Privacy Policy Le vittorie più belle contro i tedeschi

Le vittorie più belle contro i tedeschi

19 Maggio 2020

Quando all’interno di un rettangolo verde si sfidano Italia e Germania la tensione è sempre più alta rispetto ad una normale partita. È innegabile: la sentiamo un po’ di più, che sia un’amichevole estiva o la finale della Coppa del Mondo. Sarà perché siamo così diversi, sarà perché ci contendiamo la gloria calcistica del continente da sempre, o sarà semplicemente perché le lacrime di Tardelli e Grosso non ce le scordiamo più. Fatto sta che vincere contro la Germania è bello, bellissimo. E lo sappiamo bene. Sono vittorie che uniscono il Paese, che regalano gioia diffusa e che restano indelebili per lungo tempo.

E lo stesso discorso vale per i Fratelli d’Europa tedeschi, passateci il termine, che ci soffrono particolarmente e che, ne siamo certi, le lacrime di Tardelli e Grosso se le ricordano bene quanto noi. Proprio per questo, amici di Operazione Nostalgia, oggi vi riproponiamo i successi più belli ottenuti contro i tedeschi.

ITALIA-GERMANIA OVEST  3-1 – Finale Campionato del Mondo Spagna 1982

Claudio Gentile cerca di trattenere invano la gioia di Marco Tardelli subito dopo la rete del 2-0 alla Germania Ovest

Una calda sera di un luglio spagnolo, un popolo incollato davanti al piccolo schermo e la magica voce di Nando Martellini a narrare a tutta la nazione come i ragazzi di Enzo Bearzot stiano soverchiando con un’incredibile prova di forza la granitica Germania di capitan Rummenigge. E non importa se Cabrini calcia fuori un rigore dopo pochi minuti di gioco, ne è sicuro anche il presidente Pertini, in tribuna: siamo più forti. Infatti Paolo Rossi trova il gol del vantaggio nei primi minuti della seconda frazione. Pablito è in stato di grazia e l’attaccante brucia sul tempo i difensori teutonici, mandando in visibilio i numerosi tifosi azzurri presenti al Santiago Bernabeu di Madrid e quelli affollati nelle piazze di tutta Italia. Tardelli raddoppia con un siluro dalla distanza e le sue lacrime di gioia sono quelle di tutti gli italiani, che vedono più vicino un trionfo che manca da quarantaquattro lunghissimi anni. Quando Spillo Altobelli si libera del portiere Schumacher e insacca in rete il pallone del 3-0 comincia la festa. Perfino Bearzot si commuove. E poco importa se Paul Breitner, a cinque minuti dal termine, accorcia le distanze: non ci riprendono più. Dino Zoff alza alta al cielo la coppa più bella e l’Italia è Campione del Mondo per la terza volta nella sua storia.

NAPOLI – STOCCARDA  2-1 e 3-3 – Finale Coppa UEFA 1988-89

La Coppa UEFA prende la strada del San Paolo: i giocatori del Napoli festeggiano dopo il 3-3 al Gottlieb-Daimler Stadion. Da sinistra a destra si riconoscono: Carnevale, De Napoli, Ferrara, Maradona, Francini, Renica e Carannante

Nel maggio del 1989 l’intera città di Napoli sogna il primo trofeo internazionale che coronerebbe un meraviglioso percorso, iniziato cinque anni prima con l’arrivo all’ombra del Vesuvio di Diego Armando Maradona. Gli azzurri di Ottavio Bianchi, dopo aver vinto in Italia, sono chiamati ad affermarsi anche in Europa e dopo il fallito attacco alla Coppa Campioni dell’anno precedente, si materializza l’opportunità di compiere una cavalcata trionfale in Coppa UEFA. I partenopei centrano l’obiettivo e si qualificano per la finalissima contro il temibile Stoccarda. Nella finale di andata, giocata al San Paolo, davanti a oltre 82.000 spettatori in estasi, l’attaccante dei tedeschi Maurizio Gaudino – di note origini partenopee, tra l’altro – porta in vantaggio gli ospiti. Il tempo di studiare gli avversari ed El Pibe de Oro sale in cattedra: quando conta, lui non sbaglia mai. Dapprima segna il rigore del pareggio, poi libera genialmente il compagno di reparto Careca, nei minuti finali, per il gol del 2-1 che vale più di mezzo titolo. Nel match di ritorno, lo Stoccarda è chiamato all’impresa, ma il pregevole gol del brasiliano Alemão spegne l’entusiasmo tedesco già nei primi minuti. Le successive reti di Ciro Ferrara e del solito Careca rendono vano il momentaneo pareggio di Jurgen Klinsmann e l’arrembaggio finale dei teutonici può solo regalare al pubblico uno scoppiettante 3-3. La coppa va, dunque, al Napoli che si gode il suo primo successo internazionale e si gode il giocatore più forte del mondo, ormai cittadino onorario.

JUVENTUS – BORUSSIA DORTMUND  3-1 e 3-0 – Finale Coppa UEFA 1992-93

Gianluca Vialli duella con Bodo Schmidt nella finale d’andata al Westfalenstadion

La Juventus di Giovanni Trapattoni, delusa da un campionato sotto le aspettative, vive parallelamente una stagione europea a dir poco entusiasmante. Dopo aver eliminato il Benfica ai quarti ed il Paris Saint Germain in semifinale, conquista il prestigioso trofeo con una netta vittoria nella doppia finale con il Borussia Dortmund, infliggendo ai tedeschi il più alto scarto (6-1) mai ottenuto in una doppia finale europea. Già all’andata, al Westfalenstadion, si capisce chi sia la squadra più forte. I tedeschi passano con Michael Rummenigge – centrocampista e fratello minore del più noto Karl-Heinz – ma vengono rimontati e superati dal gol di Dino Baggio e da due prodezze del Divin Codino, Roberto Baggio, che chiudono la gara di andata sul 3-1, un risultato che lascia poco spazio alle speranze tedesche. Nel match di ritorno al Delle Alpi, infatti, non ci sono storie: un 3-0 secco spazza via anche gli ultimi sogni rimasti alla compagine guidata da Ottmar Hitzfeld e regala la Coppa UEFA ai bianconeri. Miglior giocatore del torneo, neanche a dirlo, un sontuoso Roberto Baggio, che con la vittoria europea ed i trenta gol stagionali realizzati, sarà premiato pochi mesi dopo con un sacrosanto Pallone d’Oro.

PARMA – BAYER LEVERKUSEN  2-1 e 3-0 – Semifinale Coppa UEFA 1994-95

Tino Asprilla in azione con la maglia del Parma
Credits: Popperfoto via Getty Images – Getty Images

Il primo storico successo internazionale del Parma, ottenuto nella doppia finale tutta italiana contro la Juventus, passa soprattutto dalla splendida doppia semifinale giocata contro il Bayer Leverkusen, agguerrita compagine tedesca guidata nel 1995 dal generale Dragoslav Stepanovic. In Germania i ducali si impongono per 2-1, con due gol del solito Dino Baggio e la rete del colombiano Faustino Asprilla che ribaltano il momentaneo vantaggio di Paulo Sergio. Il ritorno al Tardini è una grande festa per gli uomini di Nevio Scala: l’imprendibile Asprilla, incubo dei tedeschi, ne segna due e il grande Gianfranco Zola, man of the match, batte con freddezza il portiere Vollborn nel finale, scrivendo la storia di un club e di una intera città: Parma in finale.

Ultime storie