Privacy Policy I 15 acquisti sbagliati del Napoli dal 1990 al 2006 - Pagina 2 di 3

I 15 acquisti sbagliati del Napoli dal 1990 al 2006

2 Aprile 2021

9. Damir STOJAK (1998 e 2000)

Il Boia Biondo approda al Napoli e nel grande calcio nel gennaio del 1998. Il recente passato parla di 34 reti segnate in 71 partite con il Vojvodina. Praticamente la media di un gol ogni due partite. Ai dati statistici va aggiunto che il giovane serbo è stato formato calcisticamente da Ljupko Petrovic, lo scopritore di Mihajlovic, Stankovic e Kovacevic. A rincarare la dose ci pensa il mediano atalantino Dundjerski che paragona Stojak addirittura ad Enrico Chiesa. Come se non bastasse, Damir viene preferito a Mark Viduka in sede di calciomercato. Inutile dire che, se il suo nominativo compare in questa poco invidiabile classifica, tutte le citate referenze sono andate a farsi benedire e Stojak, acquistato per rimpiazzare il partente Calderon, farà la stessa fine del suo predecessore argentino. Una sola partita degna di nota, in casa contro il Vicenza: gol e prestazione da migliore in campo. Poi il nulla cosmico, a parte un altro gol messo a segno nell’ultima ininfluente giornata. Dopo tredici presenze emigra prima in Germania (Eintracht Francoforte) e poi in Svizzera (Lugano). Ricompare nel 2000 nell’altrettanto sfortunato Napoli di Zeman, prima di finire in terra belga per vestire i colori di Eendracht Aalst e CS Visè.

8. Claudio Daniel HUSAIN (2000-01)

Lo cerca la Lazio, in quegli anni in pieno innamoramento per giocatori argentini, ma lo acquista il Parma, salvo poi girarlo in prestito al River Plate perché ha già raggiunto la quota massima di extracomunitari tesserati. Ma poteva il Napoli di Zeman, autentico concentrato di acquisti sui generis, perdersi un potenziale come Husain? No. E infatti il mediano argentino dalla chioma fluente arriva al Napoli nell’estate 2000, con la fama di giocatore di grande temperamento e di centrocampista rubapalloni che in patria gli valgono il soprannome di Picapiedra, ovvero lo spaccapietre. Da distruttore del gioco avversario a distruttore del sistema nervoso dei propri tifosi il passo è breve. Dopo ventinove presenze e tante, troppe insufficienze in pagella, Husain viene spedito in prestito al River. Ritorna al Napoli, in Serie B, nel 2002, ma non fa nulla per cancellare il cattivo ricordo di due anni prima. Altre undici, anonime presenze e poi il biglietto di sola andata per il Sud America dove tornerà su livelli apprezzabili con le maglie di River Plate, Tigres UANL, San Lorenzo e Newell’s Old Boys. Infine, un ruolo da comparsa con il Defensor Sporting in Uruguay e l’Audax Italiano in Cile per poi dire basta col calcio nel 2010. 

7. Carlos Alberto PAVON (2002-03)

Doveva essere l’uomo chiamato a dare una svolta alla stagione del Napoli che a gennaio del 2002 si ritrovava in una posizione di classifica non pienamente in linea con le ambizioni di promozione di inizio stagione. Doveva essere il giocatore in grado di dare quel tocco di sfrontatezza sudamericana ad un attacco con le polveri bagnate. Doveva essere, ma non è stato. Tutto inizia quando gli scout dell’Udinese vogliono smentire la loro fama di infallibili scopritori di talenti decidendo di dare una nuova chance europea a Pavon nonostante la fallimentare esperienza maturata dall’attaccante honduregno nel 1995-96 con il Valladolid. Il primo frangente di questa seconda occasione del perno della nazionale centramericana dura però sei partite (condite anche da un gol). Poi gli uomini di mercato friulani danno retta a quel vecchio adagio che recita che sbagliare umano, ma perseverare è diabolico e si adoprano in fretta e furia per cedere il povero Pavon. E ci riescono mettendo su un’operazione che avrebbe meritato ben altre celebrazioni negli almanacchi calcistici. In un freddo inizio di 2002 il Napoli cede all’Udinese Marek Jankulovski in cambio di cinque miliardi, il cartellino di Pavon, il prestito di Esteban Lopez (di cui leggeremo tra poco). la comproprietà di Montezine, un quarto di Zico, tre quarti di Edinho, i sette ottavi di Collovati e la metà di Mike Bongiorno. Insomma, il classico pacco. L’umile attaccante centroamericano che dichiarava di ispirarsi a Ronaldo e Vieri scenderà in campo tredici volte senza mai trovare la via del gol. A Gennaio 2003 Pavon inizia un lungo pellegrinaggio che tocca i club di Messico, Colombia, Guatemala e Stati Uniti. Proprio in MLS potrà fregiarsi di aver giocato insieme a David Beckham nel 2007. Il ritiro è datato 2013 e avviene dopo quattro stagioni con il Real Espana, nella terra natia. 

6. Esteban Javier LOPEZ (2002)

Non paghi di aver rifilato l’honduregno Pavon al Napoli, i dirigenti friulani decidono di cedere in prestito al club partenopeo anche il terzino argentino Esteban Javier Lopez che, per non sembrare meno umile del suo compagno di sventura honduregno, si presenta al suo nuovo pubblico dichiarando di ispirarsi a Helveg e Contra. Il tecnico De Canio intravede in Esteban delle qualità nascoste, ma nascoste talmente bene che non lo schiera in campo per due mesi. Poi decide di dargli fiducia il 10 marzo 2002, contro la Salernitana di Zeman. La prestazione di Lopez ricorda molto quelle di Helveg e Contra. Dei loro fratelli cattivi, però. Oltre a una prestazione difensiva imbarazzante, riesce ad essere protagonista di ben tre contro-falli: una sorta di record per il nostro calcio professionistico. La sua avventura finisce di fatto qui. Stranamente a fine stagione, il Napoli non esercita il diritto di riscatto ed Esteban torna mestamente ad Udine. A questo punto, le fonti divergono. Transfermarkt ci rattrista non poco indicando il ritiro prematuro del terzino argentino, ma alcuni siti di calcio raccontano di un Esteban impegnato a migliorare la sua rimessa laterale al Murcia, in Spagna e nella Serie A cinese.