvere di stelle che si poggia sui rosanero, l’ambiente rimane comunque con i piedi per terra. Umile. Lo testimonia anche l’addio – che poi sarà solo un arrivederci – all’ultima giornata, del suo condottiero mister Guidolin. Il tecnico, nonostante l’acclamazione dei tifosi dichiarerà: «È il momento adatto per mettermi da parte. Non ci sono problemi con il presidente Zamparini, ma sono convinto di aver centrato il migliore obiettivo possibile e non so se il prossimo anno potrei fare altrettanto». Forse è questo uno dei pochi errori di valutazione che l’allenatore veneto commette, in quella annata pressoché perfetta. Quanto fatto dal tecnico trevigiano e dai suoi ragazzi, in quella prima stagione in Serie A, rappresenterà il trampolino di lancio di un Palermo che raggiungerà altissimi livelli nel nostro calcio: la società di Zamparini diventerà a tutti gli effetti una big italiana, ottenendo anche nelle due annate successive un posto in Europa. La stagione, infatti, consolida le fondamenta di un progetto che regalerà negli anni a venire altre gioie alla piazza palermitana, in Italia – vedi qualificazioni in Champions sfiorate e finale di Coppa Italia – e oltre il confine: il ricordo va alla memorabile vittoria a domicilio contro l’Eintracht Francoforte oppure quella al Boleyn Ground di Londra, ai danni del West Ham di Bobby Zamora.

Impossibile non esser colti da davvero tanta, forse troppa, malinconia. Specie se si pensa al fallimento della scorsa stagione e al fatto che il Palermo milita attualmente in Serie D. Siamo sicuri, però, che l’aquila rosanero sarà fenice, tornando presto a volare alto nel cielo del calcio italiano. E non solo.

Abbiamo voluto celebrare quella magica formazione, realizzando questa maglietta che non potrà lasciare indifferenti tutti i tifosi del Palermo e non solo.

Per pre-ordinare la maglietta scriveteci su info@operazionenostalgia.com

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