Privacy Policy Coppa delle Coppe: l'ultima storica partita tra Lazio e Mallorca

L’ultima serata di gala della Coppa delle Coppe: i protagonisti di Lazio-Mallorca

19 Maggio 2020

Matias Jesus ALMEYDA

Matias Almeyda duella con Jovan Stankovic mentre li tallona Attilio Lombardo in Coppa delle Coppe
Matias Almeyda duella con Jovan Stankovic mentre li tallona Attilio Lombardo

L’argentino ricopriva spesso il ruolo di unico incontrista della spettacolare formazione laziale. Il suo compito è sempre stato quello di dare equilibrio alla squadra: dovere che riusciva a svolgere con grande capacità, anche se la propensione al cartellino giallo gli causava non poche squalifiche. Per questo il record di presenze in una stagione di Serie A non supererà mai quota venticinque. Tuttavia, si tratta di un altro calciatore che nel corso degli anni abbiamo saputo ammirare, con le maglie di Parma, Inter e Brescia, oltre a quella biancoceleste con cui esordì nel calcio italiano.

Roberto MANCINI

Roberto Mancini controlla la sfera, mentre sullo sfondo si intravede Sinisa Mihjlovic in Coppa delle Coppe
Roberto Mancini controlla la sfera, mentre sullo sfondo si intravede Sinisa Mihjlovic
Credits: Popperfoto – via Getty Images – Getty Images

Quella del 1998-99 fu la seconda delle tre stagioni passate dal Mancio alla Lazio. Titolare indiscutibile anche quell’anno, il numero dieci laziale era una pedina fondamentale per lo sviluppo del gioco biancoceleste sotto porta. L’anno seguente salutò il calcio italiano, prima di compiere una brevissima parentesi in Inghilterra, al Leicester City, dove collezionò solo quattro presenze, prima di appendere i suoi magici scarpini al chiodo e intraprendere, a Firenze, la sua carriera di allenatore.

Pavel NEDVED

Pavel Nedved ha appena scagliato verso la porta di Carlos Roa il pallone consegna la vittoria e la Coppa delle Coppe alla Lazio sotto gli occhi di Vicente Engonga e Ariel Ibagaza
Pavel Nedved ha appena scagliato verso la porta di Carlos Roa il pallone consegna la vittoria e la Coppa delle Coppe alla Lazio sotto gli occhi di Vicente Engonga e Ariel Ibagaza

Protagonista con la Repubblica Ceca nell’Europeo inglese del 1996, Pavel Nedved fu acquistato dall’ambizioso presidente Cragnotti nella stessa estate. Pavel si impose subito anche nel campionato italiano, affermandosi come campione indiscusso. Nelle cinque stagioni passate alla Lazio, Nedved segnerà cinquantuno reti, tra cui quella bellissima, nonché decisiva, nella finale contro il Mallorca, che regalò il primo trofeo europeo della storia del club biancoceleste.

Christian VIERI

Bobo Vieri finisce sul tabellino dei marcatori della finalissima, dando il suo contributo alla vittoria biancoceleste

Nell’unica stagione alla Lazio, Bobo Vieri metterà a segno “solo” quattordici gol in ventotto presenze, a causa di un infortunio ai legamenti esterni del ginocchio sinistro, che lo tenne out per tre mesi, da fine settembre a fine dicembre. Nell’estate del 1999, Massimo Moratti lo portò all’Inter per novanta miliardi di lire, registrando il momentaneo trasferimento più costoso della storia del calcio mondiale, formando, con Ronaldo e Baggio, un tridente “illegale” che, tuttavia, non fece raccogliere titoli ai nerazzurri. Per Vieri, le statistiche parlano di 141 reti in Serie A.

José Marcelo SALAS

El Matador, Marcelo Salas, sul pallone inseguito da Miquel Soler
Credits: Mark Sandten – Bongarts – Getty Images

El Matador. Il primo. L’originale. Marcelo Salas conquista gli amanti di calcio nei suoi anni al River Plate e, in maniera definitiva, ai campionati mondiali di Francia ’98 (dove, per altro, segnerà una doppietta contro l’Italia). Per il cileno parte una vera e propria asta tra top club europei: sarà Sergio Cragnotti ad aggiudicarsi il cartellino del ragazzo, pagando ai Millonarios un assegno da quasi trentacinque miliardi. Immarcabile, forte con entrambi i piedi e anche di testa – nonostante la piccola statura – insieme a Vieri formerà una coppia gol devastante, capace di segnare trentotto reti in una stagione.

Sergio Paulo CONCEIÇÃO – entrato al 56’

Anche Sergio Conceição dà il suo contributo alla causa biancoceleste subentrando al posto di Dejan Stankovic nella finale di Coppa delle Coppe
Credits: Eric Renard – Onze – Icon Sport

L’esterno portoghese arriva a Roma dal Porto, per quindici miliardi di lire. Centrocampista con una buona propensione per il gol, Sergio Conceição non tardò ad affermarsi nel campionato italiano. Dopo la parentesi laziale, fu ceduto al Parma – insieme ad Almeyda, nell’affare che portò il Valdanito Crespo in biancoceleste – dove restò un anno prima di passare all’Inter di Hector Cuper, sempre come pedina di scambio nella trattativa che vide Sebastian Frey trasferirsi a titolo definitivo ai ducali. Un breve e insapore ritorno alla Lazio, nel 2003, fu il suo ultimo episodio nel calcio italiano.

Attilio LOMBARDO – entrato all’84’

Attilio Lombardo festeggia il successo in Coppa delle Coppe a Birmingham insieme a Christian Vieri

Dopo una parentesi di diciotto mesi a Londra, sponda Crystal Palace, Attilio Lombardo torna in Italia e vive il culmine dell’ascesa della Lazio di Cragnotti. In altrettanti diciotto mesi, a Roma conquista Coppa delle Coppe, Scudetto, Supercoppa italiana e Supercoppa europea. Nel gennaio del 2001 il cuore fa tornare Popeye ad una Sampdoria ferita, lontana parente di quella campione d’Italia in cui Lombardo fu protagonista. A Genova, nel 2002, l’ala destra chiuderà una splendida carriera.

Fernando Manuel COUTO – entrato al 90’

Entra in campo giusto in tempo per rinforzare la linea difensiva contro gli attacchi maiorchini: così, anche Fernando Couto finisce sugli almanacchi
Credits: Eric Renard – Onze – Icon Sport

Esploso nel Porto, il potente difensore portoghese approda in Italia nel Parma di Nevio Scala, nel 1994. Dopo una parentesi biennale al Barcellona, dal 1996 al 1998, Couto viene acquistato dalla Lazio che lo preleva, insieme al compagno Ivan De La Peña, dai Blaugrana, in un’operazione dal costo complessivo di circa ventotto miliardi. Granitico e forte nel gioco aereo, resterà fedele alla Lazio fino al 2005, quando, svincolato, deciderà di trasferirsi nuovamente a Parma, dove passerà gli ultimi tre anni della sua importante carriera.