Privacy Policy Da Chinaglia a Orsolini: tutti i calciatori che hanno esordito con un gol in Nazionale

Da Chinaglia a Orsolini: tutti i calciatori che hanno esordito con un gol in Nazionale

12 Aprile 2020

Quando si davano calci al pallone, scagliandolo con tutta la forza contro il muretto di una piazza o quello di casa, si aveva la sensazione che non potesse esserci nulla di minimamente paragonabile al senso di appagamento e liberazione che quel semplice gesto significava. Quando si organizzava la partitella con gli amici nel campetto di quartiere, riuscendo a segnare un gol che avrebbe voluto dire il premio di un semplice gelato, si esultava sempre imitando la mossa del proprio idolo, sentendosi felici. Quasi imbattibili.

Ma quando la sera si era a casa, sul letto, in cameretta, s’iniziava a sognare ad occhi aperti. Magari la chiamata della squadra del cuore e, poi, l’attesissimo esordio: lo stadio che applaude, i compagni di squadra, il mister che si complimenta con te. Poi il primo gol, sicuramente difficilissimo ma meraviglioso. E, perché no, persino la convocazione in Nazionale. Ci sono giocatori, davvero tanti, che sono stati capaci di tramutare il sogno in realtà.

Ecco perché abbiamo scelto di raccontare il debutto con gol in maglia azzurra “solo” dagli anni ’70 al giorno d’oggi. In questa speciale rassegna troverete giocatori per i quali quel goal è stato il primo di una lunga serie – come Vieri o De Rossi – altri per cui quella maglia azzurra è stata la prima e ultima, anche se indimenticabile: è il caso di Sergio Pellissier di cui oggi, fra l’altro, si festeggia il compleanno.

Tutti loro, però, sono accomunati dallo stesso destino: sono riusciti a scendere dal loro letto, tenendo gli occhi ben aperti, affrontando la realtà e lottando affinché l’immagine di se stessi, esultanti per il primo goal con la maglia della Nazionale, non rimanesse solo un sogno, ma diventasse una bellissima verità.

Giorgio CHINAGLIA – Sofia, 21 giugno 1972 – BULGARIA-ITALIA (1-1)

Ha solo venticinque ma è già un idolo della tifoseria laziale. Long John, infatti, ha trascinato la Lazio di Maestrelli alla promozione in Serie A nella stagione 1971-72, chiudendo il campionato cadetto anche con il titolo di capocannoniere. La chiamata nella Nazionale di Ferruccio Valcareggi rappresenta la ciliegina sulla torta. Il commissario tecnico triestino guida un’Italia forte, ma reduce dalla sfortunata eliminazione ai quarti di Euro 1972 ad opera del Belgio e dalla Partita del Secolo con la Germania Ovest di Messico 1970. In occasione dell’amichevole contro la Bulgaria, in campo ci sono ancora alcuni eroi dell’ultimo Mondiale: Albertosi, Burgnich, Rosato, Prati, Mazzola. A loro si aggiungono tanti volti nuovi come Capello, Anastasi e, appunto, Chinaglia. Il bomber laziale non fallisce l’occasione e segna a quattro minuti dall’ingresso in campo, saltando il portiere e depositando il pallone in rete a porta sguarnita. È il gol più veloce in Nazionale di un giocatore subentrato dalla panchina, un record che sarà eguagliato da Pavoletti quasi cinquant’anni dopo. Giorgio Chinaglia prenderà poi parte al Mondiale del 1974, ma la sua avventura resterà memorabile soltanto a causa del “siparietto” con “vaffa” annesso dopo la sostituzione operata dal CT ai suoi danni nella sfida con Haiti. L’avventura degli Azzurri in Germania si concluderà ben presto, ma la firma di Long John rimarrà comunque indelebile nei cuori dei tifosi laziali dopo lo Scudetto appena conquistato.

Carlo ANCELOTTI – Montevideo, 6 gennaio 1981 – ITALIA-OLANDA (1-1)

