Privacy Policy Ma come ha fatto l'Olanda nel 2002 a non qualificarsi al Mondiale con questa rosa fenomenale? - Pagina 2 di 4

Ma come ha fatto l’Olanda nel 2002 a non qualificarsi al Mondiale con questa rosa fenomenale?

1 Luglio 2020

Kevin HOFLAND (4 presenze, 360’)

Credits: Adam Davy – EMPICS via Getty Images

Visti i problemi fisici di Stam, di cui parliamo sotto, van Gaal opta per dare spazio ai 185 centimetri del centrale del PSV Eindhoven, dove è arrivato dal Fortuna Sittard. Si tratta di un onesto mestierante, che però collezionerà solo sette gettoni di presenza in maglia Oranje, di cui quattro nelle qualificazioni al Mondiale. È presente anche nella sconfitta con l’Irlanda che sancisce la fine delle speranze di centrare il pass per la competizione iridata.

Jaap STAM (4 presenze, 342’)

Credits: Allsport UK – Allsport

Che sia uno dei difensori migliori d’Europa, pochi hanno dubbi. Ma in quel 2000-01 le cose non vanno come devono andare: oltre ad aver tirato alle stelle un rigore nelle semifinali continentali, Stam si infortuna gravemente e, contemporaneamente, esce un’autobiografia che fa discutere, dove non mancano frecciate ai compagni del Manchester United. Finisce sul mercato (firmerà con la Lazio) ma a farne le spese è soprattutto l’Olanda, privata a lungo di uno dei suoi pilastri del reparto arretrato.

Giovanni VAN BRONCKHORST (4 presenze, 289’)

Credits: Ross Kinnaird – Getty Images

Un punto di riferimento prezioso della storia Oranje sulla corsia mancina è questo laterale mancino con origini indonesiane, che supererà poi le 100 presenze in nazionale, firmando una splendida rete nella semifinale mondiale 2010 con l’Uruguay. In forza ai Rangers Glasgow, acquistato dal Feyenoord, nell’estate 2001 approda all’Arsenal. A Londra rimane un biennio per poi accasarsi al Barcellona, dove vince la Champions League nel 2006.

Paul BOSVELT (5 presenze, 295’)

Il capitano del Feyenoord – con cui solleverà la Coppa UEFA nel 2002 – è un altro di quelli usciti con le ossa rotte dalla semifinale casalinga con l’Italia di Euro 2000, avendo fallito l’ultimo penalty in quella che, a tutti gli effetti, per l’intera Nazione è stata una giornata maledetta. Con cinque gettoni, di cui tre dall’inizio, trova spazio anche nelle qualificazioni mondiali, sfiorando i 300’ di impiego. Paul è il classico uomo di fiducia, capace di svolgere il proprio compito senza particolari squilli ma garantendo un rendimento costante. Tuttavia, non sufficiente – questa volta – alla causa nederlandese.

Edgar DAVIDS (5 presenze, 406’)

Il Pitbull morde. Arrivato in sordina dal Milan, che l’aveva a sua volta prelevato a parametro zero dall’Ajax, Edgar Davids è un motorino inesauribile del centrocampo della Juventus, perno insostituibile per “portare acqua” tra tanti atleti di talento. Con la Nazionale il rapporto è tormentato: spedito a casa ad Euro 1996 per dissidi con Guus Hiddink, viene squalificato per quattro mesi nella primavera 2001 per aver assunto nandrolone prima di un’amichevole. Un “infortunio” che si rivelerà un drammatico presagio di un’annata complicata, almeno con la maglia arancione addosso.

Ruud VAN NISTELROOY (5 presenze, 275’)

Credits: Craig Prentis – Allsport

All’Olanda, in quel biennio, non ne va bene una. Van Nistelrooy, infatti, si rompe il crociato poco dopo aver firmato il proprio contratto con il Manchester United ed è costretto ai box, tanto che il suo trasferimento dal PSV Eindhoven viene rimandato. Ne fa le spese anche la Nazionale, dove gioca il 50% delle partite di qualificazione, ciononostante andando a segno la bellezza di sei volte. Ma, purtroppo per i compagni, non basta.