Sulla sponda giallorossa del Tevere, cinque anni dopo, sbarca Carlo Ancelotti. Voluto fortemente da Liedholm, il mister del secondo scudetto della Roma ha la geniale intuizione di trasformarlo da seconda punta a play-maker nel cuore del campo. È la svolta della carriera. Quell’anno Carletto, appena ventunenne, incanta l’Italia, e il CT Bearzot, approfittando di un torneo amichevole, decide di provinarlo. Nel gennaio 1981, per celebrare il cinquantesimo anniversario del primo mondiale in Uruguay del 1930, viene organizzata la “Coppa d’Oro dei Campioni del Mondo” (per tutti, il Mundialito). Si tratta di un torneo tra tutte le vincitrici del trofeo e a trionfare sarà proprio la Celeste, padrona di casa. L’ossatura della Nazionale è quella della squadra prossima alla conquista di Spagna 1982: Gentile, Scirea, Marini, Conti, Antognoni e Graziani. Insieme a loro, Bearzot propone qualche nuovo innesto: Bagni, Vierchowod e, appunto, Ancelotti. Il ragazzo di Reggiolo apre le marcature con l’Olanda con un gran destro da fuori area, ma non basta. L’Italia viene eliminata al girone. Sfortunatamente Ancelotti, a causa di un grave infortunio al ginocchio, non potrà neanche partecipare alla trionfale spedizione iberica dell’anno successivo, ma si rifarà in parte, l’anno dopo, festeggiando un tricolore che mancava nella capitale da oltre quarant’anni.

Riccardo FERRI – Ta’ Qali, 6 dicembre 1986 – MALTA-ITALIA (0-2)

Dopo il flop di Bearzot a Messico 1986, dove l’Italia viene eliminata agli ottavi di finale dalla Francia di Platini, la Nazionale viene affidata ad Azeglio Vicini, con un diktat: urge un rinnovamento. Tra le new entries, il neo commissario tecnico convoca Riccardo Ferri, arcigno centrale dell’Inter di Trapattoni che, all’esordio in una partita di qualificazione a Euro 1988, segna la prima rete contro Malta, impattando, con un imperioso colpo di testa, la calibrata punizione di Donadoni (a proposito di forze fresche). Ferri prenderà parte all’Europeo successivo, giocando da titolare nella semifinale persa con l’Unione Sovietica. Guiderà poi la difesa azzurra anche nelle Notti Magiche di Italia ’90, dove gli errori dal dischetto di Serena e proprio Donadoni regaleranno la finale all’Argentina di Maradona. Il difensore interista riscatterà comunque queste delusioni negli anni successivi, vincendo ben cinque trofei con i nerazzurri, collezionando in totale oltre 400 presenze.

Attilio LOMBARDO – Limassol, 22 dicembre 1990 – CIPRO-ITALIA (0-4)

Credits: Michael Steele/EMPICS via Getty Images

Ancora una partita di qualificazione agli Europei, stavolta però sono in ballo quelli del 1992. La partita contro la modesta compagine cipriota consente a Vicini di provare nuovi esperimenti, mandando in campo il giovane Attilio Lombardo, ala destra veloce, atletica e imprevedibile della Sampdoria di Boskov, Mancini e Vialli, che alla fine dell’anno vincerà l’unico scudetto della sua storia. Popeye approfitta subito dell’occasione, freddando il portiere avversario in uscita, su un’imbucata di Giancarlo Marocchi, e segnando la terza marcatura della facile vittoria azzurra. Inserita nel girone con Cipro, Norvegia, Ungheria e Unione Sovietica, sembra che gli azzurri possano qualificarsi senza particolari patemi. Così però non sarà, perché a eliminarci sarà ancora una volta l’Unione Sovietica. La mancata qualificazione costerà la panchina ad Azeglio Vicini, al quale poi succederà Arrigo Sacchi.

Fabrizio RAVANELLI – Salerno, 25 marzo 1995 – ITALIA-ESTONIA (4-1)

Penna Bianca esordisce in Nazionale all’Arechi in occasione di una partita di qualificazione a Euro ’96. Ravanelli si veste per la prima volta di azzurro grazie ad una stagione che si rivelerà come la sua annata più prolifica in Serie A. Si conteranno più di trenta reti che, alla fine dell’anno, trascineranno la Juventus di Lippi alla conquista dello Scudetto e della Coppa Italia. Il CT Arrigo Sacchi si augura che questo suo particolare feeling con il gol non si perda con la maglia della Nazionale addosso. Le sue paure vengono immediatamente fugate dal bomber perugino che mette il punto esclamativo nel finale di partita contro i baltici: un comodo tap-in a due passi dal portiere per tramutare in oro un cross di Lombardo. Insieme a lui, esordisce il suo giovanissimo collega di reparto nella Juventus: Alessandro Del Piero. La Nazionale conquista agevolmente la qualificazione al torneo continentale che si tiene l’anno dopo in Inghilterra. Ma, mentre gli azzurri sono costretti a fare le valigie dopo soli tre incontri, Ravanelli si stabilisce nel North Yorkshire, precisamente a Middlesbrough, dove diventa un eroe del Riverside Stadium insieme a Juninho Paulista.

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